Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Domani, lunedì 2 agosto 2010, sono trent’anni dalla strage di Bologna, sabato 2 agosto 1980. Una bomba che alle 10.25 del mattino esplode nella stazione della città sbriciolando la sala d’aspetto di seconda classe e investendo il treno Ancona-Chiasso in sosta sul primo binario: 85 morti e 200 feriti, il più grave atto terroristico della storia repubblicana. Questa volta, alla cerimonia in memoria convocata in piazza Medaglie d’Oro, non interverrà nessun rappresentante né del governo né dell’opposizione. A nome dello Stato parlerà il prefetto Angelo Tranfaglia. Dalla prefettura, alle domande di spiegazioni, rispondono che questa prassi è «normale». Anche senza spiegazioni, le ragioni di questa assenza sono chiare. Negli anni scorsi sono stati ricoperti di fischi e di insulti tutti quelli che si sono presentati, fossero di questa o di quella parte politica. Giuliano Amato, Pier Ferdinando Casini, Rocco Buttiglione, Giuseppe Pisanu, Pietro Lunardi, Giulio Tremonti, Cesare Damiano, Gianfranco Rotondi e, nel 2009, Sandro Bondi. Dopo i fischi a Bondi, il presidente dei deputati del Pdl (un Pdl ancora unito) disse: «Non è scritto da nessuna parte che il ministro venga invitato per essere insultato». Paolo Bolognesi, il presidente dell’Associazione che riunisce le famiglie delle vittime, ha parlato di “governo in fuga”. Altri politici hanno rilasciato dichiarazioni di vario tenore, di cui non vale in definitiva la pena parlare.
• Perché li hanno sempre fischiati?
Perché tutti sono convinti che lo Stato sia complice almeno due volte. Una prima volta perché nessuno toglie dalla testa dei famigliari e di tutti quelli che si sono occupati del caso anche di sfuggita che nella strage ci sia – e pesante – la mano dei nostri servizi segreti o di amici dei nostri servizi segreti (gli americani?). Lo Stato risulta complice una seconda volta perché quella sua articolazione che si chiama magistratura ha condotto inchieste e processi in modo da condannare gli ultimi (eventuali) anelli della catena e di tenere al riparo i mandanti e gli esecutori di primo livello.
• Chi è stato condannato per il massacro?
Giuseppe Valerio (Giusva) Fioravanti, sua moglie Francesca Mambro (sposata in carcere nel 1985), e Luigi Ciavardini, all’epoca dei fatti minorenne. I tre, fascisti dichiarati (o secondo la loro definizione: anti-antifascisti), non hanno esitato ad addossarsi altri fatti di sangue, ma si sono sempre dichiarati innocenti di questo. Il presidente dell’Associazione famigliari, Paolo Bolognesi, è convinto che siano colpevoli e invita chi dubita a leggersi gli atti infiniti degli infiniti processi di questa storia. Una versione sull’origine della strage, molto contestata, ma che forse ha un qualche fondamento, l’ha fornita il presidente emerito Cossiga: la strage sarebbe stata compiuta dai palestinesi.
• Perché i palestinesi avrebbero dovuto mettere una bomba a Bologna?
Si sarebbe trattato di un errore o di un incidente. I nostri servizi segreti avevano dato il permesso ai palestinesi di portare su e giù per la Penisola armi ed esplosivo e persino di stabilire basi armate. Garanzia di essere lasciati in pace e garanzia, da parte palestinese, di non compiere attentati in Italia. In una di queste operazioni di trasporto, l’esplosivo caricato sull’Ancona-Chiasso, e destinato a qualche altra impresa, sarebbe esploso per sbaglio.
• Credibile?
La tesi è stata parzialmente smontata dal celebre terrorista Carlos, detto Lo Sciacallo. Intervistato l’anno scorso da Biagio Marsiglia del Corriere della Sera, Carlos ha detto: «La strage del 2 agosto, a Bologna, non è opera dei fascisti. Quella è roba della Cia, i servizi segreti italiani e tedeschi lo sanno bene. Il guaio è che l’Italia è una semicolonia degli Stati Uniti, ragion per cui nel vostro Paese non si possono risolvere i tanti misteri... L’Italia dal 1943 è metà pizzeria e metà bordello degli americani, per questo non si risolve nulla... e lo stesso vale per la Germania, semicolonia americana dal 1945 [...] In quegli anni il traffico di armi ed esplosivi attraverso l’Italia era cosa soltanto nostra. Col beneplacito dei servizi italiani. Per questo posso certamente dire che in quei giorni mai ci sarebbe potuto sfuggire un carico di T4 grande come quello fatto esplodere a Bologna. Quel tritolo viene dai militari... Conosco bene quel tritolo, non suda, non si muove... per farlo saltare serve per forza l’innesco». A provocare l’esplosione, secondo Carlos, sarebbero stati gli stessi americani, proprio per spezzare l’accordo tra italiani e palestinesi. Qualcosa che ricorda il caso Calipari.
• Che fine hanno fatto i tre condannati per la strage?
Fioravanti ha scontato l’ergastolo ed è libero. La Mambro (ergastolo) è in libertà condizionale dal 7 ottobre 2008 e fino al 2013. Ciavardini, condannato a 30 anni, è in semilibertà dal 24 marzo 2009. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 1/8/2010]
(leggi)