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 2013  gennaio 14 Lunedì calendario

EURO, MERCATI E RIFORME: LE 12 BUGIE DI PROF E PD

Quasi quasi Monti batte la sinistra nel raccontar balle nella connivenza dei media, di casa e in­ternazionali. Una vera e pro­pria bolla mediatica di consen­so «a prescindere», come direb­be Totò. Ma noi non ci stanchiamo e continuiamo a fare i fact­checker , i verificatori, delle tan­te spudoratezze dette su questa crisi, nella speranza che la veri­tà venga a galla.
Prima balla . Monti sostiene che a dicembre 2011 c’era il perico­lo che non si potessero pagare gli stipendi per i pubblici dipen­denti. Falso. Il totale della spe­sa pubblica nel 2011 è stato di 798,5 miliardi di euro. Il costo degli stipen­di dei dipe­ndenti pubblici è sta­to di 170 miliardi e il costo delle pensioni di 244 miliardi. La tempesta degli spread nel 2011 è costata 5 miliardi in più rispet­to al 2010. Come fa Monti ad af­fermare che per 5 miliardi non si riuscivano a pagare stipendi pubblici e pensioni?
Seconda balla. Monti sostiene di aver domato lo spread nei suoi 13 mesi di governo. Vedi la frase alquanto retorica e spoc­chiosa a Napolitano «missione compiuta». L’andamento del­lo spread non influisce sui con­ti pubblici. Al contrario, il co­sto per le finanze pubbliche de­rivante dal servizio del debito dipende dai rendimenti che si formano nelle aste mensili dei titoli di Stato (mercato prima­rio). Confrontando i 5 mesi più «caldi» del governo Berlusconi con l’anno di governo Monti emerge che il rendimento me­dio ponderato dei titoli di Stato decennali è più alto dello 0,20% con il governo Monti (5,73%), rispetto al governo Berlusconi (5,53%). E che il ser­vizio del debito del 2012 è di 86 miliardi, superiore di 8 miliardi rispetto al servizio del debito dell’ultimo anno di governo Berlusconi. Ma di che cosa stia­mo parlando?
Terza balla. Monti sostiene di aver salvato, con il suo gover­no, il Paese, che era sull’orlo del baratro. Il governo Monti, ai fini del conseguimento del­l’obiettivo, ha contribuito solo per il 20%, il governo Berlusco­ni per ben l’80% con quattro manovre di finanza pubblica, aventi effetto cumulato, fino al 2014, di 265 miliardi di euro. Il decreto «Salva-Italia» del go­verno Monti, invece, avrà un impatto complessivo sulle fi­nanze pubbliche, nel triennio 2012-2014, di 63 miliardi. Pro­babilmente si renderà necessa­ria una manovra correttiva nel­la prossima primavera, a causa del persistere della cattiva con­giuntura. Manovra che Bersa­ni ha evocato temendo «la pol­vere sotto il tappeto».
Quarta balla. Monti e la sinistra sostengono che l’abolizione dell’Ici nel 2008 ha «sconquas­sato » le casse dei Comuni e del­lo Stato. Falso. L’abolizione dell’Ici nel 2008 valeva meno di 2 miliardi di euro all’anno,ci­fra totalmente compensata ai Comuni;l’Imu del governo Berlusconi riguardava solo la se­conda casa dal 2014, poi antici­pata al 2013, con gettito ai Co­muni. L’Imu di Monti, al con­trario, colpisce anche la prima casa e si configura come una ve­ra e propria patrimoniale. Pare che Monti abbia cambiato idea sull’Imu,così come la sini­stra. Meglio tardi che mai. Bal­la palesemente scoperta.
Quinta balla. La sinistra sostie­ne che dal 1994 al 2011, Berlu­sconi non ha fatto niente. Fal­so: nelle legislature 2001-2006 e 2008-2011 ha fatto 53 rifor­me, tra cui patente a punti, leg­ge antifumo, riforma del diritto societario, riforma dell’immi­grazione (Legge Bossi-Fini), bonus bebè, riforma del lavoro (Legge Biagi), riforma della Pa, riforma della scuola e dell’uni­versità.
Sesta balla. La sinistra sostiene che il governo Berlusconi non ha fatto la riforma delle pensio­ni. L’insieme delle riforme Ber­lusconi in tema aveva reso il si­stema italiano tra i più virtuosi, senza un’ora di sciopero, sen­za alcuna tensione sociale. Al contrario, nel 2008 il governo Prodi ha smontato la riforma Maroni (il famoso «scalone») con un aggravio di costo di cir­ca 8 miliardi di euro. Per non parlare della riforma Fornero del 2012 e dei suoi 300.000 eso­dati.
Settimaballa. La sinistra sostie­ne che i governi Berlusconi non hanno fatto le liberalizza­zioni necessarie per il Paese. Falso. Berlusconi, già nei primi mesi del suo insediamento nel 2008, voleva adeguare la nor­ma­tiva nazionale ai dettami eu­ropei sulle public utilities , dove si annidano le più gravi malver­sazioni monopolistiche e di rendita. Il tutto è diventato leg­ge, che le sinistre unite hanno voluto cassare con il referen­dum del 12 e 13 giugno 2011.
Ottava balla. La sinistra sostie­ne che il centrodestra non ha voluto ridurre il numero dei parlamentari. Probabilmente dimentica la riforma costitu­zionale recante «Modifiche al­la Parte II della Costituzione» pubblicata sulla Gazzetta Uffi­ciale numero 269 del 18 novem­bre 2005. Che prevedeva, tra l’altro, la riduzione del nume­ro dei deputati da 630 a 518; la riduzione dei senatori da 315 a 252. Con il referendum confer­mativo del 25 e 26 giugno 2006 la riforma Berlusconi fu cancellata grazie alla sinistra che fece campagna referendaria con­tro.
Nona balla. La sinistra e Monti sostengono che la destra berlu­sconiana in Italia sia antieuro­pea. Falso. A parte il fatto che è stato Berlusconi a volere Ma­rio Monti commissario euro­peo per ben 2 volte ed è stato Berlusconi a proporre Mario Draghi come presidente Bce, il Pdl è a totale favore dell’unio­ne bancaria, è favorevole al­l’unione economica, guarda con favore l’unione di bilancio. La Francia non vuole l’unione politica, sull’unione di bilancio Parigi e Berlino si ac­cusano a vicenda. Chi è più eu­ropeista? Il Pdl o Angela Me­rkel, che subordina le grandi scelte europee alla propria visione egemonica e alla scaden­za elettorale del prossimo set­tembre? O François Hollande, che durante la sua campagna elettorale ha sparato a zero con­tro l’Europa? Vergogna.
Decimaballa. La sinistra sostie­ne che il governo Berlusconi ha portato il Paese sull’orlo del baratro. Nell’autunno-inver­no del 2011 l’Italia è stata al cen­tro di un attacco speculativo, che l’opposizione ha usato co­me clava per far fuori il gover­no legittimo. Con Monti salvatore della patria e la sua politi­ca economica, i risultati si son presto visti: il Pil è in picchiata a -2,5%; la pressione fiscale è aumentata di 3 punti percen­tuali; i disoccupati sono au­mentati di 1 milione di unità; il potere d’acquisto delle fami­glie è crollato (- 4,1%); la produ­zione industriale si è contratta (-6,2%); le compravendite immobiliari si sono ridotte (-23,6%); il mercato dell’auto è in picchiata (-18%); il debito pubblico è aumentato, sia in va­lore assoluto (+82,7 miliardi), sia in rapporto al Pil (+4,4%). Eravamo sull’orlo del baratro a fine 2011 o il baratro è oggi, do­po un anno di governo del sena­tore a vita?
Undicesimaballa. La sinistra so­stiene che nella legislatura 2001-2006 il governo Berlusco­ni ha peggiorato i dati di finan­za pubblica. Ma è il governo Prodi 2006-2008 che ha fatto ri­salire il rapporto deficit/ Pil: in­fatti, la sinistra avrebbe potuto spalmare l’incremento di defi­cit derivante dalla sentenza sul­l’Iva (un punto percentuale ri­spetto al Pil) su 10 anni, ma non lo fece, preferendo far gravare sul 2006 l’intero peso della deci­sione della Corte Ue.
Dodicesima balla. Nei mesi scorsi si è parlato di «Berlusco­ni trick », accusandolo di pro­mettere riforme all’Europa e al­la Bce in cambio di aiuti senza realizzarle non appena l’Euro­pa e la-Bce procedono all’acqui­sto dei titoli di Stato per ridurre la speculazione. Falso che più falso non si può. Dopo la lette­ra della Bce del 5 agosto 2011, il governo Berlusconi realizzò una manovra da 60 miliardi fi­nalizzata all’anticipo del pareg­gio di bilancio nel 2013, come richiesto proprio dalla Bce. Successivamente, con il maxi­emendamento alla Legge di Stabilità per il 2012, sono stati realizzati oltre l’80% degli im­pegni contenuti nella lettera in­viata dal governo italiano il 26 ottobre 2011 ai presidenti di Commissione e Consiglio Eu­ropeo e approvata dalle relati­ve istituzioni con tempestività, lo stesso giorno. Dov’è il truc­co? Dov’è l’inganno? Questi i fatti, cari e ottimi Federico Fu­bini e Antonio Polito, che dalle pagine del Corriere della Sera avete evocato, appunto, il «Ber­lusconi trick », citando non ben identificati ambienti di Franco­forte. Attendo serenamente smentite.
La verità sta venendo final­mente a galla. E con la verità il riconoscimento di chi ha dife­so l’Italia e di chi invece, giorno dopo giorno, l’ha tradita, per opportunismo politico o per ambizione personale.