Elvira Serra, Corriere della Sera 07/04/2013, 7 aprile 2013
IL GIUDICE CONDANNA IL FLIRT SOLO TELEFONICO: «È COME TRADIRE»
Flirtare al telefono con le colleghe può costare caro, al netto della tariffa del gestore. Lo sa quel marito di cui la Corte d’appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto, ha rigettato il ricorso nella causa di separazione. Una serie di telefonate ammesse come prove lasciavano «chiaramente trasparire» legami sentimentali con due colleghe, «non ignoti sul posto di lavoro». I giudici hanno avvicinato il concetto di fedeltà coniugale a quello di lealtà e hanno stabilito che «la relazione con estranei rende addebitabile la separazione quando, in considerazione degli aspetti esteriori con cui è coltivata e dell’ambiente in cui i coniugi convivono, dia luogo a plausibili sospetti di infedeltà; pertanto ogni qualvolta essa, anche se non si sostanzi in un adulterio, comporti comunque offesa alla dignità e all’onore dell’altro coniuge».
La sentenza numero 85 del 2013 ha sorpreso non poco gli esperti di diritto di famiglia: è ormai raro che sia l’adulterio a causare l’addebito. «Fossi il legale del marito farei ricorso in Cassazione», dice la matrimonialista Valeria Mazzotta, del foro di Bologna. Considera eccessiva la decisione, ma individua subito l’elemento che può avere convinto i magistrati di Taranto. «Molto dipende dal contesto, probabilmente se la stessa cosa fosse successa in una grande città avrebbe avuto un esito diverso. Ma i coniugi vivono a Martina Franca, un piccolo centro. E quelle telefonate devono essere state lesive del decoro della moglie».
L’avvocato Laura Hoesch punta il dito contro la norma sull’addebito. «Per me andrebbe abolita. È anacronistica in una vita complessa dove le relazioni sono meno stereotipate di una volta. Non serve a niente. Le relazioni si rompono attraverso meccanismi complicati». Riconoscere l’addebito significa dare all’adulterio la colpa della crisi coniugale. «E questo non avviene quasi più. La replica più frequente davanti al giudice, perlopiù accolta, è che il tradimento è stato la conseguenza di un rapporto già logorato. Mentre il risarcimento danno è un’altra cosa, esula dalla relazione matrimoniale».
«Fedeltà — hanno scritto i togati pugliesi — non significa solo astenersi dall’avere rapporti sessuali con persone diverse dal coniuge, ma non tradire la fiducia reciproca che dura quanto dura il matrimonio». E la terapista di coppia Gianna Schelotto fa notare tutte le implicazioni psicologiche del flirt telefonico con una collega (e viceversa). «Vuol dire benevolenza, affettività, simpatia: un campo dal quale la moglie si sente esclusa. Forse è un eccesso ammettere la colpa, come in questo caso, ma di sicuro è stata riconosciuta l’insensibilità dell’uomo che non si è reso conto di aver ferito i sentimenti della compagna».
Come si fa a capire di aver passato il segno? «Quando viene il desiderio di incontrare nella realtà il partner telefonico, allora bisogna fermarsi», risponde il sessuologo Marco Rossi, che riconosce legittimità alle fantasie: «Sono anzi il motore del desiderio. Purché restino tali». Nel caso della coppia tarantina le trascrizioni delle conversazioni non lasciavano dubbi sul loro tenore. «Non so se sia stato fatto un processo alle intenzioni. Certo, oggi tutto il mondo virtuale, che un tempo era visto come una nicchia per depravati o personaggi d’élite, è un luogo come un altro, dove si fa conoscenza molto di più che andando in palestra. Se però dall’altra parte del filo c’è una persona reale che si conosce e si frequenta, il passaggio dalle parole ai fatti è solo una questione di tempo».
Elvira Serra