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 2013  gennaio 14 Lunedì calendario

Biografia di Danilo Amerio

• Asti 30 giugno 1963. Cantautore. • «C’è stato un tempo in cui Danilo Amerio era un cantante di vasto successo. Presenza monumentale, tuniche riconoscibilissime. Frequentava Sanremo, cantava e scriveva. È sua Gente di mare, è sua Gli altri siamo noi e la falettiana Signor tenente. Ha prodotto Masini e Jovanotti, è stato l’ultimo a duettare con Pierangelo Bertoli. Era così trasversalmente famoso che nel 1995 fu vittima di Scherzi a parte. Suonava nella sua città, Asti. Un pazzo finse di volersi buttare da un balcone, dicendo che il cantante era andato a letto con sua moglie. Davanti a migliaia di fans, un timidissimo Amerio fu costretto a mostrare di non avere sul polpaccio il tatuaggio della presunta amante. L’unico a uscirne bene fu lui. Poi, di colpo, il nulla. “Era il 2003, avevo ceduto Il mercato degli angeli al Telefono Azzurro come inno contro la pedofilia. Scrissi un disco parlando di internet e chat. Oggi sono temi comuni, sei anni fa no. Ero troppo avanti. Mi chiusero tutti la porta in faccia: major, media, teatri. All’improvviso non valevo più niente. E fu crisi nera” (...) È tornato con Ali digitali prodotto dalla Pfm. Copertina cristologica, 60 chili persi e virato seppia che rimanda alla sabbia desertica. “Un concept album sul rapporto tra uomo e tecnologia (...)”. Amerio ha ancora la voce di un Umberto Tozzi colto, ma il resto è cambiato tutto. Dimagrimento del corpo e dell’ego. “L’Amerio dei 90 era superficiale, non aveva mai sofferto. A 14 anni vendevo già 1 milione e mezzo di copie con un pezzo acerbo per Nicola Di Bari. E l’anno dopo stessa cosa con Albert Morris. Inseguivo solo la fama (...) Ho trovato me stesso in Africa, grazie a un capo Masai (...) Ho vissuto per anni in villaggi africani, senza corrente e tecnologia. Mi sono purificato. Poi un capo Masai, quasi uno stregone, mi ha guardato dentro. Ha detto che dovevo tornare in Italia. Che avrei trovato tutto diverso (...) Sony e Warner mi hanno abbandonato. La mia rivincita migliore? Con Patty Pravo. Dovevo produrle il disco, avevo scritto Donna per te, ma litigavamo ogni giorno. Era il 1990, mollai tutto poco prima di Sanremo. La Cbs si arrabbiò, quella canzone doveva andare all’Ariston. Così la diedi ad Anna Oxa: un successone. Fui così contento di aver dato un dispiacere alla signora Pravo che le mandai un mazzo di fiori. Sul bigliettino c’era scritto ‘Grazie’. Mi sa che non la prese benissimo”» (Andrea Scanzi) [Sta 5/8/2009].
• Nel 2012 ha scritto Io amo l’Italia, inno dell’omonimo movimento promosso dal giornalista e scrittore Magdi Allam.