Ettore Livini, la Repubblica 17/4/2012, 17 aprile 2012
Lo shopping dell´emiro del Qatar nel mirino Finmeccanica e Unicredit – MILANO - Angela Merkel ha le sue gatte da pelare sul fronte domestico
Lo shopping dell´emiro del Qatar nel mirino Finmeccanica e Unicredit – MILANO - Angela Merkel ha le sue gatte da pelare sul fronte domestico. Ue e Bce – causa i nein di Berlino e dei falchi della Buba – hanno i soldi contati. E così l´Italia, in attesa di principi azzurri "Made in Europe", guarda a Oriente e per dribblare la crisi dei debiti sovrani si aggrappa ai petrodollari degli emiri. A lanciare un salvagente a Roma è stato ieri Sheikh Hamad bin Khalifa Al Thani, numero uno della famiglia regnante del Qatar, fresco dell´acquisto per 650 milioni dall´Aga Khan della Costa Smeralda: «Il nostro fondo sovrano sta cercando forme e modi per investire nel vostro paese», ha garantito dopo un incontro con Mario Monti. Come e dove è da vedere. Ma una cosa è certa. I quattrini – merce rara in un mondo in crisi di liquidità – non sono un problema: il conto corrente del Qatar segna un saldo attivo di 60 miliardi di dollari. E in pochi anni – grazie al suo tesoretto fatto di gas e di greggio – questo paese grande come mezza Lombardia si è regalato un´invidiabile collezione di partecipazioni azionarie nel Gotha della finanza globale. Ritagliandosi pure un ruolo di regista (nemmeno troppo occulto) nella grande stagione delle primavere arabe. «Il mio obiettivo è consolidare il rapporto strategico tra i nostri due paesi», ha garantito ieri Monti. C´è da capirlo. Pecunia non olet. E di fronte alle ristrettezze del Vecchio continente, il decisionismo e la disponibilità degli emiri del Qatar sono un´occasione unica. Negli ultimi due anni Al Thani si è comprato i grandi magazzini Harrod´s a Londra, gli studios hollywoodiani della Miramax e si è regalato – tipica debolezza da nuovi ricchi – una squadra di calcio: quel Paris Saint Germain che Carlo Ancelotti sta provando a ridisegnare senza limiti di spesa. Sfizi? Forse, ma non solo. La famiglia regnante del Golfo ha imparato a gestire le sue ricchezze con un occhio attento alla geopolitica. È proprietaria di Al Jazeera, il network che ha fatto da megafono alle piazze della primavera araba. Candidandosi così – e i primi risultati già si intravedono in Libia – a recitare un ruolo di primo piano nel rilancio economico dell´Africa del nord. Di più: dopo il crac Lehman, con i bei nomi della finanza occidentale a corto d´ossigeno, ha messo sul piatto della bilancia il suo ricco portafoglio. Risultato: il Qatar Investment Authority, fatto impensabile fino a pochi anni fa, controlla oggi il 20% della Borsa di Londra, il 6% del Credit Suisse e un pezzo della Barclays. E nessuno, nemmeno in Germania e Francia, ha avuto niente da dire quando ha rilevato il 17% della Volkswagen, il 10% della Porsche, il 10% di Lagardére e il 2% di Louis Vuitton. Il mondo cambia ma le regole sono sempre le stesse: "Articolo quinto chi ha i soldi ha vinto" diceva Enrico Cuccia. E le munizioni del Qatar investment authority, il braccio finanziario del paese del Golfo, non sono certo esaurite: il 2011 degli emiri è andato in archivio con un Pil in rialzo del 18,7%, con un reddito pro capite (beati loro) di 105mila dollari circa e un surplus commerciale tra luglio e settembre 2011 è stato di 11 miliardi di dollari. Di carne al fuoco ce n´è molta anche sull´asse tra Roma e la penisola del Golfo. La Costa Smeralda («l´Italia e la Sardegna non si pentiranno del nostro investimento», ha garantito ieri l´emiro) è solo l´antipasto. In ballo ci sarebbero alcune commesse militari per Finmeccanica, l´ipotesi che gli Al Thani sostituiscano gli ondivaghi soci libici nell´azionariato di Unicredit o di un ingresso in Telecom Italia media. Il boccone più grosso però sono i 70 miliardi di investimenti previsti per i mondiali di calcio Qatar 2022. Ci sono da costruire metropolitane, strade, porti e aeroporti e le aziende tricolori sperano in una piccola fetta di questa torta. La partita è aperta. E l´Italia, come ha garantito l´emiro Al Thani a Monti, è in campo.