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 2012  marzo 19 Lunedì calendario

L’ex presidente della Commissione europea ed ex premier, Romano Prodi, ha fatto sapere al Corriere che ringrazia la presidenza danese di turno dell’Unione europea per l’invito, ma al momento ritiene di non poter partecipare come «esperto» all’Ecofin informale dei 27 ministri finanziari dell’Ue, in programma a Copenaghen il 30 e 31 marzo prossimi

L’ex presidente della Commissione europea ed ex premier, Romano Prodi, ha fatto sapere al Corriere che ringrazia la presidenza danese di turno dell’Unione europea per l’invito, ma al momento ritiene di non poter partecipare come «esperto» all’Ecofin informale dei 27 ministri finanziari dell’Ue, in programma a Copenaghen il 30 e 31 marzo prossimi. Prodi si considera da troppo tempo fuori dalla vita politico-istituzionale per poter fornire un contributo adeguato in un evento dove intervengono anche il presidente della Bce, Mario Draghi, e i 27 governatori delle banche centrali. L’invito a Prodi era trapelato a margine dell’ultimo Consiglio informale dei ministri degli Esteri a Copenaghen. Lì il responsabile della diplomazia tedesca, Guido Westerwelle, aveva rilanciato il progetto di una Costituzione Ue nonostante il precedente tentativo, guidato dall’ex presidente francese Valery Giscard d’Estaing e dall’ex premier Giuliano Amato, sia fallito solo pochi anni fa. A Copenaghen si era così diffusa l’indiscrezione che la Germania in realtà vorrebbe replicare il Trattato appena firmato, detto «fiscal compact» (sul maggiore rigore nei bilanci), con un altro del tipo «political compact». Questo accordo introdurrebbe la possibilità di intervento politico dell’Ue sui governi nazionali in caso di emergenze per la stabilità dell’euro. Qualcosa del genere di fatto è già avvenuta quando da Bruxelles hanno appoggiato la nomina dell’ex Bce, Lucas Papademos, alla guida della Grecia sull’orlo dell’insolvenza. Prevedrebbe anche commissari ad hoc e inviati speciali dell’Ue per i Paesi considerati a rischio (principalmente Portogallo, Irlanda, Spagna, Italia) e per i rapporti dei governi con il sistema bancario (dove le perdite finanziarie non sarebbero ancora tutte evidenziate). In questa chiave l’invito di Prodi all’Ecofin poteva essere interpretato come un sondaggio su una sua disponibilità a rafforzare il peso politico del governo tecnico di Mario Monti, proprio in vista della eventuale cessione di sovranità insita nel progetto «political compact». Il contributo dell’ex premier del centro-sinistra poteva essere bilanciato coinvolgendo anche un esponente del centro-destra come l’ex vicepresidente della Commissione europea ed ex ministro degli Esteri Franco Frattini. Prodi si è però chiamato fuori già dal semplice invito della presidenza danese, chiudendo per il momento gli spazi a qualsiasi ulteriore indiscrezione o illazione. Monti, al termine dell’Ecofin di martedì scorso, ha lasciato Bruxelles annullando la tradizionale conferenza stampa e senza chiarire se — nella sua condizione di tecnico — si ritiene in grado di far partecipare l’Italia al delicato progetto annunciato da Westerwelle. Ma, subito dopo, il professore di Varese ha incontrato a Roma la cancelliera tedesca Angela Merkel. E proprio la Merkel, dopo aver ottenuto il «fiscal compact», ora spingerebbe per concludere il «political compact» in vista delle elezioni in Germania nel 2013. Il suo obiettivo prioritario sarebbe rassicurare al massimo gli elettori tedeschi che, secondo vari sondaggi, risulterebbero in gran parte contrari a farsi carico di eventuali nuovi esborsi per salvataggi come quello della Grecia.