Massimo Gramellini e Carlo Fruttero, La Stampa 29/10/2010, pagina 96, 29 ottobre 2010
STORIA D’ITALIA IN 150 DATE
11 luglio 1982
Patrioti
«Io giocavo terzino e centravanti» confida uno, «una volta ho fatto un gol di tacco impossibile». «Io ero portiere e ala destra» rievoca l’altro, «una volta ho parato un rigore». Sono due vecchi amici, ma hanno avuto infanzie in città diverse, in Liguria e in Piemonte, e non gli è mai capitato di parlarne fino a oggi. Ma oggi è il gran giorno! L’Italia si gioca la permanenza nel campionato mondiale di calcio contro l’Argentina di Maradona. Le prospettive sono pessime. Fin qui la nostra nazionale ha racimolato a fatica soltanto pareggi e corre voce che abbia «comprato» quello con i Leoni africani del Camerun, che tornano a casa imbattuti. Cala il silenzio stampa. Soltanto il capitano Zoff è autorizzato a parlare con i giornalisti. Ma ci sarà poco da dire dopo la batosta con l’Argentina... I due ex campioni guarderanno insieme il disastro, a casa del ligure che ha un televisore nuovo di molti pollici. Il piemontese arriva puntuale e i due, con crescente stupore, vedono Maradona bloccato dai nostri, che vincono 2 a 1. Da quel momento gli amici non perdono più una partita. Non solo dell’Italia, ma di tutte le altre squadre rimaste in gara, di giorno e di sera, facendo complicati calcoli sulle varie evenienze. Poi arriva l’incredibile vittoria contro il Brasile. La moglie del ligure, che è argentina e del tutto indifferente al football, porta grandi bicchieri di tè freddo e contempla indulgente i due esagitati. Battiamo la Polonia senza difficoltà e siamo in finale contro i tedeschi che hanno sconfitto a fatica i francesi. A Madrid arriva il presidente Pertini e siede in tribuna accanto al re di Spagna. Ma per l’Italia non è più un incontro difficilissimo, la squadra si sente ormai sicura, tutti sono in forma, tutti si passano la palla come a memoria. È un miracolo rarissimo in questo gioco collettivo interpretato da undici feroci individualisti. Lo juventino Marco Tardelli segna la seconda rete, capisce che la vittoria è nostra e attraversa il campo a braccia alzate urlando. Al terzo gol anche Pertini salta in piedi a braccia alzate sotto lo sguardo affettuoso di re Juan Carlos che tra poco consegnerà la coppa a Zoff. E il Camerun? Nessuno ne parla più e il giornalista guastafeste non farà una gran carriera.
Tutta l’Italia esce in strada a sventolare il tricolore e anche i due amici, dalla pineta maremmana in cui sono vicini di casa, sarebbero tentati da un carosello nel paese di Castiglione della Pescaia. Ma sono avvezzi alla sobrietà, all’autocontrollo, niente piazzate e restano sulle loro poltrone a ricordare i tempi in cui uno, Calvino Italo, segnava i gol di tacco e l’altro, Fruttero Carlo, parava i rigori.