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 2010  agosto 01 Domenica calendario

“Slow news” lente ma sicure - Per la Columbia Journalism Review la proposta di cui discutere è quella sollevata da Walter Shapiro di Politics Daily sulla necessità di dare vita a uno «Slow News Movement» ovvero a un movimento per «dare le notizie lentamente»

“Slow news” lente ma sicure - Per la Columbia Journalism Review la proposta di cui discutere è quella sollevata da Walter Shapiro di Politics Daily sulla necessità di dare vita a uno «Slow News Movement» ovvero a un movimento per «dare le notizie lentamente». Lo spunto è quanto avvenuto a Shirley Sherrod, la funzionaria afroamericana del Dipartimento dell’Agricoltura licenziata dal governo a seguito della diffusione da parte di un blogger ultraconservatore della versione travisata di un suo discorso, che la faceva apparire erroneamente razzista anti-bianchi. Lo scivolone collettivo - per 48 ore tutti hanno avvalorato la tesi del razzismo - porta Shapiro a suggerire più «lentezza» nel reagire alle notizie, al fine di evitare di subire lo «spin» - l’influenza - di chi tenta di condizionarle. L’altro vantaggio può venire dal riflettere su quanto avviene lontano dai riflettori, dando vita a processi di lunga durata destinati ad avere conseguenze permanenti. E in questo caso Shapiro fa riferimento ai tre processi «lenti» destinati ad influenzare l’esito delle elezioni di novembre per il rinnovo del Congresso: l’entrata in vigore della Riforma della Sanità di Obama, la ripresa economica senza aumento dell’occupazione e l’impatto della marea nera sulla credibilità dell’amministrazione. Resta da vedere se la proposta-provocazione di Shapiro possa avere successo in un’informazione a cui Internet ha impresso l’accelerazione che ha trasformato la tv in archeologia. Come ha detto Andrew Breitbart, autore del falso scoop su Sherrod, «dovevo dare la notizia per cavalcare il ciclo delle news». A prescindere se era vera o falsa.