Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
I morti di Lampedusa dovrebbero essere 363. Ieri il deputato di Scelta Civica Mario Marazziti ha visitato, con la presidente della Camera Laura Boldrini e una delegazione dell’intergruppo parlamentare sull’immigrazione, il centro di accoglienza dell’isola e dopo ha riferito ai giornalisti i risultati del colloquio con i sopravvissuti. «Ci hanno detto che su quel barcone erano in 518, se si pensa che i sopravvissuti sono 155, la conclusione è fortemente drammatica». I corpi recuperati sono 111 e ieri le tv hanno mostrato le bare allineate con le quattro casse bianche dei bambini piazzate sul davanti. Non s’è potuta continuare la ricerca dei cadaveri, per le condizioni proibitive del mare. Anche a Marazziti i sopravvissuti hanno raccontato delle imbarcazioni che hanno fatto finta di non vedere. «Una barca si era accorta di loro, ma ha proseguito. La prima alle 3.30 è girata attorno, si è avvicinata e se ne è andata. Non era illuminata e non sanno di chi fosse. Poi più distante un’altra barca ma non sanno se questa li ha effettivamente visti. I telefonini non ce li avevano perché glieli avevano sequestrati alla partenza. Ecco perché hanno deciso di appiccare il fuoco alla coperta».
• Alfano ha smentito che li abbiano visti. Dice che non è possibile.
Ignazio Fonzo, procuratore aggiunto di Agrigento, ha detto: «Non indaghiamo su presunti ritardi nei soccorsi. Non abbiamo riscontri in merito». A Napoli, il generale dell’aeronautica militare in congedo Vittorio Scarpa ha presentato una denuncia contro chi non ha avvertito per tempo la Guardia di Finanza. Lo racconta il quotidiano La Sicilia, secondo il quale due motovedette delle Fiamme gialle sarebbero rimaste attraccate al molo nelle ore immediatamente successive al naufragio.
• I pescatori che dicono?
Un corteo di barche condotte è andato ieri sul punto della tragedia, a gettare in mare corone di fiori. Il presidente del Consorzio dei pescatori, Totò Martello, sentendo che le testimonianze dei sopravvissuti tirano in ballo in un modo o nell’altro proprio i pescatori, ha detto: «I pescatori salvano vite, rispediamo al mittente le accuse di non aver soccorso gente che stava morendo in mare. Dicono che i pescatori non soccorrono, ma lanciando una corona di fiori in mare oggi abbiamo voluto dire una volta di più che noi abbiamo una sola legge, quella del mare, per cui chi è in pericolo deve essere soccorso. Non ne esistono altre e se noi oggi piangiamo i morti è per il fallimento completo della politica italiana. Non vogliamo il Nobel ma un nuovo corso». Poi: «Ci sarebbe stati dei pescherecci che hanno ignorato i naufraghi? Non lo so, ma di certo non erano lampedusani». Va registrato anche lo sfogo di Vito Fiorino, proprietario di uno dei motopesca che hanno partecipato ai salvataggi: «La gente bolliva in acqua ma questi pensavano a fare fotografie e video. Dovevano pensare a tirare su persone. Noi li facevamo salire quattro alla volta. Solo questo ci interessava e quando la mia barca era piena di migranti e chiedevamo ai finanzieri e alla Guardia costiera di prenderli a bordo, dicevano che non era possibile e che dovevano rispettare il protocollo. Erano le 6.30-6.40 quando ho dato l’ordine di chiamare la Guardia costiera, e questi sono arrivati alle 7.30. Noi ne avevamo presi a bordo 47, loro erano troppo lenti. Si poteva fare di più e più rapidamente. Ora vogliono denunciarmi? Sequestrarmi la barca perche abbiamo salvato delle persone? Vengano pure, non vedo l’ora». La Guardia Costiera, leggendo queste dichiarazioni sui siti e sulle agenzie, hanno risposto: «Dopo aver ricevuto la segnalazione di allarme via radio uhf alle 7, siamo immediatamente intervenuti con le nostre unità navali arrivate sul posto del naufragio prima delle 7,20. Grazie anche alla cooperazione di soggetti privati, abbiamo salvato tutti quelli che erano sparsi in acqua e strappato al mare 155 vite».
• È tutto molto deprimente. La Boldrini?
Ricorderà che la Boldrini, prima di essere eletta alla Camera con Vendola, è stata portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Siamo quindi su un terreno di sua competenza. Ha detto: «Le cose possono cambiare. Con le uniche misure repressive non si risolve il problema (...) Noi dobbiamo capire la causa della grande fuga. È illusorio pensare che chi non ha nulla da perdere, perché scappa da violazioni dei diritti umani, possa scoraggiarsi di fronte a misure di contrasto più dure. E’ una pia illusione, non sarà così. Voglio una politica dell’impegno e dell’ascolto che si assuma la responsabilità che questo non accada piu». Ho letto che i sopravvissuti sono stati accusati dalla magistratura per immigrazione clandestina.
È un atto dovuto, previsto dalla legge in vigore, la Bossi-Fini. E gli scafisti?
Non ci sono, per ora, identificazioni di scafisti tra i sopravvissuti. Dei sette che erano stati imprigionati per la tragedia di Scicli (13 morti), cinque sono stati scarcerati, gli altri due hanno ammesso che avevano accettato di fare i piloti in cambio di un passaggio gratuito sulla barca. Sono tutti e sette siriani.
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