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 2013  gennaio 14 Lunedì calendario

IL NAUFRAGIO DELLA CONCORDIA


Quando, dove e perché è avvenuto il naufragio della nave Concordia?

Il 13 gennaio 2012 alle ore 21.45 e 7 secondi davanti all’isola del Giglio, in provincia di Grosseto. Era un venerdì e la nave ammiraglia della Costa Crociere era partita alle 19 dal porto di Civitavecchia per un viaggio nel Mediterraneo. L’inchino all’isola, manovrato dal comandante Francesco Schettino, ha provocato il violento impatto contro lo scoglio delle Scole. Attualmente Schettino ha l’obbligo di dimora nel suo comune di residenza, a Meta di Sorrento.

Che cos’è l’«inchino»?

È il nome comune dato alla navigazione turistica, quella cioè che consente l’avvicinamento alle coste per omaggiarne i residenti e per favorire la pubblicità della nave. Una pratica consentita dal codice di navigazione ma alla distanza di 5 miglia dalla costa e alla velocità massima di 5 nodi.

A quali distanza e velocità viaggiava invece la Concordia?

A 0,5 miglia dall’isola e a 15 nodi. Schettino insiste nel sostenere che la Costa era informata di questa abitudine, ma la società respinge totalmente tale affermazione. In ogni caso, dopo il naufragio è stato emanato un decreto legge per impedire la pratica dell’inchino.

Quante erano le persone a bordo e quante le vittime?

C’erano 4.229 persone, di cui 3.216 passeggeri e 1.013 membri dell’equipaggio di tutte le nazionalità. Hanno perso la vita 32 persone, ma due corpi devono ancora essere recuperati. Si tratta della siciliana Maria Grazia Trecarichi, partita per festeggiare i 50 anni, e del cameriere indiano Kevin Rebello. Si erano registrati anche 110 feriti.

Chi fu il primo a dare l’allarme?

Non partì dal comandante o dal resto dell’equipaggio. La capitaneria di porto di Livorno venne informata dai carabinieri allertati dalla figlia di una passeggera che aveva ricevuto una telefonata che accennava a un incidente in corso.

A che ora venne dato l’ordine di evacuare la nave?

Alle 22.51, un’ora e sei minuti dopo lo scontro. Un ritardo ingiustificabile e che, secondo la pubblica accusa, ha contribuito a rallentare il salvataggio dei naufraghi.

Quanti sono gli indagati e quali sono le prossime fasi dell’inchiesta giudiziaria?

La procura di Grosseto, guidata da Francesco Verusio, ha indagato 12 persone per lesioni e omicidio colposo plurimo, disastro ambientale. Contro il capitano Schettino, 53 anni, anche la disonorevole accusa di abbandono della nave. Tra le 12 persone che hanno ricevuto l’avviso di garanzia ci sono tutti gli ufficiali presenti sulla plancia di comando, il timoniere indonesiano Jacob Rusli, che era a sinistra invece che a destra perchè non capiva bene l’inglese, e tre manager della Costa, tra cui Roberto Ferrarini, capo dell’unità di crisi da terra che ricevette la prima telefonata da Schettino alle ore 21.56, 11 minuti dopo l’impatto. Solo per otto degli indagati dovrebbe essere richiesto, a inizio febbraio, il rinvio a giudizio. Il processo potrebbe iniziare a ridosso dall’estate.

Oltre alle testimonianze che cosa si è rivelato prezioso per le indagini?

Le perizie tecniche e l’esame della scatola nera per rispondere ai 52 quesiti della gip Valeria Montesarchio. Siamo di fronte a un caso giudiziario di enormi dimensioni: 50 mila pagine di documenti, raccolti in 26 faldoni, 126 avvocati di parte civile e 50 loro consulenti. Non a caso l’incidente probatorio non si è svolto in tribunale, ma all’interno del Teatro moderno di Grosseto.

Il comandante Schettino venne sollecitato a risalire a bordo?

Più volte, dal comandante della capitaneria di porto di Livorno Gregorio De Falco, che gli intimò l’ordine prima con le buone, poi con un vero e proprio ordine, «Salga a bordo c....», frase che ha fatto il giro del mondo. Da molti ritenuto l’eroe di quella drammatica notte, De Falco rifiuta questa etichetta e afferma di «aver semplicemente svolto il mio dovere in una situazione di grave emergenza».

Quando e come sarà rimosso il relitto della nave?

Il commissario straordinario Franco Gabrielli, capo della protezione civile nazionale, ipotizza, in base alle valutazioni dell’Osservatorio appositamente costituito, che la rimozione possa avvenire il prossimo autunno. Si tratta di un’operazione complessa e molto costosa: 400 milioni di dollari (la nave, varata il 2 settembre 2005 era costata 450 milioni di euro), tutti a carico della Costa, per il lavoro svolto da 430 persone (tra operai, tecnici, ingegneri) che intervengono ininterrottamente 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. La mastodontica operazione, effettuata dalla società di Ravenna Micoperi e da quella americana Titan, avviene grazie alle 3 piattaforme intorno al relitto che sarà sollevato dopo la sistemazione di cassoni galleggianti sotto la chiglia. Per le nuove costruzioni sono state adoperate 30 tonnellate di acciaio: per la Tour Eiffel ne vennero utilizzate sette.