Cecilia Zecchinelli, Corriere della Sera 07/04/2013, 7 aprile 2013
IL PICCOLO PRINCIPE DEL MAROCCO CHE GIOCA A FARE IL RE IN MINIATURA
Impettito e solenne, a fianco di François Hollande e di Mohammed VI. Onnipresente durante la recente visita del presidente francese al re del Marocco, suo padre, dall’accoglienza in aeroporto fino alla firma di importanti contratti bilaterali. Quasi distaccato davanti agli onori che tutti gli attribuiscono, compresi i baciamano e i tappeti stesi ai suoi piedi. Moulay Hassan, che l’8 maggio compirà dieci anni, è già ora un re in miniatura: identico al sovrano che dal 1999 guida il Paese oggi più tranquillo (ma è relativo) della grande regione araba. Negli abiti occidentali e nei modi, nei gesti e negli sguardi, Hassan è apparso infatti un piccolo clone di M6 (come i marocchini chiamano il re), cosa che ha suscitato lo stupore misto a scherno di alcuni media francesi. «Baciamano di alti ufficiali a un gosse, un ragazzino? Seduto su un minitrono dove non tocca con i piedi per terra? Mah... Loro ci sono abituati...», commentava l’irriverente Yann Barthes su Canal Plus.
È vero: per i 32 milioni di sudditi del 22esimo monarca della dinastia alawide, che si fregia del titolo di «sherìf», ovvero discendente diretto di Maometto e come tale è guida anche religiosa del Marocco, il «culto» della famiglia reale è cosa antica e accettata. Non sempre e da tutti, ovviamente. Come in altre monarchie ben più conservatrici, si pensi al Golfo, il rispetto per i reggenti è un obbligo e spinge a denunciare chiunque sollevi critiche nei loro confronti, ne sanno qualcosa i giornalisti. Ma ai tempi di Internet le idee circolano comunque. E così sui blog marocchini si legge qualche critica all’uso del termine «moulay» ovvero «mia guida» per un bambino. E attacchi al baciamano, già mal tollerato nei confronti del padre, per il principino. I critici però sono minoranza.
Quando Hassan nacque dieci anni fa, primo figlio di Mohammed VI e maschio, la festa fu generale e sentita. Le foto che svelavano il viso del bimbo e quello della madre (in passato la regina non si mostrava) furono venerate in ogni casa. Hassan, dal nome del terribile nonno Hassan II e futuro terzo sovrano con questo nome, ha poi avuto un trattamento speciale dalla Storia di cui, magari, avrebbe fatto a meno. Per volere del padre infatti «è il primo della dinastia ad essere già nato re», come ha scritto il politologo Mohammed Al Ayadi: per la tradizione solo crescendo un principe riceveva l’investitura ad erede, suo nonno lo seppe a 28 anni. Ma per lui tutto ha assunto da subito un peso diverso: la circoncisione a due anni festeggiata dal padre che attraversava a cavallo la città vecchia a Rabat portandolo in braccio, mentre si annunciava la liberazione di 48 mila carcerati, un record assoluto. I primi studi iniziati sotto il controllo inflessibile del sovrano. E soprattutto, a nemmeno quattro anni, l’inizio dell’apprendistato: insieme a papà appena possibile per imparare il «mestiere» di re.
Le prime volte in situazioni più tranquille, come l’inaugurazione di una fiera agricola a Mekhnes in cui i presenti ricordano che il principino scappò ad ammirare gli agnelli. Poi in occasioni sempre più ufficiali fino alle riunioni di governo, all’accoglienza di re e presidenti (ben prima di Hollande), a importanti cerimonie religiose perché anche il piccolo Hassan discende dal Profeta e un giorno guiderà spiritualmente il suo popolo. In queste occasioni lo si vede vestito in modo tradizionale, sempre identico al padre. E Hassan si muove ormai da solo e su YouTube circolano vari video, come quello in cui inaugura il nuovo zoo di Rabat (ispezione della guardia reale, taglio del nastro, saluti alle autorità) senza la minima infrazione al protocollo. E senza mai apparire annoiato o costretto in questo ruolo da grande.
Sui media marocchini emerge anche qualche dettaglio allegro e infantile sulla vita di Hassan. Le gite a Disneyland con tutti i parenti. L’amore per il calcio, che gioca due volte alla settimana come centravanti. La sua passione per le auto: quelle vere del papà, o quelle elettriche, sue, che guida a forte velocità all’interno dei giardini reali. Ma stando ai bene informati sono attimi di spensieratezza sempre meno frequenti, il mestiere di re ormai è a tempo pieno per Hassan. E un indizio viene dalla sua pagina Facebook, dove conta 31 mila «mi piace» ma che non è più aggiornata da oltre un anno.
Cecilia Zecchinelli