Alessandro Galimberti, Il Sole 24 Ore 29/10/2010, 29 ottobre 2010
QUANDO L’ASSEGNO DI MATERNITÀ VALE QUASI UN MILIONE
L’assegno di maternità? Un credito senza limiti, almeno per le avvocatesse diventate madri prima del 2003. La Cassazione ha confermato ieri il diritto di una professionista a ricevere dalla Cassa forense 855mila euro di indennità per la nascita della primogenita – venuta al mondo nel 2000 – e per i cinque mesi di assenza lavorativa connessi. Nulla di illegittimo, ha sancito la Corte (sentenza 22023/10) e ci mancherebbe: la puerpera, nel 1999, aveva denunciato a fini Irpef 4 miliardi e 970 milioni di lire (più di due milioni e mezzo di euro); che moltiplicati per 5/12 e quindi ridotti all’80%, secondo le regole in vigore all’epoca, fanno esattamente la maxi-indennità.
Invano la Cassa ha chiesto clemenza, invocando l’equilibrio contabile e addirittura l’eguaglianza costituzionale "a contrario" con le madri impiegate. E pazienza se la maximaternità equivale al contributo fisso, 160 euro, di 5.344 colleghi/e. Anche perché il legislatore, accortosi che le professioni sono sempre più rosa, anche nei redditi, si è adeguato, fissando dal 2003 un tetto salva Casse.