Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Rossella Urru forse è libera, ma forse no. Al Jazeera dice che è stata liberata nel «Maghreb islamico» o forse nel Mali assieme a un poliziotto che quelli di al Qaeda avevano rapito mesi fa nel sud della Mauritania (questo poliziotto si chiama al Ould al-Mukhtar). Il rilascio sarebbe stato concesso in cambio della scarcerazione di Abdel Rahman Ould Madou, salafita, a suo tempo nel commando che aveva sequestrato Sergio Cicala e Philonene Kabouree. Sono storie troppo complicate, e il lettore non le ha magari presenti: gli basterà sapere che c’è tutta un’area, assai vasta, nel nord del continente africano dove bande che stanno a mezzo tra la malavita organizzata e il fondamentalismo islamico si dedicano a parecchie attività illecite, ma soprattutto al sequestro di persona, assai redditizio. Non si hanno notizie di soldi pagati per la Orru, ma si sa che le autorità mauritane, oltre a Ould, dovrebbe lasciar libero molto presto Mohammed Ould Sidi Mohammed, altro terrorista: aprirebbero le porte della sua cella solo dopo l’arrivo di Rossella a Nouachkott. Sarebbe invece già stato liberato e portato al confine tra Mali e Mauritania al-Azawadi, sequestratore professionista fermato nella Mauritania orientale. Nel conto dovrebbero entrare altri qaedisti, che i mauritani libererebbero a ore.
• Perché non è sicura la scarcerazione della Urru?
La conferma ufficiale non c’è. Oltre tutto era stata rapita con due spagnoli (Ainhoa Fernandez de Rincon e Enric Gonyalons) di cui non si sa niente. Dalla Farnesina consigliano prudenza. Il padre di Rossella, Graziano, capo dei vigili urbani di Samugheo (provincia di Oristano), ha semplicemente dichiarato: «Stiamo aspettando». Margherita Boniver ha detto: «Se fosse vero lo sapremmo». Lo scorso 2 marzo la Boniver era volata a Nouachkott per discutere col presidente mauritano Abdel Aziz la sorte della Orru e degli altri due italiani che si trovano nelle mani dei terroristi di laggiù. Ma l’aereo – un aereo di linea perché il governo, per ragioni di costi, non ha autorizzato il volo di Stato – è arrivato a destinazione con tre ore di ritardo per via di un passseggero della Guinea espulso dalla Francia e che a bordo s’è messo a piangere e a gridare. L’appuntamento è saltato.
• Mi fa impressione che la liberazione della Orru sia avvenuta dopo gli appelli della Cucciari e di Fiorello… segno che se non si fa un po’ di cagnara non succede niente.
Forse lei ha ragione, ma forse no. La Farnesina sostiene che queste trattative si conducono – devono condursi – in silenzio.
• Certo la coincidenza è impressionante.
Lo so. A Sanremo la Cucciari, a conclusione del suo sfottò dei divi del Festival, s’era fatta a un tratto seria e aveva pronunciato il nome di Rossella Urru. «So cosa vi state chiedendo: chi è Rossella Urru? […] lavora per aiutare donne e bambini nel Saharawi, è prigioniera da 117 giorni […] io spero che il suo futuro sia qui, a casa sua libera e presto […] spero che siano anche queste in Italia le donne che fanno notizia». Su questo anche Fiorello aveva organizzato uno spot, mandato dai tg e su twitter. Questo ha aiutato? Chi sa. Speriamo intanto che sia libera veramente.
• Chi è questa ragazza, in definitiva?
Farà 30 anni il prossimo 22 marzo. È sarda di Samugheo, ha studiato a Ravenna alla facoltà di Conservazione dei Beni Culturali (indirizzo Cooperazione Internazionale). Non c’è molto da dire, a pensarci bene: ha fatto la tesi sul Saharawi, poi ha partecipato al progetto messo in piedi dal comune di Ravenna per aiutare le donne e i bambini di quel paese. Stava laggiù da due anni: un campo che ospita 150 mila rifugiati, a Rabuni, nella provincia di Tinduf. Sono terre abbandonate da Dio e dagli uomini e intorno a cui si combatte una guerra civile per ottenere l’indipendenza del Sahara occidentale dal Marocco. Ma tutta l’area è infestata da terroristi, banditi e, sulle coste, pirati. Il sequestro di Rossella e dei due spagnoli è avvenuto lo scorso 23 ottobre, poco dopo la mezzanotte: un attacco portato da gente proveniente dal Mali, arrivata a Tinduf (Algeria) a bordo di fuori strada.
• Quanti sono gli italiani ancora in mano ai qaedisti?
Maria Sandra Mariani, 53 anni, di Firenze: presa il 2 febbraio dell’anno scorso durante un viaggio nel Sahara algerino. Ha fatto sapere – attraverso al Arabiya - di essere stata catturata da al Qaeda. Lo scorso 12 maggio, in Nigeria, è stato sequestrato l’ingegner Franco Lamolinara, di 47 anni, originario di Vercelli dove ha moglie e figli. Non si hanno più notizie neanche di Bruno Pellizzari, skipper, rapito dai somali il 10 ottobre 2010. Stava con lui anche la sua compagna Deborah Calitz. Ci sono poi i sei marinai della Enrico Ievoli, alla fonda davanti alla costa della Somalia dove l’hanno portata i bucanieri di quel paese. C’è infine Giovanni Lo Porto, palermitano, 38 anni, rapito insieme a un collega tedesco a Multan, nella parte pakistana del Punjab. Era andato in quel lontano paese per partecipare alla costruzione di alloggi di emergenza. Non se ne sa più niente dallo scorso ottobre.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 4 marzo 2012]