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 2012  marzo 19 Lunedì calendario

Il buono, il brutto e il banchiere istituti di credito credibilità a picco - Giuseppe Mussari ha una faccia da cow boy buono, ma da quando compare in tivù come presidente dell’Associazione bancaria, la gente lo percepisce come il rapinatore cattivo dei western

Il buono, il brutto e il banchiere istituti di credito credibilità a picco - Giuseppe Mussari ha una faccia da cow boy buono, ma da quando compare in tivù come presidente dell’Associazione bancaria, la gente lo percepisce come il rapinatore cattivo dei western. Naturale, perché come ha finalmente scoperto Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, verso le banche "c’è un clima di diffidenza e di ostilità". Il che è dire poco. Se oggi si facesse un sondaggio su chi è più odiato in Italia, subito dopo i partiti, che registrano soltanto un 4 per cento di "gradimento", verrebbero le banche. Le quali "non spendono un singolo istante per chiedersi come aiutare i clienti", ma pensano soltanto " a come fare più soldi possibili levandoli a loro", che considerano "pupazzi" da noi si direbbe parco buoi come ha scolpito sul New York Times l’ex manager pentito di Goldman Sachs Greg Smith. Le banche italiane, nel loro piccolo, non sono da meno. Anche per loro l’interesse dei clienti sembra sempre più marginale rispetto al far soldi, utili e pagare compensi stellari e bonus ai rispettivi manager. La Banca centrale europea ha iniettato 139 miliardi di euro alle banche italiane, di cui 24 a Intesa, più di 12 a Unicredit, 10 a Montepaschi, con l’operazione battezzata in gergo tecnico Ltro, a un tasso dell’1 per cento. Un bel regalo per scongiurare la crisi di liquidità. Ma che fine ha fatto questa montagna di denaro? Di certo neanche una minima frazione è transitata all’economia reale, alle imprese e alle famiglie, che soffrono per la serrata di tutti i rubinetti creditizi. Con quei soldi all’1 per cento hanno comprato obbligazioni proprie e Btp, con un margine positivo del 34 per cento. Operazione sicura e senza rischi. Naturalmente, nessuno chiede alle banche di fare gli enti benefici, ma se si analizza la destinazione dei miliardi erogati dalla Bce, ci si chiede se la loro mission sia ridotta esclusivamente a rimpolpare i propri attivi e, incidentalmente, i bonus milionari che i banchieri si sono lautamente autoassegnati. Senza rischio di impresa, in nome di un presunto liberismo a senso unico. Ha fatto qualche conto "Il Sole24 Ore". Ne emerge che tra i miliardi messi a disposizione dalla Bce e la nuova raccolta bancaria, l’incasso netto è stato finora di 73 miliardi. Ma mentre incassavano a tasso felice, le banche facevano mancare 16 miliardi di crediti alle imprese e 2 miliardi di prestiti e mutui alle famiglie. E’ così che si favorisce la ripresa del paese dalla recessione ? In questa situazione, a salvare la faccia del cow boy dell’Abi e del governo è intervenuto Mario Monti, uno dei pochi tra i suoi ministri e anche tra i banchieri che abbia un minimo di percezione del buonsenso e di come lo si comunica, confermando almeno l’impegno a rendere gratuiti i conti correnti che i pensionati poveri saranno costretti ad aprire per riscuotere la pensione. Ma la "Questione bancaria" non si chiude. Anzi, si apre qui. Le banche italiane si sono gonfiate di costose reti di sportelli, comprandoli a valori folli. Ora, dopo aver mascherato il declino con i magheggi finanziari, si devono confrontare con la necessità di una grande ristrutturazione. Altro che "rating di legalità" delle imprese. Meglio, se mai, un "rating di legalità" per le banche.