Paolo Molinaroli a Sergio Romano, Corriere della Sera 1/8/2010, 1 agosto 2010
LA SCELTA DI NIZZA
Caro Romano, in merito alla questione di Nizza e della sua annessione alla Francia ( Corriere, 16 luglio) vorrei esprimere due osservazioni. La prima riguarda la lingua: il dialetto nizzardo, ancorché ricco di affinità col ligure, appartiene pur sempre all’area provenzale o, meglio, occitana. Il secondo punto, più determinante ai fini degli accadimenti storici, è quello economico. Non si può, a mio avviso, non tener conto della grande differenza in termini di reddito pro capite che allora vigeva tra la Francia e lo stato sabaudo. Ho letto tra le altre cose che, nella piazza centrale della città di Barcelonnette, esisteva una sorta di mercato delle braccia riservato ai fanciulli piemontesi, i quali, pur di venire sfamati, venivano inviati a servizio presso famiglie locali in condizioni di quasi schiavitù. In definitiva quindi, aver chiesto allora ai nizzardi se divenire francesi sarebbe come, con le dovute proporzioni, chiedere ora alle comunità ellenofone dell’Albania se divenire parte integrante della Grecia. Ritengo che il risultato di questo ipotetico plebiscito sarebbe scontato, pur tenendo conto delle difficoltà che la Grecia sta attraversando in questi mesi.
-Paolo Molinaroli p.molinaroli@gmail.com
Per la verità ho ricevuto altre lettere che rivendicano appassionatamente l’italianità di Nizza. Ma la sua mi è parsa molto convincente.