Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Una Ruby R., minorenne di origine marocchina, a quanto si dice bellissima, riceve una telefonata dall’Ansa e risponde: «Sono dispiaciuta di quanto sta accadendo. Mi spiace soprattutto perché vedo che sono state coinvolte persone che mi hanno aiutato senza chiedere niente in cambio. Sono amareggiata, la mia verità è stata manipolata. È ingiusto rovinarmi così, i giornali sparano solo cavolate». Nello stesso momento, in Campania, qualche cronista fa al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi domande che il presidente non vuol sentire: «Non mi occupo di spazzatura mediatica. Io sono una persona di cuore e quindi mi occupo dei problemi delle persone. Ma della spazzatura mediatica non mi occupo, la lascio a voi. Facciamo come da Santoro: su domande, insulti e sconcezze, da parte mia contradditorio zero». Intanto, sul sito di Repubblica, si legge il titolo: «Bunga bunga sul web». E su quello del Corriere: «Video inchiesta bunga-bunga».
• Sarebbe il caso, forse, di uscire dal mistero.
Ruby R., la bellissima marocchina minorenne, è una ragazza sbandata. Fuggita da Messina, dove vivono i suoi, è capitata a Milano. Qui lo scorso 27 maggio è stata arrestata e portata in questura, con l’accusa di furto. Non aveva documenti e il suo destino sarebbe stato quello di finire in una comunità. Ma qualcuno ha telefonato a chi di dovere e, dopo un po’, Ruby è stata consegnata a Nicole Minetti, consigliere regionale della Lombardia, giovane e avvenente a sua volta: è un’ex soubrette, poi promossa a igienista dentale di Berlusconi e quindi dirottata in politica. Ruby racconterà poi, in un interrogatorio avvenuto due mesi dopo, che la telefonata liberatoria è arrivata direttamente da palazzo Chigi, che appena uscita dalla questura sotto la protezione di Nicole, Nicole ha chiamato Berlusconi per dirgli che tutto era a posto, che poi Nicole le ha passato il telefonino e Ruby – racconta – ha sentito Berlusconi che le diceva: non sei egiziana, non sei maggiorenne, ma io ti voglio bene lo stesso.
• Perché egiziana? Non è marocchina?
Chi ha telefonato alla questura di Milano avrebbe detto che la ragazza andava liberata subito, perché nipote di Mubarak, il presidente egiziano. Ruby ha poi raccontato di essere stata tre volte ad Arcore, in casa di Silvio Berlusconi. La terza volta Silvio le disse: ti presenterò come nipote di Mubarak. Quindi sarebbe uno scherzo, un giochetto tra nonno e nipote, tirato fino all’estrema conseguenza di essere stato rifilato alla questura di Milano. Se è una storia vera. Perché Ruby è una ragazza difficile, che ha avuto un’infanzia molto dolorosa. L’infanzia dei profughi, quelli che sono persi dovunque vadano. Sarebbe davvero male se Lele Mora, Emilio Fede e magari addirittura il presidente del Consiglio ne avessero in qualche modo approfittato. Ma forse Ruby mente su questa terza cena. Dice che a tavola erano presenti George Clooney, la Canalis e la Santanché. La Santanché ha smentito con forza.
• Che c’entrano Lele Mora ed Emilio Fede?
La storia comincia con un concorso di bellezza in Sicilia, di cui Emilio Fede – messinese – è presidente. Partecipa anche Ruby. Fede, dopo molte carinerie (innocue), le dice che per far fortuna deve andare a Milano e presentarsi a Lele Mora. Ruby, con l’idea di finire in televisione, parte subito. Mora le fa fare la cubista in un sotterraneo sulla via per Linate. Il 14 febbraio, San Valentino, Fede l’avrebbe portata ad Arcore. La prima delle tre feste. Mora, Nicole Minetti e Fede sarebbero indagati, secondo quello che dicono tutti. Fede, quasi ottant’anni, non nega di aver conosciuto Ruby ma dice di non saper nulla di indagini sul suo conto.
• Che cosa è accaduto in queste feste a casa di Berlusconi?
Secondo quello che ha raccontato Ruby – racconti, lo ripetiamo, da prendere con le molle -, la prima volta si trovò in mezzo a una ventina di signore, donne di tutti i tipi, dalla velina alla ministra. Non restò a dormire. La seconda volta sapeva che sarebbe stato meglio passare la notte lì: «Te lo chiederà» le aveva detto Lele Mora «ma questo non vuol dire che dovrai fare sesso». Il padrone di casa glielo chiese, lei restò, non fece sesso. Però vide il bunga bunga.
• Che cos’è il bunga bunga?
Un gioco erotico. Stando a quello che racconta Ruby, Berlusconi ne attribuisce la paternità a Gheddafi. Ruby dice di essere stata l’unica a rimanere vestita. Dice che il presidente del Consiglio racconta del bunga bunga ridendo, come se si trattasse di una barzelletta. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 29/10/2010]
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