Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Aggiorniamo il bollettino delle elezioni. Il centrodestra si presenta alla Camera con sette liste, capeggiate da Berlusconi (in quanto presidente del Pdl), Maroni e Tremonti per la Lega (due liste) e poi al sud le formazioni di Miccichè (Grande Sud), Lombardo (Mpa-Pds), La Russa-Crosetto-Meloni (Fratelli d’Italia-Centrodestra nazionale), Samorì (Mir), Storace (La Destra), Catone (Intesa popolare), Fatuzzo (Pensionati). Al Senato si aggiungono altre quattro formazioni: Rinascimento Italia-Lista del merito; Basta tasse; Liberi da Equitalia; Lista del Popolo. Sono sette anche le formazioni di centrosinistra: Bersani (Pd), Vendola (Sel), Tabacci e Donadi (Centro democratico), Nencini (Psi), Portas (Moderati), Theiner (Svp), Lauretta (Megafono Lista Crocetta). I montiani corrono con una sola lista al Senato (in modo da affrontare lo sbarramento meno proibitivo dell’8%), e alleati con Udc e Fli alla Camera. La formazione del premier si chiama “Scelta civica con Monti per l’Italia”. I simboli in gara sono in tutto 220.
• Qualche notizia sui candidati?
Il giornalista di Santoro, Sandro Ruotolo, il fratello di Elisa Claps (assassinata in chiesa, a Potenza, nel 1993), il calciatore Beppe Savoldi corrono con Ingroia. Al Senato Berlusconi presenta, in Campania, Cosentino, Cesaro e Milanese, tutti e tre indagati. D’altra parte anche il Pd ha in lista un indagato di fresco, Nicola Caputo. Mastella corre da solo dappertutto con la sua Udeur. Albertini ha dato addosso a Formigoni, che lo ha mollato in favore della Lega per obbedienza a Berlusconi. «Non mi inquieti troppo perché posso fare dichiarazioni che lo metterebbero a terra e lui sa di cosa sto parlando. Penso comunque che a Formigoni toccherà una triste sorte». Nessuno sa a che cosa si riferiscano le allusioni dell’ex sindaco di Milano. Vendola infine ha smentito notizie circolate l’altro giorno secondo cui accetterebbe di stare in maggioranza con Monti. «Io sono alternativo a Monti». Su Casini alla presidenza del Senato: «Vedremo». Casini, forse per eliminare un possibile concorrente alla poltrona di Palazzo Madama, non ha candidato Pisanu (che resta però molto chiacchierato per il Quirinale).
• La vera notizia di ieri però riguarda Mannheimer e il suo sondaggio per il Corriere della Sera, dal quale risulta che in Lombardia, sia a livello regionale sia nel voto per il Senato, vincerà il centro-destra.
Le intenzioni di voto al Senato sarebbero queste. Per il centrodestra: Pdl 19,5; Lega Nord 13,9; La Destra 1,4; Fratelli d’Italia 0,9. Totale: 35,7. Centrosinistra: Pd 29,4; Sel 2,5; Altri 0,4. Totale 32,3. Montiani (tutti uniti in una sola lista con Fli e Udc): 14,7. Grillo: 10,8. Ingroia: 4,1. La Lombardia distribuisce 49 seggi (su 315, un sesto del totale). Sarebbero suddivisi così: 27 al centrodestra, 12 al centrosinistra, 6 ai montiani, 4 a Grillo. Tutti gli altri, non avendo superato lo sbarramento dell’8 per cento,g restano fuori.
• Questo risultato tanto favorevole a Berlusconi è un effetto della bella performance offerta dal Cav da Santoro?
Probabilmente sì. Lo stesso Mannheimer nota che in una rilevazione citata dal professor D’Alimonte l’8 gennaio, il centrosinistra aveva il 35,7 e il centrodestra il 32,5. Non è in discussione, almeno finora, la vittoria di Bersani alla Camera, ma quel risultato in Lombardia dice che le probabilità di una non-maggioranza al Senato sono alte. In questo caso, nonostante Vendola dichiari di non voler avere niente da spartire con Monti, sembra molto probabile la formazione di un governo sostenuto anche dai montiani e con una certa capacità di interdizione, in ogni caso superiore alle attese, da parte di Berlusconi.
• E per la Regione?
Risultati non dissimili. Maroni prenderebbe il 41%, Ambrosoli starebbe intorno al 38. Mannheimer ricorda però che in tutte queste simulazioni esiste un’approssimazione, in più o in meno, del 2 per cento. È più giusto dire, perciò, almeno in questo momento, che i due candidati sono testa a testa e che l’esito, sia al Senato che in Regione, è molto incerto. Aggiungo io che si deve tenere conto, però, anche dei trend. Berlusconi in questo momento sembra in forte recupero, è cioè sospinto da un vento favorevole. Molti commentatori hanno giudicato la campagna di Bersani scialba e hanno imputato al segretario del Pd un’eccessiva sicurezza. I democratici si sentono già la vittoria in tasca, discutono addirittura dei ministeri (la Puppato l’altro giorno se n’è uscita con un «Il Veneto deve essere rappresentato») e hanno dimenticato quante volte Berlusconi è stato capace di recuperare le posizioni di svantaggio.
• Mi pare che se Albertini rinunciasse il centro-destra vincerebbe in carrozza.
Sì, l’ex sindaco di Milano raccoglie una certa quota di consensi nell’elettorato che tradizionalmente apparterrebbe a Berlusconi. Però pesca anche tra gli ex elettori di Penati, anzi gli ex elettori di Penati rappresentano una quota dell’8,4%, gli ex elettori di Formigoni del 6,7.
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