Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  ottobre 06 Domenica calendario

INTERVENTI

& REPLICHE–

Leonardo e il ritratto di Isabella d’Este Dal professor Martin Kemp riceviamo questa precisazione relativa al dibattito sull’attribuzione del ritratto di Isabella d’Este a Leonardo e volentieri pubblichiamo.

È evidente che il dipinto non può essere di Leonardo, sulla base del racconto documentato dei rapporti di Leonardo con Isabella d’Este e il suo evidente insuccesso nel realizzare il suo ritratto. La documentazione (in sintesi) riporta quanto segue: 1) Leonardo fece un disegno finito di Isabella quando si trovava a Mantova nel 1500. Questo venne lasciato a Mantova, tuttavia il marito di Isabella, Francesco Gonzaga, lo regalò, irritandola moltissimo. Si tratta quasi certamente del cartone autografato, parzialmente colorato in gesso, che si trova presso il Louvre, forato per il trasferimento. 2) Lo studio realizzò una versione riveduta del cartone da portare via (ora nel Museo Ashmoleano di Oxford), che fu vista quando Leonardo visitò Venezia. Fu effettuata dal cartone che si trova al Louvre, come confermato dagli spolveri (punti di carbone). Il cartone originale è stato modificato per dare spazio più adeguato al braccio destro della modella, che è abbassato, insieme alla mensola su cui poggia e al libro che lei indica. Il cartone riveduto fu portato a Firenze affinché Leonardo potesse potenzialmente ricavarne una versione dipinta. 3) Quando Leonardo tornò a Firenze Isabella lo assillò per 6 anni per avere una versione dipinta del ritratto o per un eventuale altro dipinto di sua mano.
4) La corrispondenza suggerisce che lei non vi riuscì. 5) Se Leonardo o lo studio produssero un ritratto, questo sarebbe realizzato sulla base della versione riveduta che avevano con sé, e non di quella che Alfonso aveva regalato. 6) Ad un certo punto il cartone del Louvre fu tagliato, con la perdita della mensola e del libro, cosa che rende assurda la postura volta a indicare qualcosa. Il dipinto è basato sul cartone del Louvre, non su quello Ashmoleano, e il braccio destro "accorciato" lo conferma. 7) La corona e il palmo del martire indicano che qualcuno ha utilizzato il cartone del Louvre per trasformarlo in un’immagine di Santa Barbara (come nel dipinto di Palma Vecchio), o possibilmente di Santa Caterina.
La perizia di un esperto non è necessaria in questo caso. La documentazione e le testimonianze dei disegni sopravvissuti escludono la possibilità che il dipinto possa essere di Leonardo.
Martin Kemp
professore emerito di Storia dell’arte
Trinity College, Oxford

Professor Kemp, grazie per il suo contributo. Nostra intenzione era quella di sollevare il dibattito attorno a un quadro "mitico" su cui molti esperti, coordinati dal professor Carlo Pedretti, stanno lavorando da oltre tre anni giungendo alla conclusione che "il volto è stato dipinto da Leonardo". Stabilire l’autenticità di un quadro non è compito nostro. Far affiorare una notizia importante, che necessita di essere dibattuta, sì. Il professor Pedretti, a proposito dei cartoni preparatori sostiene: «Il libro al quale Isabella punta con l’indice della mano destra non è solo nel grande e brutto disegno di Oxford (non di Leonardo) ma anche nel cartone originale di Leonardo al Louvre dove è pure sforato per il trasporto, operazione effettuata (ovviamente da un allievo su indicazione di Leonardo) certamente per trasferirlo a un altro disegno di cui Isabella stessa attesta l’esistenza in un messaggio a Leonardo. L’eventuale trasporto del cartone su tavola o su tela si sarebbe effettuato non attraverso la sforatura ma tingendo sul retro del cartone le varie parti del disegno col carbone. Questo risulta chiaramente nell’originale, il cui verso è riprodotto in facsimile nel corpus dei disegni di Leonardo in Francia a cura della Commissione Vinciana per l’Edizione Nazionale dei Manoscritti e Disegni di Leonardo. Ecco perché il dipinto che stiamo studiando non presenta nelle radiografie e spettrografie alcuna traccia di puntini sui contorni». Nei prossimi numeri di Sette continueremo a pubblicare gli eventuali contributi su questo tema squisitamente culturale.
Pier Luigi Vercesi