Rassegna, 17 aprile 2012
L’argentina nazionalizza il gruppo petrolifero Ypf in mano agli spagnoli
• Il governo argentino ha deciso di nazionalizzare la compagnia petrolifera Ypf, di proprietà della spagnola Repsol. Il progetto di legge, che sarà approvato a breve, parla di «recupero della sovranità nazionale degli idrocarburi» e prevede che il 51% delle azioni di Ypf saranno controllate e amministrate dallo Stato, mentre il restante 49% sarà gestito da un fondo formato da azionisti di minoranza. La mossa ha creato il panico negli ambienti finanziari e politici iberici già impegnati ad affrontare la crisi economica. La Ypf, sigla per yacimentos petroliferos forense, venne venduta a Repsol negli anni Novanta, l’epoca delle privatizzazioni selvagge volute da Carlos Menem. Per vent’anni Repsol ha potuto estrarre il greggio in centinaia di pozzi dalla Patagonia alla regione andina, fissando a suo piacimento il prezzo del carburante e senza rendere conto allo Stato argentino. Ieri le azioni di Repsol alla borsa di New York sono crollate, mentre pochi minuti dopo l’annuncio della Kirchner un gruppo di ufficiali giudiziari ha occupato la sede della società nel centro di Buenos Aires per assicurarsi immediatamente il controllo dei libri contabili e delle operazioni. La presidente argentina Cristina Kirchner ha dichiarato: «Deve essere chiaro a tutti ha spiegato Cristina Kirchner - che non stiamo nazionalizzando ma recuperando lo strumento fondamentale per sostenere il nostro sviluppo». Ha poi accusato la gestione spagnola di aver svuotato i pozzi più importanti, di non aver investito nella ricerca di nuovi giacimenti e nella modernizzazione degli impianti, al punto da costringere il paese a importare gas e petrolio per la prima volta nella sua storia. [Guanella, Sta]
• La Spagna è il primo investitore straniero in Argentina, con 28 miliardi di euro all’anno. [Orighi, Sta]