Giuditta Marvelli - Andrea Valvolo, CorrierEconomia 14/01/2013, 14 gennaio 2013
ANALISI. LA LIBERAZIONE DAL FISCO CI COSTA 172 GIORNI DI LAVORO
Un giorno in più. La liberazione fiscale quest’anno arriverà il 22 giugno, passato il solstizio d’estate e dopo 172 giorni di lavoro. Una maratona sempre più lunga: nel 2012 erano stati sufficienti 171 giorni per pagare imposte e contributi. E, se ventiquattro ore in più, in fondo, non vi sembrano poi così tante, bisogna ricordare che nel 2012 il Tax Freedom Day si era allontanato addirittura di una settimana rispetto all’anno prima, complice la crisi del debito pubblico e il diluvio di provvedimenti restrittivi per cercare di arginarla. Andando avanti di questo passo, però, si rischia davvero di superare la soglia del 30 giugno. Che vorrebbe dire lavorare più per lo Stato che per sé e la propria famiglia.
La pesantezza
Dunque il Fisco nel 2013 si mangerà un ulteriore giorno di fatica. I conti della corvée fiscale sono stati fatti, come di consueto, dall’Associazione artigiani Mestre in collaborazione con CorrierEconomia. Ogni anno, a partire dal 1990, lo studio — che ricalca una storica usanza americana — offre un’analisi puntuale della situazione di un quadro e di un operaio, con due livelli di reddito diversi, che si apprestano ad iniziare la marcia per raggiungere la libertà dalle tasse.
Molta acqua è passata sotto i ponti della politica e della società italiana, ma il Fisco lunare dagli anni Novanta (famosa definizione coniata dall’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro) è ancora un pianeta parecchio inospitale. Come se la caveranno nei prossimi mesi i nostri due contribuenti tipo? I conti nelle loro tasche si basano su tutte le ultime novità tributarie, che vanno a sommarsi agli aggravi già «metabolizzati» nel 2012.
La principale novità a favore dei contribuenti è l’aumento delle detrazioni per i figli a carico appena introdotto dalla legge di Stabilità, a cui si affianca la rimpolpata detrazione per le spese di ristrutturazione (dal 36% al 50%).
La lista delle maggiori tasse, però, è più lunga: si parte con l’aumento del prelievo locale con addizionali sempre più pesanti. E con la grande incognita dell’Imu. Si prosegue con i futuri aumenti dell’Iva (dal 21% al 22% dal primo luglio 2013), del bollo sul dossier titoli che sale dal primo gennaio all’1,5 per mille e che non ha più tetti per le persone fisiche. Si chiude con l’inasprimento della tassa sui rifiuti — complessivamente 1,9 miliardi in più — e del canone Rai.
L’identikit
In generale il bilanciamento tra i provvedimenti favorevoli e il nutrito drappello di aggravi produce effetti negativi soprattutto per i redditi elevati, per chi ha disponibilità finanziarie e per chi utilizza in modo molto rilevante l’automobile. È infatti il quadro — con moglie e figlio a carico, che nel 2013 guadagnerà 47.925 euro — a lavorare fino al 22 giugno, un giorno in più rispetto al 20 giugno del 2012 (sono solo 24 ore in aggiunta perché il 2012 era bisestile). Il contribuente più ricco (e più tartassato) vive in una casa di proprietà di 150 metri quadrati, consuma 1.000 metri cubi di gas e 2.900 kw di energia elettrica. I suoi risparmi ammontano a 40 mila euro, tra conto corrente, titoli e fondi. Il suo reddito disponibile sarà di 31.969 euro, dopo che 16.461 euro se ne sono andati per le imposte sul reddito (Irpef e relative addizionali) e contributi. A questi si aggiungono altri 6.398 euro di imposte sui consumi: si arriva così a 22.859 euro di tasse pagate nel 2013, pari a una pressione complessiva del 47,2%. Lo spostamento in avanti del Tax Freedom Day, data la progressività dell’Irpef, è fisiologico se aliquote e scaglioni non vengono via via adeguati al tasso di inflazione.
Il secondo cittadino tipo è, invece, un operaio, che ugualmente mantiene la moglie e un figlio, con uno stipendio lordo di 24.004 euro. La sua busta paga (al pari di quella del quadro) è stata aumentata dell’1,5% rispetto a quella del 2012 sulla base delle rivalutazioni contrattuali Istat.
Vive in una casa sua di 90 metri quadri. Non ha in deposito titoli, ma paga il bollo sul conto corrente dove tiene circa 6 mila euro. Come il quadro ha fatto dei lavori in casa, potendo chiedere al Fisco sconti per poco più di 2 mila euro (il dirigente invece ne dichiara circa 4 mila). Il Tax Freedom Day dell’operaio arriva a metà maggio, il 15 per la precisione, dopo 134 giorni di lavoro. Esattamente come nel 2012. Il nostro sistema, per chi le tasse le paga, è fortemente progressivo e questo spiega la liberazione anticipata.
Tutti e due i contribuenti, ognuno per le sue possibilità, probabilmente si fanno le stesse domande: verrà il giorno in cui il Fisco retrocederà di qualche casella? E magari verrà anche quello in cui l’utilizzo delle tasse sarà così efficiente da farmi sentire fiero di pagarle?
Giuditta Marvelli
Andrea Valvolo