Massimo Gaggi, Corriere della Sera 04/03/2012, 4 marzo 2012
LA STUDENTESSA, L’INSULTO SESSUALE E LA TELEFONATA DI OBAMA —
«Sgualdrina!»: l’insulto nei confronti di una studentessa universitaria rea di aver criticato le assicurazioni sanitarie che non includono i sistemi di contraccezione tra le prestazioni fornite gratuitamente agli assistiti lanciata da Rush Limbaugh, il conduttore radiofonico di estrema destra più sboccato e criticato d’America, sta incendiando il dibattito politico americano alla vigilia del «Supermartedì» nel quale dieci Stati Usa voteranno per la scelta del candidato repubblicano alla Casa Bianca.
Una campagna elettorale in gran parte centrata sull’economia a causa della lunga recessione e della crisi occupazionale, da qualche tempo sta lasciando spazio anche ai temi etico-religiosi, soprattutto per le sortite di Rick Santorum: un esponente della destra cristiana che in questi giorni sta spostando sempre più la sua campagna verso la contraccezione, la formazione scolastica, la separazione Stato-Chiesa. Argomenti sui quali il suo integralismo cresce giorno dopo giorno. Tanto da far temere allo stesso partito repubblicano di perdere l’appoggio di molte donne e di regalare a Barack Obama i centristi moderati.
Timore che si è rafforzato ieri quando il presidente ha deciso di scendere in campo col massimo della visibilità possibile telefonando la sua solidarietà a Sandra Fluke, la studentessa della Georgetown University di Washington insultata da Limbaugh: l’ha, infatti, chiamata proprio mentre lei stava dando una serie di interviste televisive. Una lunga conversazione telefonica della quale il portavoce di Obama, Jay Carney, ha voluto dare ampio conto durante la quotidiana conferenza stampa alla Casa Bianca.
Quello della contraccezione è da settimane un tema molto caldo e lo stesso presidente, alcuni giorni fa, era stato costretto a una correzione di rotta sull’obiezione di coscienza delle organizzazioni cattoliche, dopo che il governo aveva inizialmente appoggiato una norma in base alla quale tutti i piani sanitari dovevano obbligatoriamente comprendere strumenti di controllo delle nascite.
Scendere di nuovo in campo su questo tema poteva essere politicamente rischioso: il presidente si espone all’accusa della destra di essere il paladino del «preservativo di Stato». Ma i democratici sono convinti che l’offensiva dei conservatori repubblicani sulla contraccezione, quasi sempre condotta da uomini, abbia ormai le caratteristiche di una sorta di «guerra alle donne». O che, comunque, possa essere presentata agli americani come tale. Così Sandra, una ragazza che è andata a spiegare davanti a un «panel» congressuale di avere problemi economici perché la sua mutua non le passa gli anticoncezionali, è diventata il simbolo di questa battaglia.
La Fluke, terzo anni di studi in giurisprudenza, ha, infatti, scelto la Georgetown, l’università dei gesuiti che ha sede a Washington e che nei giorni scorsi si era unita alle proteste delle altre organizzazioni cattoliche quando sembrava che il governo volesse inserire obbligatoriamente gli anticoncezionali in tutte le polizze sanitarie. Esclusa da un’audizione formale del Congresso, che sta discutendo di controllo delle nascite, la Fluke, che all’università è una donna politicamente molto impegnata, è stata invitata dai democratici a parlare davanti a un «panel» informale. Qui si è lamentata: «Spendo mille dollari l’anno di contraccettivi che la mutua dell’università non mi passa».
«Bagascia, quanto sesso fai per spendere tutti quei soldi. Fai vergognare i tuoi genitori», l’ha insultata il giorno dopo dai suoi microfoni Rush Limbaugh. Mentre Obama chiamava per confortarla e dirle che i suoi genitori devono, invece, essere orgogliosi di lei, il conduttore è stato criticato anche dai repubblicani: il capo della maggioranza conservatrice alla Camera, John Boehner, ha definito «inappropriato» l’attacco di Limbaugh. E alcuni inserzionisti della sua trasmissione hanno deciso di cancellare i loro contratti pubblicitari.
Limbaugh non ha più dato della prostituta alla studentessa, ma l’ha attaccata ancora, sostenendo che, se fosse nei panni dei genitori, si andrebbe a nascondere. Ambigua, come spesso accade, la reazione di Mitt Romney: «Io non avrei usato quel tipo di linguaggio».
Massimo Gaggi