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 2010  ottobre 29 Venerdì calendario

TUTTI A PIEDI E CON LE CASE-ECO. IN SPAGNA LA CITTA’ PIU’ VERDE —

Quel che difficilmente si vede a Napoli (o a Milano) accade normalmente il lunedì pomeriggio in plaza del General Loma, pieno centro storico di Vitoria-Gasteiz: eleganti signore aspettano in fila di liberarsi di un paio di vecchi ferri da stiro, qualche litro di olio fritto, radiografie scadute, un pacco di lampadine fulminate, due cartucce d’inchiostro esaurite e un non meglio identificato rottame di plastica.
In piedi sul cassone di un camioncino, il «Punto verde mobile», un addetto alla nettezza urbana smista i pezzi nei rispettivi cassonetti, già stracolmi dietro di lui. Ogni giorno si ricicla così un quartiere, da lunedì a sabato.
Ma il sindaco di Vitoria, Patxi Lazcoz, giovane avvocato eletto nel 2007 nelle lista del partito socialista, non ha nemmeno avuto bisogno di raccontarlo per convincere la commissione europea ad assegnare alla città basca il titolo di «Capitale verde europea 2012», battendo concorrenti della stazza di Barcellona, Malmö, Reykjavik, Norimberga.
«Il segreto di Santa Vittoria», come nel film di Stanley Kramer, sta nella complicità generale: in difesa dell’ambiente, anziché delle scorte di vino.
Sintetizza il sindaco: «Somos una piña», compatti come una pigna. Per cui l’opposizione appoggia serenamente misure impopolari come la triplicazione della tariffa della sosta in superficie (da 0,90 a 2,5 euro per 90 minuti). O una rivoluzione nella rete dei trasporti pubblici, il cui utilizzo è aumentato del 42% in 18 mesi. O la lenta ma progressiva pedonalizzazione del centro, nonostante l’iniziale malumore dei commercianti e nonostante l’industria automobilistica dia lavoro a 5.000 abitanti nelle fabbriche locali di Michelin e Mercedes Benz. Che comunque già sforna i primi modelli elettrici, alimentati con energia rinnovabile.
«È stato un lavoro di 30 anni — l’assessore all’Ambiente, Alba Cañadas, riconosce i meriti delle giunte precedenti —, con la partecipazione di tutte le forze politiche e della società civile, collettivi, gruppi ecologici, fondazioni. Si raccolgono le proposte tecniche, si discute, si arriva a un accordo e si avvia il piano. Cambia il governo? Non importa, i progetti condivisi vanno avanti lo stesso». Sul tavolo dei giudici europei, Vitoria ha rovesciato i risultati del «consenso tranquillo — come lo definisce il sindaco —, che ha portato in delegazione a Bruxelles cinque formazioni politiche». Formalmente avversarie.
I numeri vincenti: il 73 per cento dell’edilizia, quella popolare e a buon mercato, monta pannelli solari; il rapporto tra zone verdi e popolazione è di 42,12 metri quadrati per cittadino e tutti i 240 mila residenti hanno almeno un parco o un giardino accessibile a meno di 300 metri dal loro domicilio. I 61 chilometri di piste ciclabili diventeranno presto 164. Il consumo domestico di acqua continua a calare da 5 anni, nonostante l’aumento degli abitanti: da 130 litri quotidiani a 119 a testa. Metà della media italiana.
«Campagne di sensibilizzazione — svela il sindaco — hanno indotto all’uso di filtri che miscelano aria e acqua nel rubinetto: il flusso sembra lo stesso, ma contiene meno acqua». Anche l’aria che Vitoria respira è «buona» o «molto buona» per 284 giorni all’anno (dati del 2008) e dal 2006 non è mai più stata raggiunta la soglia d’allarme per l’ozono. Merito di una corona di smeraldi: ai 370 ettari di parchi cittadini si somma l’Anello Verde di 622 ettari che circonda la città, «contenendo lo sviluppo urbanistico — osserva Monica Ibarrondo Portilla, direttrice dell’Osservatorio di sostenibilità — e ripristinando antichi ecosistemi». Come la gemma di questo abbraccio d’ossigeno: Salburua, a est di Vitoria. Zona di inondazioni nell’800, prosciugata a metà del ’900, è tornata quello che era: un’oasi umida e protetta (aperta alle visite e agli studi) per animali a rischio d’estinzione e uccelli migratori. Un piccolo paradiso di quasi 200 ettari sotto le finestre dei privilegiati, per una volta, abitanti di periferia.
Che si aspetta ora la piccola Vitoria dalla sua grande vittoria? «Turisti ecologici e imprenditori internazionali, versati per l’economia e lo sviluppo sostenibile — spera il sindaco Lazcoz —. La Ferrari non potrebbe essere interessata?».
Chissà. Di sicuro Vitoria saprebbe essere riconoscente: a Ken Follett, che si è ispirato alla Cattedrale di Santa Maria per il suo «Mondo senza fine», il Comune ha già fatto un monumento.
Elisabetta Rosaspina