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 2013  aprile 07 Domenica calendario

Se il nostro calcio, ma non solo quello, importasse dalla Svizzera Thomas Minder ci guadagnerebbe in salute

Se il nostro calcio, ma non solo quello, importasse dalla Svizzera Thomas Minder ci guadagnerebbe in salute. La Svizzera non è in crisi nera, non usa l´euro, eppure in un referendum ha votato sì al taglio di superpaghe e bonus, il 67,9% dei votanti ha deciso che le remunerazioni abusive dei cosiddetti top manager di aziende quotate in Borsa non era più tollerabile. Minder, che nella foto su Repubblica di martedì somiglia un po´ a Rummenigge, ha una ditta di cosmetici, non quotata in Borsa, e aveva rischiato di chiudere per il fallimento improvviso della Swissair, di cui era fornitore. Non è un "indignado", Minder, e nemmeno è di sinistra. Milita nell´Udc, partito populista di destra, e s´è fatto notare per posizioni xenofobe. Col successo larghissimo del referendum, un record storico, i livelli di retribuzione, i bonus e i vari premi saranno stabiliti dagli azionisti e non dal management. Per chi non rispetterà questo parametro, previsti tre anni di carcere e una multa pari a sei anni di stipendio. Minder non è Robin Hood ed è salito sul cavallo bianco quando ha scoperto che il presidente della Swissair fallita, Mario Corti, se n´era andato con un´indennità di 9 milioni di euro. Non per dare torto a Mina ("L´importante è finire"), ma a volte è pure importante incominciare. E, proseguendo, scoprire alcuni numeretti interessanti, numeretti svizzeri, ma son sicuro che in Italia vada peggio. Nel 1984, non un secolo fa, la differenza tra minimo e massimo salariale, in un´azienda svizzera, era di 1-6. Nel ´98 era di 1-14 e oggi è di 1-93, con picchi più alti (fino a 1-720). [La mia proposta, destinata a fallire come la Swissair, lo so, ma non mi verrebbe in tasca nulla, è questa: facciamoci prestare Minder dalla vicina confederazione, così si diceva una volta, e candidiamolo alla presidenza della Lega calcio. Essendo la scrivania già occupata, gli si potrebbe affidare un ruolo di consulenza. In fondo, ogni tanto e forse per sbaglio, il calcio italiano ne azzecca una. Venerdì, per un solo voto di scarto, Lotito non è diventato vicepresidente federale. Un buon candidato alla presidenza della Lega, secondo molti e anche secondo me, era Andrea Abodi (7,5), che in B ha avviato una novità fondamentale, assimilabile al salary cap. Essendo un buon candidato, naturale che non fosse votato. [Minder, a occhio, ci metterebbe non più d´una settimana a risolvere un caso che fa ridere mezza Europa e che, oggettivamente, fa ridere anche più di mezza Italia, Sardegna esclusa. Parlo degli spostamenti del Cagliari, che ha messo una croce sopra Is Arenas ed è orfano di campo. Rieti no, Trieste forse, c´è chi pensa che il campionato sia falsato, si discute sull´apporto del pubblico, a porte chiuse il Cagliari va forte, ma Montella, sottilmente, dice che l´assenza di pubblico, anche di tifo contrario, può aver danneggiato la Fiorentina. A me pare che i veri danneggiati siano i tifosi, ancor più gli abbonati. Cioè, gli ultimi per i quali l´azienda calcio si preoccupa. Preoccupa invece che, dopo Ronaldinho che mima una raffica dopo aver segnato un gol, i poliziotti brasiliani impugnino i fucili a pompa e li puntino sui calciatori dell´Arsenal Sarandy, dopo una partita della Coppa Libertadores a Belo Horizonte terminata 5-2 per l´Atletico Mineiro. Già un episodio simile s´era verificato l´anno scorso dopo San Paolo-Tigre. In Brasile ci saranno i mondiali l´anno prossimo, e tra due mesi la Confederations Cup. Lì c´è da preoccuparsi più dei grilletti che dei grillini. Qui le esagerazioni calcistiche sembrano fermarsi al livello verbale. Molto criticato Beckenbauer per la frase su Buffon, chiaramente una battuta ("tiro da 120 metri"). È peggio la battuta di Beckenbauer o la consegna del Tapiro? Venerdì su Tuttosport Alberto Ferrarini, il motivatore di Bonucci, in un titolo gli dice che dovrà sputare sangue, mentre Conte vuole i suoi con la bava alla bocca. Eccessivo, col povero Pescara. [Non esalante anche il commento del conduttore della "Zanzara" dopo lo scherzetto della telefonata a Valerio Onida in cui un imitatore si spacciava per Margherita Hack: «Non sono pentito, c´è libertà di stampa». Pentirsi perché? Sarà fierissimo. Quanto alla libertà di stampa, non si capisce cosa c´entri. Ai miei tempi gli anziani dicevano: al telefono, nome, cognome e testata d´appartenenza, con chi si vuole intervistare. Mi è rimasta l´abitudine. Altrimenti avrei già ingaggiato un imitatore perché telefonasse a Minder spacciandosi per Abete. O al centro di raccolta dei top manager italiani spacciandosi per Minder.]