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 2013  gennaio 14 Lunedì calendario

“COL PARLAMENTO HO CHIUSO” NICOLA ROSSI NON SI RICANDIDA


In un’intervista a Natale aveva marzulleggiato: «Ho fatto tre legislature, mi chiederò la deroga e non me la darò». Allora nemmeno i suoi amici di Italia Futura, Carlo Calenda e Andrea Romano, credevano che alla fine l’avrebbe fatto. E invece Nicola Rossi aveva già deciso. Deputato, senatore, consigliere economico di Massimo D’Alema a Palazzo Chigi (è lui che ispira la stagione liberale, «l’Italia normale» dell’allora premier) dopo dieci anni di politica, a febbraio del 2011, aveva preso carta e penna per comunicare con parole disarmanti le dimissioni ad Anna Finocchiaro: «Mi sento inutile». Non gli piaceva più fare il parlamentare di un’aula «che non decide nulla, dove al massimo ti chiedono di premere un bottone per dire sì o no alla fiducia». Era «disgustato» dalle conseguenze del Porcellum, la legge elettorale che nel 2008 aveva spinto il partito a candidarlo nelle Marche, lui che di origine è pugliese e lì si era sempre fatto eleggere. Ma soprattutto aveva capito che lui e il Pd non erano più compatibili. «L’errore l’ho fatto io. Ho creduto a lungo che la sinistra potesse diventare un soggetto liberale. E invece non è così. Bersani ha schiettamente riportato il partito nel suo alveo naturale, la socialdemocrazia. Ora spero che alla sua destra nasca un soggetto realmente liberale, e non sia più governato, com’è accaduto negli ultimi vent’anni, dai socialisti». Chiede all’aula di votare le dimissioni, gliele respingono due volte. «Tentare la terza mi sembrava ridicolo». Nel frattempo accetta di diventare presidente del pensatoio liberista Bruno Leoni e si avvicina alla creatura di Luca di Montezemolo. È nella cerchia stretta dei suoi consiglieri, pare naturale candidarlo capolista in Puglia. Lui si ritrae, gli trovano un sostituto - l’imprenditore del tessile Totaro - che però è costretto a ritirarsi dopo le voci di un suo legame in affari con la moglie di Fini. Per qualche giorno si sente in obbligo di non lasciare vuota la casella, che alla fine viene riempita. Torna al suo lavoro, a Tor Vergata, dove insegna Economia politica. Ogni tanto qualcuno lo fa.