Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  aprile 17 Martedì calendario

Lavitola torna in Italia: in manette. Chiesto l’arresto per De Gregorio

• Alle 6 e 41 di ieri mattina Valter Lavitola è arrivato a Roma da Buenos Aires . Ad attenderlo c’erano due ordinanze di carcerazione: quella di Bari, per la vicenda Tarantini, e quella di Napoli, arrivata a sorpresa, per corruzione internazionale (mazzette per appalti ad aziende Finmeccanica e per la costruzioni di moduli carcerari a Panama). In più il faccendiere è accusato di associazione per delinquere e di aver incassato illecitamente, con il suo quotidiano l’Avanti!, fondi pubblici per l’editoria che dal 1997 a oggi ammonterebbero a circa 23 milioni di euro, di cui 17 trasferiti all’estero. In tutto sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, quattro ai domiciliari (compreso il senatore Pdl Sergio De Gregorio, previa autorizzazione dell’Aula di Palazzo Madama), due con obbligo di firma disposte dai soliti pm Piscitelli, Curcio e Woodcock. In più, dalla sorella del faccendiere, Maria Lavitola, è arrivata una testimonianza che parla di un ricatto nei confronti di Berlusconi: «Verso il novembre scorso, quando mio fratello si trova ancora a Panama, mi incontrai con Neire (la fidanzata brasiliana di Valter, ndr) che mi disse che doveva portare una lettera a l’avvocato Fredella da parte di Valter che aveva ad oggetto Berlusconi. Durante l’incontro con l’avvocato, Neire mi disse che chiamò Valter con skype e, a proposito della lettera, mostrò all’avvocato un cartello con sopra scritto “Berlusconi”. A questo punto Neire spiegò a voce il contenuto della lettera dicendo che Valter voleva che lui si recasse da Berlusconi per chiedere la somma di 5 milioni di euro. Chiesi a Neire a che titolo Berlusconi dovesse dare questi soldi a mio fratello, e lei mi rispose che era una tattica nel senso che se gli avesse dato questi 5 milioni di euro andava tutto bene mentre se non li avesse dati Valter avrebbe avuto tutte le giustificazioni anche “morali” per dire tutto quello che sapeva su Berlusconi». [Ruotolo, Sta] Ora Lavitola è rinchiuso a Poggioreale e mercoledì sarà interrogato. Il suo legale, Gaetano Balice, ha smentito l’esistenza di un memoriale da consegnare ai giudici. [Bufi, Cds]

• Per tornare in Italia Valter Lavitola ha comprato un biglietto Alitalia andata e ritorno pagato circa mille euro. Ieri ha viaggiato però in prima classe perché la seconda era troppo piena. A un certo punto ha scartato una vaschetta con dentro una parmigiana di melanzane fatta da un suo amico argentino. Il biglietto di ritorno è per il 25 ottobre 2012. [Cotroneo, Cds]

• «(…) Cerchiamo di ricostruire allora la strana latitanza, nascosto ma non troppo, protetto e poi scaricato. Lavitola avrebbe passato appena i primi mesi in Panama, dove non può più entrare perché lo scandalo legato alle commesse Finmeccanica ha provocato inchieste giudiziarie anche lì. Poi si è spostato in Brasile, dove non vanta altrettante e pesanti conoscenze, ma ha il vantaggio di avere in tasca un documento da residente. È con questo che è riuscito a muoversi avanti e indietro dall’Argentina, via terra, senza mai tirar fuori il passaporto italiano che avrebbe fatto scattare la segnalazione Interpol. “Il resto sono una marea di fesserie, viaggi in Medio Oriente, case lussuose, feste, memoriali in cassaforte e chissà che altro. Ho sempre detto che mi sarei consegnato in Italia, anche perché se fossi stato arrestato da queste parti avrei dovuto passare chissà quanti mesi in attesa di estradizione, e chissà in che carceri”. Il pesce, il commercio di code di rospo verso l’Europa, e quel paesino di pescatori sul litorale brasiliano, Barra de São João, dove vorrebbe costruirsi una casa e tornare a vivere». [Cotroneo, Cds]