VINCENZO BORGOMEO, la Repubblica 1/8/2010, 1 agosto 2010
QUANDO LE DUE RUOTE NON VOGLIONO PIÙ DIRE BOOM DA MITO A SIMBOLO DELLA CRISI . ROMA
Il simbolo della mobilità, dell´Italia che cresce, della libertà: mai nessuno avrebbe mai immaginato che la Vespa di Audrey Hepburn, ma anche la Triumph di Steve McQueen, la moto di Il Selvaggio o quella di Easy Rider potessero un giorno diventare il simbolo della crisi. Una crisi che ormai non risparmia nessuno, nemmeno le due ruote e i suoi miti, ormai con le vendite in rosso fisso: mese dopo mese i dati di vendita del settore di moto e scooter confermano perdite record. E secondo i dati della prime tre settimane del mese di luglio il trend dell´ultimo periodo è assolutamente confermato con un forte calo delle immatricolazioni (per i veicoli maggiori di 50 cc) pari a circa il trenta per cento. Una crisi profonda, quindi, che colpisce soprattutto gli scooter (-32%) e, in modo minore, le moto che comunque fanno segnare un calo del 18%, mentre anche i "cinquantini" confermano l´andamento negativo: -16%. Insomma, un vero disastro che dovrebbe portare di colpo le vendite delle due ruote in Italia indietro di 11 anni: a fine 2010 le immatricolazioni si dovrebbero fermare a circa 350 mila unità, contro le 370 mila del 1999.
Non solo: la mancanza di incentivi nel 2010 ha generato un contraccolpo forte, fortissimo, che si è rivelato alla fine molto più duro del previsto, dopo gli sconti 2009 per 131 milioni di euro e i soli 12 di quest´anno, che si sono esauriti in appena un paio di settimane.
Il problema però è che il mondo delle due ruote non è certo abituato alla crisi: le vendite in Italia crescono incessantemente dal lontano 1993 quando si vendevano 80 mila pezzi l´anno. E se escludiamo l´anno record 2000, quando si immatricolarono addirittura 524 mila due ruote, va detto che il mercato veleggia tranquillo al ritmo di 400 mila unità vendute l´anno. Non certo poche per un settore abbandonato a se stesso e che per di più che denuncia il più alto tasso di mortalità al mondo: in Italia la percentuale di sinistri legati alle due ruote è divenuta incontenibile, un fenomeno sempre più evidente negli ultimi anni. Basti pensare che le due ruote rappresentano il 20% del parco veicoli in Italia con una mortalità del 26%. Contro il 16% della media Ue. Nel 2008 sono morti in Italia 1086 motociclisti e 55.086 sono rimasti feriti. Numeri ai quali vanno aggiunte altre 294 vittime e 28.216 feriti fra chi viaggiava su un cinquantino. Difficile convincere qualcuno a saltare in sella e guidare un mezzo che ha un indice di mortalità di 1,98 contro lo 0,78 delle auto.