Ruggiero Corcella, Corriere della Sera 6/10/2013, 6 ottobre 2013
COME DORMONO I CAMIONISTI?
«Posso disturbarla? Siamo della società GEIE-Traforo del Monte Bianco, vorremmo farle alcune domande ...». Tablet alla mano e giacca a vento con il logo "SLEEP STOP. Take your time" ("Fermata del sonno, prenditi il tempo necessario"), gli intervistatori avvicinano i camionisti che hanno appena parcheggiato i loro Tir sull’enorme piazzale dell’Autoporto Les Halles di Aosta.
Un paio di sfuggenti giovinotti dell’Est europeo preferisce tirare dritto. Tedeschi rubicondi, francesi con la gestualità comica di un Louis de Funes, irlandesi con la faccia puntellata dal piercing e italiani allungati in uno sbadiglio, invece, si fermano incuriositi.
Lo sbadiglio, già. Il nemico numero uno di chi guida per professione (camionisti soprattutto, ma non solo) è sempre in agguato. Le domande che gli intervistatori fanno scorrere sul tablet a Les Halles servono proprio a individuare eventuali disturbi del sonno.
Il colpo di sonno è responsabile del 22% degli incidenti sulle autostrade italiane, secondo uno studio condotto nel 2001 da ricercatori del Centro del Sonno dell’Università di Genova diretto dal professor Sergio Garbarino.
Il Gruppo GEIE-Traforo del Monte Bianco, RAV S.p.A. (Raccordo autostradale Valle d’Aosta) e GEM (Globe Events Management) Torino, in collaborazione con il Centro di riferimento regionale Piemonte per i Disturbi del sonno dell’ospedale Molinette di Torino, hanno scelto l’Autoporto come base operativa di un progetto-pilota di screening gratuito e anonimo, della durata di una settimana.
Si tratta di un vero e proprio studio scientifico, che si basa su un questionario di 28 domande (in 12 lingue) . In più, su un Tir è stato allestito un Centro del sonno "virtuale" dove i camionisti potevano incontrare il professor Alessandro Cicolin e la psicologa Alessandra Giordano del Centro disturbi del sonno di Torino. «I disturbi su cui abbiamo concentrato l’attenzione — spiega Alessandro Cicolin, direttore del Centro — sono l’insonnia, la sindrome delle gambe senza riposo e la sindrome delle apnee ostruttive notturne, cioè le tre patologie epidemiologicamente più rilevanti nella popolazione generale. Quasi tutti questi disturbi hanno delle ripercussioni sulla performance diurna, guida inclusa».
Delle tre, la sindrome delle apnee notturne è sicuramente la più pericolosa: «È un disturbo — aggiunge l’esperto — caratterizzato da un incremento del rischio per ictus e infarto di quasi quattro volte rispetto alla popolazione generale».
A Les Halles, tra i dati richiesti dal questionario c’è anche la circonferenza del collo. Sopra i 40 centimetri diventa un ulteriore indice di rischio. I camionisti, divertiti, si misurano. I dati vengono elaborati e si stampa il responso.
Non è una diagnosi medica: solo un report che il camionista, se vuole, può portare al suo medico curante per altri accertamenti. «L’iniziativa è valida — dice Mario, camionista italiano di 58 anni al quale sono stati riscontrati i sintomi dell’apnea notturna —. Se però porto il test al mio medico o al medico della ditta, mi fermano e mi mandano a fare la cura del sonno. Devo smettere di lavorare magari per un mese». In effetti, esiste il rischio teorico di un’eventuale periodo di sospensione dal lavoro soprattutto nel caso in cui ci si debba curare con la C-Pap, un respiratore che evita le apnee notturne.
Il paziente può ottenere il respiratore gratuitamente dall’Asl. Essendo considerato una protesi, occorre prima il riconoscimento dell’invalidità civile. Il problema può nascere dalle lungaggini burocratiche. «Se viene riconosciuta l’invalidità, l’Asl avvisa subito la Commissione patenti della Motorizzazione Civile — spiega Sergio Garbarino — . Questa convoca il paziente per la revisione e gli viene detto che fino a quando non ha il ventilatore non può guidare. Se dall’altra parte i tempi di consegna della C-Pap non coincidono, il camionista che deve lavorare può trovarsi in difficoltà».
Secondo Alessandro Cicolin, però, il problema è superato. «Scegliere di non curarsi per timori infondati, è un errore e un pregiudizio — assicura — . Da parte dei Centri del sonno e delle Asl c’è la massima tutela del paziente. Abbiamo messo in atto procedure per cui la patente non viene sospesa neppure temporaneamente. Nel caso poi un’Asl tardasse a consegnare la C-Pap, il paziente può comunque affittarla a un prezzo contenuto e continuare a guidare con la nostra attestazione che si sta curando e la sua salute è compensata».
Ruggiero Corcella