FRANCESCO GRIGNETTI, La Stampa 17/4/2012, 17 aprile 2012
Piazza della Loggia: il governo pagherà le spese processuali - Le famiglie delle vittime della strage di Brescia non pagheranno le spese legali
Piazza della Loggia: il governo pagherà le spese processuali - Le famiglie delle vittime della strage di Brescia non pagheranno le spese legali. Il governo Monti, come già Berlusconi dopo un’altra sentenza-beffa, quella del 2005 per la strage di piazza Fontana a Milano, ha deciso di farsi carico delle spese processuali. La comunicazione giunge al termine di un lungo Consiglio dei ministri. «Il presidente Monti aveva concordato la decisione con il Presidente della Repubblica», precisa Palazzo Chigi. E loro, i famigliari delle vittime, commentano, con parziale sollievo: «Mi sembra indubbiamente un gesto positivo e da apprezzare, ma mi auguro solo che venga effettuata una modifica alla legge perché questi fatti non devono più accadere», dice il presidente dell’Associazione Caduti di piazza della Loggia, Manlio Milani. «Soprattutto per le stragi, ma anche per gli altri terrorismi. L’importante è che per quei delitti contro la natura dello Stato, lo Stato garantisca ai cittadini di potersi costituire parte civile». Con la decisione di ieri sera di Monti è stata così evitata un’ulteriore ferita per le famiglie di otto morti che da 38 anni attendono invano che sia fatta giustizia. I parenti delle vittime si erano costituiti parte civile. Credevano che questo, dopo tanti processi finiti nel nulla, potesse fare chiarezza. Invece no. La sentenza della Corte d’assise d’appello cancella tutto e in pratica consegna alla storia ogni responsabilità. Ma come i tecnici del diritto sanno bene, quando un processo finisce con un’assoluzione, le parti civili devono pagare le spese processuali. Lo prevede il codice. C’è però una scappatoia che il governo può utilizzare per togliere d’imbarazzo quelle famiglie: «Considerando che la Presidenza del Consiglio si era costituita parte civile - scrive l’Esecutivo - deve ritenersi che la condanna in solido delle parti civili al pagamento delle spese sia sostenuta legittimamente dal solo Stato, anche in virtù della vigente legislazione sulla tutela delle vittime del terrorismo». E che quelle famiglie bresciane siano vittime del terrorismo, e dei depistaggi che si sono intrecciati nell’ombra, era chiaro a tutti. Al Quirinale prima di ogni altro. Una decisione non scontata, quella del governo, ma in fondo attesa. In questi ultimi due giorni si erano moltiplicati gli appelli perché il governo facesse il bel gesto. Lo ha chiesto Fabrizio Cicchitto, Pdl («È il minimo che si possa fare»), come Emanuele Fiano, Pd («Lo Stato non chieda il risarcimento delle spese per un processo che né alle vittime né all’intero Paese ha saputo consegnare una verità definitiva»). Paolo Corsini, deputato del Pd, già sindaco di Brescia, chiede poi al governo un decreto «per bloccare le spese processuali da parte dei familiari delle vittime di tutte le stragi». Non s’è spenta l’eco delle polemiche, però, e degli interrogativi che ha suscitato l’ultima sentenza di Brescia. Ci sono ancora documenti seppelliti negli archivi? Cicchitto sostiene che sia «sicuramente giusto» rendere accessibili carte rimaste eventualmente secretate di quel periodo. «E rinnoviamo la richiesta che il Senato tolga il vincolo di segreto sulle carte della commissione Mitrokhin, perché se è necessario conoscere tutto sull’eversione nera lo è altrettanto sapere del terrorismo di sinistra, sul Kgb e anche sull’organizzazione militare del Pci dagli Anni Quaranta in poi».