Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  ottobre 29 Venerdì calendario

Con Icbc la Cina ha creato un mostro bancario - La Cina ha creato un mostro, in termini bancari. Il 28 ottobre l’Industrial and Commercial Bank of China (Icbc) ha riportato un aumento degli utili del 27% nei primi nove mesi dell’anno, arrivando a 19 miliardi di dollari

Con Icbc la Cina ha creato un mostro bancario - La Cina ha creato un mostro, in termini bancari. Il 28 ottobre l’Industrial and Commercial Bank of China (Icbc) ha riportato un aumento degli utili del 27% nei primi nove mesi dell’anno, arrivando a 19 miliardi di dollari. La sua capitalizzazione di mercato, pari a 233 miliardi di dollari, è quasi il doppio di quella di Citi, e il suo Roe è stato cinque volte superiore a quello del colosso bancario americano. Come ha fatto Icbc a raggiungere queste dimensioni? La risposta risiede in alcune gigantesche distorsioni del sistema bancario cinese. In primo luogo, in Cina le banche sono incentivate a crescere rapidamente. Una prima ragione è che esistono margini garantiti tra i tassi di deposito e i tassi di prestito. Non è un margine particolarmente ampio (poco più di due punti percentuali), ma è sempre molto meglio che impegnare il surplus di liquidità in titoli di stato. Il massimale sui tassi di deposito è un altro fattore che ha contribuito alla crescita abnorme delle megabanche. Del resto, i risparmiatori non hanno molta scelta. Secondo le stime di Credit Suisse, il valore dei depositi come percentuale della ricchezza familiare si è quasi dimezzato nell’ultimo decennio, mentre sono aumentati gli investimenti in immobili e in azioni. Ma i depositi rappresentano tuttora il 180% del Pil, un valore in ulteriore crescita tendenziale. I mercati obbligazionari rimangono sottili e le frontiere essenzialmente chiuse. Infine, la crescita di un mostro è sempre associata a una certa dose di azzardo morale. Il fondo di investimenti statale Huijin e il Ministero delle finanze possiedono una quota maggioritaria del capitale azionario di Icbc, e probabilmente investiranno nel suo imminente aumento di capitale da 6,7 miliardi di dollari. La creazione di una banca come Icbc può apparire un’impresa titanica. Ma i Frankenstein della finanza cinese non sono particolarmente rassicuranti. In primo luogo Icbc, facendo la parte del leone sul mercato dei prestiti, dei depositi e degli investimenti, lascia poco spazio alle banche più piccole. In secondo luogo, con la progressiva espansione di Icbc, le autorità dovranno preoccuparsi di tenere la sua progenie sotto controllo.