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 2010  ottobre 29 Venerdì calendario

IL PROFUMO, PER VOCE ARANCIO


“Profumo”: dal latino “per fumum”, “attraverso il fumo”. I primi profumi della storia furono gli aromi destinati ad essere bruciati nelle cerimonie religiose.
Il primo a capire che il profumo poteva diventare un prodotto di massa fu François Coty. Leggenda vuole che, dopo un appuntamento con il direttore dei Magazzini del Louvre che gli aveva negato la possibilità di commercializzare nei loro reparti il suo nuovo profumo La Rose Jacqueminot, Coty ne avesse gettato una bottiglia nel mezzo del negozio, provocando una quasi sommossa quando decine di clienti si precipitarono a chiedere dove potevano acquistarlo. I Magazzini del Louvre accettarono il profumo e in pochi giorni furono venduti più di 500 flaconi. Dopo quattro mesi, il profumiere aveva guadagnato il suo primo milione. Oggi Coty, con 4 miliardi di dollari di ricavi, è il numero uno al mondo dei profumi (tra i marchi Jil Sander, Balenciaga, Chloè, Lancaster, Marc Jacobs, Calvin Klein, Cerruti, Chopard, Davidoff…).
Chanel N° 5: il profumo più venduto al mondo. Creato nel 1921 dal profumiere russo Ernest Beaux su richiesta di Coco Chanel, fu il primo profumo a impiegare molecole di sintesi, ovvero molecole che “copiavano” la fragranza dei fiori.
La Rosa Centifolia di Grasse, usata nello Chanel N° 5, fiorisce solo una volta l’anno, nel mese di maggio. Viene raccolta al mattino per non perdere d’intensità.
Eau de Cologne, Acqua di Colonia. Nonostante il nome derivi dalla città tedesca, in realtà fu il primo profumo “made in Italy” della storia. Giovanni Paolo Feminis e Giovanni Maria Farina, zio e nipote, se ne dividono la paternità. Il primo l’avrebbe inventata come “Aqua mirabilis” alla fine del 1600, il secondo, ricevuta in eredità la ricetta, l’avrebbe divulgata in tutto il mondo. Composta da circa 25-30 essenze diverse (bergamotto, limone, arancia, mandarino, cedro, rosmarino, lavanda…) ha una bassa gradazione di alcol e una ridotta concentrazione di profumo (3-5%). La formulazione originale è ancora in commercio: 37 euro per 50 ml. (http://www.farina1709.com/)
«Il mio profumo è come un mattino italiano di primavera dopo la pioggia: ricorda le arance, i limoni, i pompelmi, i bergamotti, i cedri, i fiori e le erbe aromatiche della mia terra. Mi rinfresca e stimola sensi e fantasia» (Giovanni Maria Farina).
Napoleone ne andava pazzo: consumava 60 fiale al mese di acqua di Colonia e ne teneva una sempre a portata di mano nello stivale.
Parfum, Eau de parfum, Eau de toilette: la differenza si basa sulla diversa concentrazione in alcol della formula. Nell’Eau de toilette è intorno al 12-15%. Nell’Eau de parfum, va dal 15 al 20% circa. Nel Parfum, la percentuale è del 25-30%. La maggiore presenza di alcol accentua l’evaporazione.
«Profumatevi dove vorreste essere abbracciate» (Coco Chanel).
«Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del sentimento e della volontà. Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, penetra in noi come l’aria che respiriamo, penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente, non c’è modo di opporvisi» (Patrick Süskind).
«Quando spegniamo la luce, che cosa resta della donna al nostro fianco, fosse pure la più bella? Il fascino della sua voce, la sua sensualità e, soprattutto, il suo profumo. Alla domanda di cosa portasse come camicia da notte, Marilyn rispondeva: Chanel N° 5. Aveva detto tutto» (Jean-Paul Guerlain)
I profumi industriali rappresentano un giro d’affari di circa venti miliardi di dollari l’anno. Un profumo, sul mercato, non supera i due o tre anni. Un prodotto di successo può resistere da 5 a 10 anni.
Ogni anno l’Accademia del profumo assegna il Premio Internazionale al miglior profumo. Nel 2010: Marc Jacobs Lola (femminile) e CK Free (maschile).
In un settore in crisi come quello della cosmetica che, nel 2009, ha registrato un -3 per cento (dati Unipro), il mercato delle fragranze ha quantificato un giro d’affari di 900 milioni di euro, con una crescita dell’1 per cento. A conquistare sempre più pubblico è la profumeria artigianale che, solo in Italia, sviluppa un fatturato di 120 milioni di euro.
«C’è una riscoperta dei profumi artigianali, degli odori non banalizzati dal marketing commerciale. […] Aumentano le vendite della profumeria artigianale e dei profumi personalizzati, il problema è che non c’è ancora una cultura dell’olfatto o forse si è dimenticata, persa: tutti conosciamo l’odore del muschio bianco usato nei detersivi, un profumo sintetico, ma pochi conoscono la tuberosa che esiste in natura» (Marika Vecchiatini, autrice di L’arte del profumo - La storia, la cultura e i desideri segreti delle essenze).
I profumi di nicchia sono fragranze ricercate, con materie prime selezionate, di solito a tiratura limitata e con una confezione semplice ed elegante. Costano dai 70 ai 500 euro e sono in vendita nelle boutique più esclusive. Tra i marchi più conosciuti: Floris, Creed e D.R. Harris, Penhaligon’s, L’Artisan Parfumeur, Miller Harris, Comptoir Sud Pacifique, Serge Lutens, Caron...
Silvana Mangano si identificava in Vent Vert di Pierre Balmain, in virtù del fatto che amava gli spazi aperti, l’odore di erba tagliata, di fresco e di terra... tutte note caratteristiche di questa essenza. Totò prediligeva le note cuoiate e autunnali di Tabac Blond di Caron.
Rose d’homme di Parfum de Rosin alla rosa e lavanda è il preferito di Johnny Depp (50 ml, 110 dollari). Blenheim di Penhaligon’s, creato nel 1902 e amato da Winston Churcill, piace anche a Pierce Brosnan ed Emanuele Filiberto di Savoia.

Nez, naso. Un “naso” è un creatore di profumi. Una persona dall’olfatto molto allenato che non solo sa riconoscere più odori del normale, ma è anche capace di combinarli per costruire essenze e profumi. Tra i più famosi: Jacques Polge (per Chanel), Jean-Claude Ellena (Hermès), Jean-Michel Duriez (Patou)... In Italia abbiamo Laura Tonatto, Lorenzo Villoresi, Lorenzo Dante Ferro, Alessandro Gualtieri di Nasomatto…
Una persona comune è in grado di distinguere mille note, un naso tremila.
«Traggo vantaggio da quello che mi sono spesso sentito dire, dai tuoi umori sessuali, dalle droghe e dal cibo, dagli errori, dalla Z1, dalle migliori materie prime, dalla memoria olfattiva dei miei viaggi. Offro vantaggio alle persone alla ricerca di profumi che li rendano unici» (Alessandro Gualtieri).
Per pochi eletti, unico e personalizzato. È il profumo su misura. Da Cartier, Mathilde Laurent incoraggia a descrivere a parole le emozioni derivate da una fragranza. Annota tutto e crea il profumo perfetto. Un litro e mezzo di fragranza, confezionata in flaconi di cristallo Baccarat chiusi da filo d’oro e con cofanetto in pelle, costa 60mila euro. La formula, essendo strettamente personale, viene archiviata e tenuta segreta.
Nel suo negozio di Notting Hill, a Londra, Lyn Harris crea “bespoke fragrance”, ovvero profumi su misura. Si comincia con una giornata in laboratorio ad annusare centinaia di fragranze. «Poi due mesi per elaborare tre essenze che verranno consegnate al cliente da provare a casa. Dopo un mese la scelta è fatta e la persona ritorna con la fiala che diventerà la sua “bespoke fragrance”». Il profumo viene poi registrato a Grasse e consegnato a casa in preziose boccette con serigrafie floreali. Il costo? Seimila euro. Tra i clienti, Jane Birkin, Kylie Minogue e Patsy Kensit.
In Italia, a Firenze, c’è Lorenzo Villoresi. «Nei punti vendita commerciali trasmettono solo banalità e luoghi comuni e c’è un proliferare di marchi senza una ricerca autentica. Noi da anni oltre alle nostre classiche fragranze produciamo anche su richiesta. Cosa chiedono i clienti? Qualcosa di personale ma io ricordo sempre che non esiste il profumo di tutta una vita così come non esiste un’emozione che duri per sempre». Costo della fragranza su misura: mille euro. Tra i clienti la famiglia Blair.
«Tra un profumo commerciale e uno di nicchia non c’è nessuna differenza. Ormai i marchi che si dichiarano di nicchia sono più di quelli commerciali. In un anno ne sono state lanciate 600 fragranze. Un po’ troppe, a parer mio», spiega a VoceArancio Laura Tonatto, uno dei “nasi” più apprezzati del mondo.
Come scegliere un profumo? «Facendo attenzione a cosa si compra. Non bisogna farsi condizionare dalla confezione, dalla pubblicità o dalla commessa che a tutti costi vuole vendere un prodotto. Bisogna saper riconoscere la qualità delle materie prime e apprezzarne gli accostamenti».
Come nasce un profumo? «I miei non sono profumi, ma ritratti olfattivi. Ogni fragranza comunica, rappresenta e valorizza la personalità e il carattere di chi lo indossa. Faccio una decina di profumi l’anno, non di più. Dietro ogni richiesta c’è sempre una storia e accetto solo se si tratta di un’esperienza che arricchisce anche me. Altrimenti, mi rifiuto».
Lei ha creato una collezione di profumi su misura anche per la regina Elisabetta. «Sì, un’esperienza unica. Sono stata diverse volte a Buckingham Palace per capire le esigenze e i gusti della regina, una donna straordinaria, di una cultura e di un’educazione d’altri tempi. Mi ci sono voluti quasi due anni per realizzare il suo profumo. A volte pensavo di non farcela. Mi aspettavo che, da un momento all’altro, qualche inglese più bravo di me arrivasse e facesse meglio».
Ci si può creare da soli un profumo? «Perché no? Per chi vuole provare questa emozione, sul nostro sito offriamo la possibilità di scegliere fino a 100 diverse essenze da combinare tra loro. Una volta stabilita la composizione, produciamo il profumo in laboratorio e lo spediamo a casa (120 euro per 50 ml, ndr). È un servizio che sta riscuotendo grande successo ed è richiesto soprattutto da chi ha studiato e conosce il mondo delle essenze. Molti mi chiedono consiglio sugli accordi o sulle percentuali. Cerchiamo di rispondere a tutti».
Il suo profumo preferito? «Amir, creato da me quando ero in Egitto. Lo uso ancora oggi. È un profumo che cambia con me, le essenze rimangono sempre le stesse – ambra, fiori d’arancio, gelsomino di Grasse - ma modifico le proporzioni (72 euro per 100 ml, ndr). E poi Soglie, creato per la famiglia Saudita, a base di rosa di Taif, una qualità che sboccia solo in Arabia Saudita e la cui essenza è rarissima (50 ml 126 euro, in vendita solo da San Carlo a Torino e online, ndr)».
Il suo lavoro le impone qualche sacrificio? «Non fumo, mi lavo il naso due o tre volte al giorno, evito di odorare alcol o ammoniaca e per una sensibilità personale, non lavorativa, evito i locali o ristoranti che sanno di fritto. Soffrendo poi di allergie, nei mesi in cui c’è la fioritura dei pollini non mi è possibile creare».
Un profumo può essere “per sempre”? «Sì, certo. Ci sono persone che crescono, evolvono e amano cambiare anche profumo due volte al giorno, altre, invece, rimangono le stesse tutta la vita e quindi fedeli a un profumo negli anni. Io, personalmente, ho sempre apprezzato il peccato, il coraggio di chi nella vita osa, prova, sperimenta. Ma non si può imporre nulla a nessuno, soprattutto nell’olfatto».
Mai scegliere un profumo… «Perché lo si è sentito sull’amica. L’errore più grande che si possa fare».

Bar à parfums, bar pensati per “degustare” odori. A Roma, Milano, Firenze, Bergamo, Torino. Entri, ti siedi e ordini un profumo sul menù, che un “cameriere” serve gratuitamente in un calice quasi fosse un vino d’annata. Una volta decisa la composizione nei corner all’interno del bar, viene preparato il primo di dieci flaconi da 100ml, assieme al quale viene ceduta anche l’esclusiva della formula. Prezzo: 5.000 euro.

Sempre più di tendenza, i profumi “bio”: Honoré des Pres, Testa Maura, Tsi~La Organics e Pacifica. Fragranze 100% bio Ecocert, con ingredienti provenienti unicamente da agricoltura biologica, senza conservanti, alcol, additivi, coloranti o altre sostanze chimiche sintetiche.
Cleopatra faceva profumare le vele delle sue navi perché, al soffio del vento del Nilo, diffondessero al suo passaggio le fragranze che lei amava.