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 2013  aprile 07 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Mario Monti
Il Ministro degli Interni è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro degli Esteri è Mario Monti
Il Ministro della Giustizia è Paola Severino
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Vittorio Grilli
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Francesco Profumo
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Elsa Fornero
Il Ministro della Difesa è Giampaolo Di Paola
Il Ministro dello Sviluppo economico è Corrado Passera
Il Ministro delle Politiche agricole è Mario Catania
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Corrado Passera
Il Ministro della Salute è Renato Balduzzi
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Lorenzo Ornaghi
Il Ministro dell’ Ambiente è Corrado Clini
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali, turismo e sport è Piero Gnudi (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Fabrizio Barca (senza portafoglio)
Il Ministro della Cooperazione internazionale e integrazione è Andrea Riccardi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Filippo Patroni Griffi (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Dino Piero Giarda (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Muhammad Mursi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

I quattro italiani in Siria non sono stati sequestrati, ma solo bloccati.

Chi lo dice?
Lo dice l’Ansa che ha parlato con una fonte anonima. «Stanno tutti bene – ha detto questa fonte anonima - Saranno presto liberati e accompagnati in Turchia». Sono stati sequestrati? «No, sono stati fermati. I combattenti che li hanno fermati stanno facendo accertamenti  per verificare che si tratti di giornalisti e non di spie. In un primo momento i combattenti avevano pensato a delle spie. I combattenti li stanno trattando benissimo. Potrebbero essere in Italia già domani (oggi per il lettore)». I quattro sono il giornalista Rai Armando Ricucci, il fotografo Elio Colavolpe, il documentarista Andrea Vignali e la freelance Susan Dabbous, una troupe al lavoro da qualche giorno in Siria per il reportage “Silenzio si muore”, per conto di “La Storia siamo noi”. La Rai ha chiesto, come la Farnesina, «la massima collaborazione e il massimo riserbo» e ha sottolineato di essere in contatto costante con il ministero degli Esteri. Sia la Farnesina che la Rai chiedono il silenzio stampa. La blogger e attivista siriana Aya Homsi, che vive a Bologna, ha fatto sapere che anche a lei i quattro risultano in buona salute e in una condizione meno rischiosa di quella che s’era temuta all’inizio.  

• Chi sono i ribelli?
La fonte ha detto all’Ansa che i ribelli in questione appartengono  «alla galassia dell’opposizione e non all’esercito siriano libero».  

Che cosa stavano facendo i quattro italiani in Siria?
I quattro operavano facendo base in Turchia. Sarebbero entrati in Siria il 2 aprile nella zona di Guveci. Dal 4 aprile la redazione non sarebbe più riuscita a mettersi in contatto con loro. Potrebbero aver filmato postazioni militari e per questo sarebbero stati fermati. L’intelligence italiana sarebbe già in contatto con esponenti vicini ai ribelli. Ricucci e Colavolpe erano già stati ad Aleppo nei mesi scorsi per un reportage, sempre prodotto dal canale di approfondimento Rai. Ricucci aveva sempre detto di voler raccontare quella che definiva «una tragedia infinita». Sul suo blog spiegava l’idea di “Silenzio, si muore”, un progetto di giornalismo partecipativo, il primo di questo genere per la Rai. Le tracce del gruppo - secondo le prime ricostruzioni - si sono perse il 4 aprile, quando nel pomeriggio era previsto il collegamento con i ragazzi di una scuola di San Lazzaro, che partecipavano con spunti e discussioni via Skype alla realizzazione del servizio. I cellulari GSM e satellitare di Ricucci e degli altri componenti della troupe da quel momento sono stati irraggiungibili. Venerdì mattina fonti giornalistiche siriane e straniere presenti nella regione turca di Hatay e in contatto con gli accompagnatori di Ricucci hanno riferito che i giornalisti si trovavano nel villaggio di Yaqubiya, e nord di Idlib, in stato di fermo, ad opera probabilmente di miliziani fondamentalisti. Secondo la ricostruzione offerta da queste fonti, i reporter italiani erano stati fermati perché avevano filmato e fotografato postazioni militari sensibili.  

• A che punto è la situazione in Siria?
Fino ad ora i morti sono 70 mila. Arrivano di continuo le notizie più tremende. Tra queste: il fatto che a combattere con i ribelli siano ormai sempre di più anche bambini di 7-8 anni. Gira in rete un video dove si vede un piccolo Ahmed con l’Ak 47 in braccio, maneggia il caricatore, spara solo da terra perché il mitra è troppo pesante e a usarlo in una posizione diversa non ce la fa. Le formazioni di ribelli sono numerosissime, il movimento anti-Assad è frazionato in mille bande. Gli americani, che ufficialmente non partecipano alla guerra in nessun modo (Obama ha detto che interverrà solo se Assad adopererà le armi chimiche), riforniscono in realtà di armi le forze anti-regime, ma badando bene (o cercando di badar bene) all’identità delle formazioni a cui regalano gli ordigni di morte. Un’operazione di verifica che si chiama “vetting”. Le armi vengono fatte arrivare tramite la Turchia oppure con un giro Croazia-Arabia Saudita.  

E i fondamentalisti?
La formazione fondamentalista più agguerrita è Jabhat al Nusra. Si è alleata con l’al Qaeda irachena e, attraverso questa, riceve aiuti dall’Iran. A pochi chilometri di distanza, in Giordania, gli americani addestrano gruppi di ribelli siriani. Sono gli stessi che poi si trovano di fronte in Iraq? È un guazzabuglio. Assad sta in piedi grazie all’aiuto di russi e cinesi. Ma l’aiuto russo potrebbe venir meno: Cipro sta solo a cento chilometri e potrebbe garantire alla marina di Putin la stessa presenza nel Mediterraneo. (leggi)

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