Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Messo in mezzo dalla magistratura e da un articolo del “Corriere della Sera”, Roberto Formigoni ha convocato una conferenza stampa e dopo aver negato ogni addebito ha ammesso che è difficile prevedere se, in queste condizioni, si potrà andare avanti fino al 2015, scadenza naturale della legislatura lombarda. Mentre parlava, oltre tutto, i pm stavano portando via altri documenti da via Bellerio (la sede della Lega) e facevano sapere che Rosy Mauro, il senatore Stiffoni e l’ex tesoriere Belsito s’erano rimpinzati di diamanti e oro con i soldi del finanziamento pubblico. Tutte accuse respinte anche queste, naturalmente.
• Mi interessano di più i guai della Lega.
• Da che dipende?
Bisogna seguire l’iter normale se almeno 63 votano contro la procedura accelerata. In teoria non dovrebbero farcela: i leghisti sono 59 e i radicali 6. Ma in questi casi contano anche le assenze.
• Hanno tagliato il contributo?
No, si limitano a pretendere bilanci certificati, prevedono sanzioni (fino al triplo della cifra) per gli usi impropri dei soldi, pubblicità per qualunque donazione superiore ai 5.000 euro. Ma non stavamo parlando della Lega?
• Sì, lei aveva detto che anche Formigoni ammette la difficoltà di tirare avanti fino al 2015.
Ieri si sono dimessi l’assessore al commercio Stefano Maullu e quello allo Sport Monica Rizzi, troppo amica del figlio di Bossi. Anche se i nomi dei successori sono pressoché ufficiali (Margherita Peroni al Commercio e Luciana Ruffinelli allo Sport), il destino dell’amministrazione Formigoni appare davvero problematico. A questo punto sono nei guai con la giustizia Penati (Pd), Prosperini, Mirko Pennisi e Nicola Cristiani (Pdl), è sempre molto indagato Davide Boni della Lega. Per non parlare dell’assessore alla Sanità Antonio Simone, ciellino, finito in manette nell’indagine sulla Fondazione Maugeri. E poi sono uscite fuori chiacchiere sullo stesso Formigoni.
• Che chiacchiere?
Si sarebbe fatto regalare parecchie vacanze dal faccendiere Pierangelo Daccò. Daccò era uno capace di farti pagare dalla Regione Lombardia quando avevi emesso fattura e quelli non si decidevano a saldarti. Ti rivolgevi a Daccò e Daccò ti dava una mano. I giudici pensano che abbia trovato lui il modo di creare i fondi neri del San Raffaele. Basta: questo bel tipo, di ambiente Cl, è amico da anni di Formigoni e gli avrebbe offerto parecchi viaggi in aereo (uno in particolare, da 8.000 euro, a Parigi) l’affitto di una villa ai Caraibi per 80-90 mila euro, ecc. Avrebbero beneficiato di queste regalie anche il fratello di Formigoni, Carlo, e la sua presunta compagna Anna Martelli, il segretario di Formigoni Alberto Perego, l’attore Renato Pozzetto, e chi sa chi altri. Prendendo per buona la ricostruzione dei giudici, era in questo modo che Daccò si conquistava la simpatia dei funzionari a cui spettava di decidere quale fornitore saldare e quale tenere sui carboni ardenti. Formigoni però nega tutto. Ecco la sua difesa, espressa in conferenza stampa: «Nessun problema, nessuna irregolarità ma soprattutto nessuna regalia: non ho mai ricevuto regalie e neppure un euro da nessuno. S’è trattato di una vacanza di gruppo come fanno tanti italiani. Io viaggio sempre in gruppo, e alla fine si fanno i conti. Verificherò comunque se quel viaggio (cioè il viaggio a Parigi da 8.000 euro - ndr) l’ho veramente fatto. Quello che è grave è la speculazione politica, il fango, l’attacco mediatico contro Roberto Formigoni e la Regione Lombardia, da cui mi difenderò. Il nostro buon governo dà fastidio a molti e in questo momento di crisi della politica a livello nazionale evidentemente c’è chi ha interesse a indebolire e denigrare l’amministrazione italiana più forte dopo il governo». Il governatore ha malamente concluso dando del «triste, sfigato e malinconico» al collega che sul “Corriere della Sera”, con una documentazione notevole, lo ha messo in questa difficoltà.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 17 aprile 2012]