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 2012  marzo 04 Domenica calendario

Il leader pentito demolisce i No Tav - Alle tre e mezzo di sabato po­meriggio, con un maglione rosso come le sue idee, Antonio Ferren­tino è in municipio

Il leader pentito demolisce i No Tav - Alle tre e mezzo di sabato po­meriggio, con un maglione rosso come le sue idee, Antonio Ferren­tino è in municipio. «Preparo un documento sulla Tav da sottopor­re ad alcuni parlamentari», dice il sindaco che nel 2005 guidò le pro­teste contro la Torino­ Lione. Oggi non riconosce più il movimento No Tav. E per loro è «un traditore». Sindaco, che cosa è cambiato in questi sei anni? «Sono tra quelli che hanno com­battuto un progetto sbagliato che marginalizzava Torino. Oggi tutti ci danno pubblicamente ragione, da Fassino al governo. Il tracciato è stato modificato in meglio. I due tavoli, tecnico e politico, hanno la­vorato bene. Ma qualcuno non vuole prenderne atto». Il movimento No Tav? «Nel 2005 eravamo quasi tutti valsusini guidati dagli ammini­­stratori locali, destra e sinistra. Non era una battaglia di schiera­mento. Oggi la gente del posto è pochissima, soprattutto nelle azioni violente. C’è una spaccatu­ra provocata dai più oltranzisti, non disposti a ragionare. Nel 2010 è partito il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus: non ricor­do nessuna marcia di protesta». Per loro il traditore è lei. «Lo so bene. Ma io prendo le di­st­anze da attacchi alla magistratu­ra e comportamenti non rispetto­si delle forze dell’ordine.Nel 2005 non è stato tirato un bullone con­tro la polizia, i sindaci hanno sem­pre garantito il rispetto di tutti». E le accuse al procuratore Ca­selli che ha arrestato una tren­tina di No Tav? «Caselli non può essere un ido­l­o se indaga su Berlusconi e la ma­fia e un fascista se osa valutare la posizione di singole persone accu­sate di gravi reati. I poliziotti per me sono prima di tutto lavoratori. È inaccettabile dire “abbiamo pic­chiato i­giornalisti perché credeva­mo fossero della Digos”. È una de­riva pericolosissima». Lei è per il sì o il no alla Tav? «C’è ancora molto lavoro da fa­re. L’Osservatorio di Virano ha evi­denziato tre priorità: la soluzione del nodo di Torino,l’obbligo di tra­sferire le merci dai Tir ai treni e il tunnel base. Si discute solo di que­sto, mentre sul resto si tace». La galleria contestata è l’ulti­mo dei problemi? «Certo. Nessuno ha deciso co­me sarà attraversata Torino e co­me organizzare la logistica inter­modale. Occorre una politica dei trasporti chiara. Ma i sindaci snob­bano il nostro progetto». Che cosa temono? «Per i No Tav questa è diventata una lotta anti sistema. Ma stiamo parlando di una linea ferroviaria, non di una centrale atomica. Quel­lo di Chiomonte è un tunnel geo­gnostico, non lo scavo vero». Lei dunque non discute se fare la Tav, ma come . «Se mi tolgono dalle strade 2.800 dei 3mila Tir che ogni gior­no transitano in valle, e mi aggiun­g­ono una metropolitana di super­ficie che elimina altre migliaia di auto, perché devo oppormi? Di­scutiamo di tutto, senza tifoserie, per farla al meglio». Il segretario del suo partito, Ni­chi Vendola, non la pensa così . «Nemmeno il mio segretario provinciale Michele Curto. Ma io ho la mia storia. Vendola avrà cat­tivi consiglieri, e poi mi pare che in Puglia l’alta velocità la vuole. Il peggio è comunque Di Pietro». Perché? «Gestì la vicenda da ministro del governo Prodi. Lui ha inventa­to il cantiere di Chiomonte senza consultare i sindaci. E ora chiede la moratoria perché il progetto è sbagliato. Che voltagabbana. Al­meno dicesse: ho sbagliato. Inve­ce cavalca l’onda della protesta». Vuole il voto della Val Susa . «Qui hanno preso voti tutti, Prc, i Verdi quando Pecoraro Scanio veniva ogni fine settimana, ora Grillo. Io sono stato rieletto sinda­co su questi temi con il 67%. I No Tav hanno preso il 7,8% e il loro candidato era un signore di una fa­miglia storica del paese, non un meridionale trapiantato come me». Che cosa pensa di quanto ha detto Monti l’altra sera? «Non ho apprezzato i toni né il ri­ferimento ai tempi di percorren­za. Questa è un’opera per le mer­ci, non per le persone. È poco infor­mato anche lui». E la severità sull’ordine pubbli­co? «Sacrosanto. I blocchi stradali a sorpresa sono assurdi. La nostra economia è basata sul turismo e l’immagine.I No Tav non si rendo­no conto di quali danni provoca al territorio l’autostrada chiusa. Contestano le ordinanze del pre­fetto, che invece è stato molto sag­gio? Le impugnino. Si oppongono agli espropri? Da uomo di sinistra considero assurda la difesa della proprietà privata. Io non vado più alle loro marce». Andrà a quella del governato­re Cota? «Non credo a queste cose. Ali­mentano tensioni e spaccature».