MARCO BRESOLIN, La Stampa 19/3/2012, 19 marzo 2012
Merkel irritata da Sarkozy “Non avrà il mio appoggio” - L’asse franco-tedesco scricchiola. «Merkozy», l’indissolubile coppia composta dal presidente francese e dalla cancelliera tedesca, sembra soltanto un ricordo
Merkel irritata da Sarkozy “Non avrà il mio appoggio” - L’asse franco-tedesco scricchiola. «Merkozy», l’indissolubile coppia composta dal presidente francese e dalla cancelliera tedesca, sembra soltanto un ricordo. Angela Merkel si sfila dalla campagna elettorale per riconfermare il collega Nicolas Sarkozy all’Eliseo, «infastidita» dal «voltafaccia» del leader dell’Ump e soprattutto dalle sue ultime dichiarazioni in tema di immigrazione. Stando a quanto rivela il giornale tedesco «Der Spiegel», che poche settimane fa aveva svelato l’esistenza di un presunto «patto anti-Hollande» tra i leader europei conservatori, la Merkel ha cambiato idea: nessun impegno diretto per sostenere la campagna di Sarkò. Pochi giorni fa il presidente francese aveva detto all’emittente «Europe1» che «Angela Merkel verrà in Francia da un momento all’altro, ma per parlare di Europa. Non ci sarà un comizio congiunto perché la campagna elettorale è un affare dei francesi». Una dichiarazione che non sarebbe affatto piaciuta alla numero uno di Berlino, dopo i tanti sforzi per aiutare l’«amico» Nicolas. Un appoggio che le aveva procurato anche alcune critiche in patria. «Il mio sostegno a Sarkozy è su ogni livello perché apparteniamo a partiti amici» aveva detto a inizio febbraio la Merkel. Poi era saltata fuori la storia del «patto anti-Hollande», una sorta di accordo (smentito dai diretti interessati) tra la cancelliera, Monti, Rajoy e Cameron per «ignorare» Hollande. La stessa leader della Cdu si sarebbe infatti rifiutata di ricevere il candidato socialista. Ma in questa fase una presa di distanza da «Monsieur le Président» potrebbe rivelarsi utile per Berlino, viste le ultime dichiarazioni in tema di immigrazione che avrebbero rischiato di creare qualche imbarazzo alla Merkel nel caso in cui si fosse presentata a un comizio del leader dell’Ump. «Entro dodici mesi andranno rivisti gli accordi di Schengen aveva strillato una settimana fa Sarkò, confermando la sua virata a destra per evitare un’emorragia di voti verso Marine Le Pen - perché quelli attuali non ci permettono più di rispondere alla gravità della situazione». In caso contrario si era detto pronto a far uscire la Francia da Schengen, scatenando un coro di proteste al Parlamento europeo. Ancora tutto da decifrare, in chiave elettorale, l’effetto di questo mancato sostegno tedesco. Il direttore della campagna elettorale di François Hollande, all’indomani dell’incontro tra il candidato e i leader socialdemocratici europei, non ha perso tempo per commentare l’indiscrezione dello Spiegel: «Capisco che la Merkel non sia a suo agio con Sarkozy - ha detto Pierre Moscovici - lui è uno che si serve dell’Europa per fini personali e che è capace al tempo stesso di sbarazzarsene se ciò gli conviene oppure di appoggiarsi su di lei se ne ha bisogno». Parole al veleno nei confronti di Sarkò sono state pronunciate anche dall’ex candidata socialista Ségolène Royal: «Vuole essere confermato all’Eliseo solo perché teme di perdere l’immunità - ha attaccato l’ex compagna di Hollande - Sappiamo bene tutti i problemi di corruzione che hanno segnato questi cinque anni». L’ultimo sondaggio, diffuso ieri, vede il Presidente uscente in vantaggio di mezzo punto sullo sfidante (27,5 contro 27), ma sconfitto al ballottaggio (54 contro 46). A oggi, però, il vero vincitore di questa campagna elettorale non è né di centrodestra né di centrosinistra. Quel che preoccupa, infatti, è l’alto tasso di astensionismo, che potrebbe raggiungere il 29%. E la maggior parte di chi confessa di non voler andare alle urne si dichiara di sinistra. Anche per questo Moscovici ha lanciato un appello per convincere questa fetta di non-elettori: «Si tratta di elezioni importantissime, forse le più importanti degli ultimi 30 anni». Ma intanto la sinistra radicale si sta rivelando una spina nel fianco di Hollande. Ieri, mentre il candidato socialista rilanciava il suo «progetto culturale» al Salone del Libro, spiegando di voler abbassare l’Iva sui libri dal 7 al 5,5%, il candidato del «Front de gauche», Jean-Luc Melenchon, portava in piazza a Parigi centomila persone nella marcia per la «Sesta Repubblica». Nella piazza della Bastiglia, Melenchon ha arringato la folla di bandiere rosse invocando una «insurrezione civile»: i sondaggi lo danno in costante crescita, al 10-11%.