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 2012  aprile 17 Martedì calendario

O’ guaglione, il senatore che incantò Di Pietro e Silvio - Il «guaglione», lo chiamava Joe Marrazzo, grande inviato Rai, ai tempi in cui De Gregorio faceva il cronista di mafia pistarolo, il più giovane d’Italia, 19 anni; s’appassionò tantissimo al genere

O’ guaglione, il senatore che incantò Di Pietro e Silvio - Il «guaglione», lo chiamava Joe Marrazzo, grande inviato Rai, ai tempi in cui De Gregorio faceva il cronista di mafia pistarolo, il più giovane d’Italia, 19 anni; s’appassionò tantissimo al genere. Il «gatto e la volpe», dicono di lui e Lavitola gli investigatori dell’ultima inchiesta. «Giuda», lo apostrofò Di Pietro, che però fu il primo a candidarlo, e poi quello passò con Berlusconi. Ma chi è davvero Sergio De Gregorio? Certo ha avuto mille vite avventurose, e magari è bene cominciare dall’ultima, quella da politico. Archeologia anche umana, a vederla oggi, nella stagione dei tecnici, ma quell’Italia esiste ancora, attenti. Ora il senatore del Pdl dice «non mi sento perseguitato ma qualche dubbio comincio ad averlo». Spiega «dal 2006 non me ne hanno risparmiata una, tutte accuse false, e perché? Forse per aver contestato il governo Prodi...». Lamenta che gli arresti domiciliari sono «una cattiveria», «non vado all’estero, non inquino le prove, e poi dove volete che vada con questa faccia?». Eppure con quella faccia (e taglia) over 56 ne ha imbambolate, di persone. Il più famoso: Di Pietro. Nel 2006 dissero a Tonino che c’era questo signore che «portava un mucchio di voti», e adesso l’ex commercialista che lo accusa racconta che nel 2005 Martusciello, «che non lo vedeva di buon occhio, riuscì a farlo escludere» dalle liste di Forza Italia. L’Idv non ci pensò granché e lo imbarcò. In effetti il guaglione portò in dote ottantamila preferenze, a Napoli. Festeggiò con concertone di Peppino Di Capri. E poi tac, in un attimo era già col Cavaliere. Secondo il testimone-chiave, il passaggio fu «lautamente remunerato», e De Gregorio da Vespa ora dice di non aver mai preso soldi per passare al Pdl. Par di ricordare però che fu lui a raccontare serenamente a Libero che «alla firma dell’atto federativo che stabiliva anche il sostegno al partito nato dal movimento “Italiani nel mondo”», gli furono versati 500 mila euro. Del resto, generoso era generoso, Silvio: in quell’epoca sosteneva una nuova edizione dello Zibaldone di Dell’Utri, l’ospedale San Raffaele, le spese legali di Previti, perché negarsi la nuova «associazione culturale»? Presidente De Gregorio, vice Di Girolamo, e alè. Ma il primo responsabile era stato Di Pietro, che poi s’inventò un canovaccio patetico per replicare alle critiche: «Lo ha spiegato anche Gesù Cristo: ogni dodici, uno tradisce. Visto che io una volta ho già sbagliato, significa che non sbaglierò più». E comunque ormai era fatta, De Gregorio era onorevole. Per i pm, come Lavitola l’aveva introdotto a Berlusconi, così De Gregorio introdusse Valter alla legge sull’editoria. Sempre l’ex commercialista sostiene di false fatture e trasferimenti all’estero, e narra di rapporti «molto stretti» col Sismi di Pollari, e è qui che risaliamo a un’altra vita di De Gregorio, un certo tipo di giornalismo, diciamo, investigativo. Faceva, da bambino, veri scoop: tipo trovarsi sulla stessa nave - la Monterey - e allo stesso tavolo con Tommaso Buscetta con moglie e due figli, e nientemeno mettersi a parlare di Forza Italia nascente. Si vantò d’esser stato il primo a entrare in Iraq vestito da medico della Croce Rossa, o in un covo di kamikaze sciiti che si votavano al martirio. Come ci arrivava? Intercettazione con Lavitola, oggi: «Ho notizie di generali, di gente che monitora...». «Che bello era fare il giornalista», dirà. E ti credo: vide una mucca e rifondò l’ Avanti ; poi arrivò il latte. Ne divenne il patron, ma rivendica di aver ceduto le quote, nel ‘99, a Valterino. Per i pm quel giornale, e diverse società e false fatture, sono stati usati per stornare 23 milioni di finanziamento pubblico dal 1997 al 2011. E dire che l’ex dipietrista si lagnò perché Prodi gli aveva tolto due milioni di contributo alla tv Italiani nel mondo. «Gli italiani perdono importanti trasmissioni», denunciò. De Gregorio oggi si difende sostenendo di esser stato solo «fornitore esterno dell’ Avanti , distribuzione e service: non ho partecipato alla gestione dei fondi». Ma stanno spulciando in quattro container in un deposito di Casalnuovo, Napoli, con dentro vita, morte e miracoli di lui e della volpe Lavitola. Uno come il «gatto», sai quanti scoop ci farebbe?