FB, bacheca di Andrea Verde, 14 gennaio 2013
Il Secolo d’Italia è stato il quotidiano del Msi-Dn prima e di Alleanza Nazionale poi. Quando vi fu la rottura di Fini con Berlusconi, il gruppo degli ex AN si divise e il giornale rimase ai "colonnelli" fedeli a Berlusconi
Il Secolo d’Italia è stato il quotidiano del Msi-Dn prima e di Alleanza Nazionale poi. Quando vi fu la rottura di Fini con Berlusconi, il gruppo degli ex AN si divise e il giornale rimase ai "colonnelli" fedeli a Berlusconi. La finiana Flavia Perina venne licenziata e al suo posto subentrò Marcello de Angelis. Nel fratempo il giornale perse copie su copie e alla fine ne vendeva a stento settecento al giorno. Al contribuente italiano "Il Secolo" è costato venti milioni di euro solo negli ultimi sette anni che non sono bastati a coprire un organico di 40 persone. Inoltre Mario Landolfi, Francesco Storace, Giorgia Meloni, Maurizio Gasparri, Silvano Moffa, Italo Bocchino, Gennaro Malgieri, se non dovessero essere rieletti in Parlamento, potrebbero bussare proprio alla porta del quotidiano in quanto sono in aspettativa parlamentare. Cumulerebbero così lo stipendio di giornalisti e il vitalizio, pagati ovviamente dal contribuente. Ci sono due aspetti inquietanti in questa vicenda. Il primo legato allo scandalo dei finanziamenti pubblici all’editoria e all’editoria dei partiti in particolare. Ha senso foraggiare questi baracconi mentre si chiedono sacrifici sempre più ingenti ai cittadini e si tagliano i servizi? Il secondo aspetto riguarda il patrimonio dell’ex AN stimato in un centinaio di milioni. Questo patrimonio viene custodito da una fondazione e Enzo Raisi ha presentato diversi esposti perchè considera alquanto opaca la sua gestione. Di quel patrimonio faceva parte la famosa casa di Montecarlo ma non solo. Poichè si tratta per lo più di beni immobili ottenuti grazie a donazioni di privati, a finanziamenti pubblici dello Stato e alle sottoscrizioni dei militanti, non sarebbe il caso di fare chiarezza e di capire chi può disporre oggi di questo patrimonio? Siamo sicuri che lo scandalo monegasco sia l’unico che si possa ascrivere ad una gestione leggerina di un patrimonio così rilevante? Chi sa ha il dovere di rispondere! — con Giuseppe Cavallo e altre 46 persone.