MAURO FAVALE, la Repubblica 1/8/2010, 1 agosto 2010
FINI CACCIATO VIA DA UN PADRONE A NOI DEL MANIFESTO ANDÒ MEGLIO" - ROMA
Per il Secolo d´Italia, il quotidiano dei finiani, quello andato in onda giovedì scorso «è un film già visto: come nel Pci del 1969 anti-manifesto». Valentino Parlato nel 1969 c´era e per lui «non è proprio lo stesso film. Piuttosto una farsa tragica». Settantanove anni, Parlato ha fondato e diretto a più riprese il manifesto. Insieme a Aldo Natoli, Luigi Pintor, Rossana Rossanda, Luciana Castellina e Lucio Magri fu radiato dal Pci perché le loro tesi furono considerate «al di fuori e incompatibili con l´orientamento ideale, politico e organizzativo del partito». Oggi, Parlato, del quotidiano comunista è una delle firme più autorevoli. Ieri ha scritto un editoriale in prima pagina per spiegare che «di fronte all´attuale comportamento di Berlusconi il Pci era un faro di democrazia».
Quindi, Parlato, più analogie che differenze tra il gruppo del manifesto e quello dei finiani.
«Le differenze sono grandi, è tutto un altro film. Una cosa è il 1969, e un´altra il 2010. Per noi si parlò di radiazione, qui c´è stata un´espulsione».
Il Secolo fa un parallelo improprio?
«Mi passino la battuta: diciamo che vogliono vestire i panni di vittima nobile. Ma se permette il punto è un altro».
Quale?
«Questa storia di Fini e dei finiani è stata risolta in "quattro e quattro otto". Prima della nostra radiazione ci furono due comitati centrali. Si discusse lungamente nelle federazioni. Della questione venne investito tutto il partito. Ci fu un vero dibattito democratico. La nostra radiazione non fu certo decisa in un consiglio d´amministrazione. Come mi sembra sia stato fatto per Fini e i suoi».
A oltre 40 anni di distanza cambia lo stile?
«Il modo con cui venimmo radiati non fu un modo offensivo. È stato una modalità scelta da un partito organizzato, in cui vigeva il centralismo democratico, certo con punte di stalinismo, ma furono seguite determinate regole. A distanza di anni, mi pare che il Pci si sia anche un po´ pentito. Insomma, non fu un modo offensivo, padronale. Procedure e sostanza sono del tutto diverse. Noi strappammo sulla storia del rapporto con l´Unione sovietica, qui sulla corruzione nel partito. E poi il Pci pubblicò un libro coi verbali dei comitati centrali che discussero della nostra radiazione. Ce lo vede Berlusconi che decide di far pubblicare, magari alla Mondadori, i verbali delle riunioni di Palazzo Grazioli sulla cacciata di Fini?».