Nicola Borzi, Il Sole 24 Ore 7/4/2013, 7 aprile 2013
IL «MAL DI BUDGET» COLPISCE LA DOCUMENTAZIONE D’OFFERTA
Cosa sono le pressioni commerciali nel collocamento di prodotti creditizi e finanziari? Lo spiega la nota di un capo area ai direttori di banca: «Vi chiedo di... agire tenendo conto dell’intera gamma di prodotti che siamo chiamati a collocare. Vi riassumo le priorità del mese. Collocamenti: Po (prestiti obbligazionari, ndr) terzi (prossima tranche 14/6); fondo cedola; prestito titoli (acquisendo raccolta indiretta su altre banche). Raccolta: time deposit su raccolta fresca; Po banca. Impieghi: prestiti; mutui soci con "corredo". È richiesta una vostra forte presenza su collaboratori e clienti». Dal 4 febbraio 2006 Plus24 segue ininterrottamente il tema dei budget per i dipendenti bancari, postali, assicurativi, finanziari, ai quali sono legati premi e salari variabili. Sul problema sono intervenuti sindacati (con accordi aziendali o di gruppo), associazioni, regulator. Tema sul quale Plus24 avanza ora una sua proposta. Ma le cattive pratiche sono sempre tornate.
Lo dimostrano due documenti dei componenti sindacali della Commissione paritetica politiche commerciali di una banca del nord. Il primo (18 gennaio) riguarda modalità di collocamento, profilatura Mifid e prospetto informativo di una polizza Vita unit linked: si chiedono chiarimenti «avendo riscontrato palese incoerenza tra quanto riportato dalla circolare aziendale e il prospetto della società emittente a cui rimanda la circolare. Mentre proposta commerciale e scheda prodotto riportano come clientela target quella con un profilo Mifid 3 (“medio basso”) e una “esperienza in materia di investimenti in strumenti finanziari scarsa”, il prospetto della società emittente riporta un profilo di rischio del fondo interno “alto”. Ci risulta che le stesse modalità siano state seguite in passato per prodotti di bancassurance similari. Incongruenza casuale o dettata da una politica commerciale improntata a far collocare prodotti ad alto rischio a una clientela con profilatura Mifid medio bassa, che rappresenta la quasi totalità?».
Il secondo (19 febbraio) chiede «chiarimenti sul collocamento» di un fondo comune, per la «palese incoerenza tra circolare aziendale e documentazione della Sgr. Mentre la proposta commerciale riporta uno stacco di proventi annui del 3% cedola predefinita (0,15 € per quota) per il primo anno; 3% cedola minima maggiorata della parziale partecipazione al rialzo del mercato azionario europeo per il secondo e terzo anno; cedola variabile derivante dalla parziale partecipazione al rialzo del mercato azionario europeo per il quarto e quinto anno (indicando un limite massimo di rendimento pari al 10-12,4%), la documentazione della Sgr specifica che il 3% annuo, in caso di insufficienti proventi della gestione, verrà distribuito con rimborso parziale del valore delle quote, mantenendo inalterato il numero delle quote. Ciò non compare nella circolare dove si cita l’impiego di derivati per assumere un’esposizione indiretta sul mercato azionario europeo, omettendo i rischi di tali strumenti, anche mediante assunzione di posizioni corte nette, e la loro amplificazione per l’effetto leva. Nessun accenno al fatto che l’obiettivo di rendimento non costituisce garanzia di restituzione dell’investimento né di rendimento minimo».