Frammenti, 29 ottobre 2010
Frammento dei Frammenti che rispondono alla voce "Gianfranco Fini"
2010
[Silvio Berlusconi] «Tanto è inutile, Fini non farà mai la riforma della giustizia con noi. È da sedici anni che mira a farmi fuori. E il suo obiettivo resta sempre lo stesso». […] Gianfranco Fini per il premier è politicamente morto e sepolto. […] La giustizia è il tema dei temi per il Cavaliere, più che mai adesso che Fini ha annunciato che proprio su questo cadrà il governo.
Fonte: Barbara Romano, Libero 17/10/2010
Il Movimento sociale italiano di Gianfranco Fini, insieme con pochi altri, riuscì a sporgersi dalla prima repubblica e a mettere il naso nella seconda. […] Ma forse il Msi fu l’ultimo partito della prima repubblica e Futuro e libertà, sempre di Gianfranco Fini, è certamente l’ultimo della seconda. […] Se si contano (con qualche difficoltà e qualche margine di errore) soltanto i partiti che dal 1994 a oggi hanno avuto rappresentanza alla Camera dei deputati o al Senato (per aver ottenuto seggi alle elezioni o per essersi costituiti in gruppo o in sigla nel corso della legislatura), Futuro e libertà è infatti la formazione numero ottantadue.
Fonte: Mattia Feltri, La Stampa 6/10/2010
Solo lo sbarco in video di Enrico Mentana ha riequilibrato in parte le facce in tv. A vantaggio però non della minoranza ma di Gianfranco Fini e dei finiani. […] La società Vidierre ha studiato il minutaggio nei tg, stilando la classifica dei primi 100 personaggi televisivi per tempo di parola. Solo a settembre […] Ha recuperato qualcosa Fini ma su un pubblico di numeri "piccoli". Grazie all’intervista di Mentana sulle polemiche politiche e la casa di Montecarlo. E grazie a uno spazio altrettanto importante offerto a Italo Bocchino, capogruppo di Futuro e libertà: 14 minuti e 15 sul tgLa7, spiccioli sugli altri notiziari. Per Fini l’ultimo mese è stato avaro su Tg1 (4 minuti e 33) e Tg2 (6’ e 7 secondi), più generoso sul Tg3 (10 minuti e mezzo).
Fonte: GOFFREDO DE MARCHIS, la Repubblica 5/10/2010
Lontano anni luce da questo paradiso della politica c’è l’Italia, e l’ultimo in ordine di tempo è l’esempio di Gianfranco Fini, che ha agitato spettri di rottura definitiva nella maggioranza, ha criticato, ha minacciato, ma alla fine è rimasto comodamente seduto sulla sua poltrona, quella di presidente della Camera e di leader del suo nuovo partito. Il tutto mentre pendeva su di lui la spada di Damocle degli scandali, a partire da quell’appartamento, che nel Regno Unito sarebbe bastato per far cadere un intero governo.
Fonte: Alessandro Carlini, Libero 30/9/2010
Daniela Santanchè. Certo è che se anche fosse campata in aria l’accusa lanciatale contro di essere l’anima nera della «macchinazione» contro Gianfranco Fini, accusa che ha respinto annunciando raffiche di querele, è difficile contestarle un ruolo indiscusso. Quello di Nemica numero uno del presidente della Camera. Ruolo che rivendica da assai prima che l’allora leader di An entrasse in rotta di collisione col Cavaliere e ha confermato recentemente con parole non sobrie: «Umanamente Fini è una merda».
Fonte: Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 28/09/2010
Gianfranco Fini sarà certamente alla testa di un partito denominato Futuro e Libertà: se ti aspetti del nuovo smetti subito. In quelle due parole non ci può stare che del fumo.
A): futuro è un tarocco che porta sgarro, mai adottare una parola così vacua, così flagellata dai venti del Nulla. Il futuro non lo puoi conoscere, non sai dove siano le sue stive, non esiste: la politica lavora (se è un lavorare) sul presente; se è saggia, il prossimo giro di presente ne ricaverà mirabilia, (forse)...
B) Se «liberale» può aver conservato una vaghezza di senso alla pesa storica, libertà staccata dal liberalismo delle misure, è il Vuoto dogmatico di tutti i Zen di Kyoto. Se Forza Italia aveva un nome in grado di intrufolarsi dappertutto, la ripetizione di libertà in tutte le successive formule berlusconiane era già annuncio di democrazia svuotata. Sia Libertà che Futuro sono entrambi moncherini di vuoto. (Quanto a me, non mi proverei a dare suggerimenti; mi basta la pars destruens). Mescola libertà, futuro, popolo, maniche rimboccate, crescita, ripresa, sviluppo, statistiche, sondaggi, aumento, incremento, traguardo, tagli, tassi, mercati, produzione, riforme, e un centinaio di gusci di termini inglesi buoni a tutto e consumabili a gogò - e dalla lessicografia butterata che ne esce immagina di dover formare liste di nomi da ricavarne una assemblea rappresentativa decente, cioè più ragionante che farneticante e annaspante. Lo stesso linguaggio ammorba i giornali, il mediatico, l’universitario, il telefonico, il volgare di tutte le chiacchiere, di tutte le interviste (trovatemi qualcuno che riesca a dire qualcosa di nuovo, di non conforme), di tutte le comunicazioni e i commenti.
Fonte: Guido Ceronetti, La Stampa 17/10/2010, pagina 35
GIANFRANCO FINI BADOGLIANO STORIA DI UN INSULTO POLITICO - Tra le tante definizioni, più o meno colorite, con cui il popolo del Pdl definisce ormai Gianfranco Fini ci mancava quella di «badogliano», mancanza colmata in una discussione che ho ascoltato di recente.[…] Se questa è l’origine dell’espressione non mi sembra che si applichi a Gianfranco Fini. Il vecchio segretario del Msi e presidente di Alleanza Nazionale è molto cambiato, ma durante un percorso fatto complessivamente alla luce del sole. La fondazione di An, la svolta di Fiuggi, il viaggio a Gerusalemme, il discorso pronunciato al primo congresso del Pdl sono altrettante tappe di una strada piuttosto lineare. È probabile che Fini abbia intravisto nella situazione politica italiana un’occasione da cogliere e un vuoto da riempire. È probabile che all’origine della svolta vi fosse una forte motivazione personale. Ma queste sono cose che possono essere dette di quasi tutti gli uomini politici.
Fonte: Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 15/09/2010
Settimana successiva: Enrico Mentana continua a condurre l’edizione serale del Tg7, i commentatori analizzano il suo stile da “Mentana show” – il conduttore che guida alla lettura delle notizie più che leggerle – e Mentana fa una cosa normale che i concorrenti non fanno: una diretta da Mirabello, dove Gianfranco Fini fa il suo attesissimo discorso. Poche ore dopo Mentana intervista in diretta il presidente della Camera. I commentatori rigridano al miracolo, lo share vola oltre il dieci per cento e poi si attesta sul nove per cento.
Fonte: Marianna Rizzini, Il Foglio 11/9/2010
Fini, che a fatica ha letto in questi due anni le tre righe del regolamento della Camera che ricordano i suoi poteri (e infatti in tv si è portato il manuale perché se le era già dimenticate), probabilmente non le ha mai scorse. Ed è un bene per lui, altrimenti rischia il coccolone. […] Il poveretto a Mirabello aveva indossato un sorriso sardonico e lanciato lì la frecciata agli ex amici del PdL: «e quella parte del programma sulla riduzione delle province, dove è finita? Ve ne siete dimenticati?». Accidenti, aveva ragione. I pidiellini se ne erano proprio dimenticati, nonostante qualche strigliata giunta dalle colonne di Libero che di quella riduzione aveva fatto una battaglia. Ma i finiani sono un’altra cosa, per diamine!
Fonte: Fosca Bincher, Libero 10/09/10
Ora, dunque, si discute se Gianfranco Fini possa essere sfiduciato o meno dopo aver parlato a Mirabello da leader di un (nuovo) partito. La dottrina è unanime: «Non esiste né in Costituzione, né nei regolamenti lo strumento della sfiducia dei presidenti delle assemblee». […] Eppure — dopo il discorso di Mirabello — il problema politico esiste, concordano Armaroli, Ainis e Barbera. Soltanto il professor Pace de «La Sapienza» frena. E avverte: «Verificheremo in aula. Di certo ora non possiamo dire a priori che Fini sarà imparziale come presidente della Camera». Ma Armaroli argomenta, […]: «Il passo indietro dovrebbe farlo lui perché già oggi, pur se non ha fondato un partito, è il capo di una fazione. E questa leadership è incompatibile con la presidenza».
Fonte: Dino Martirano, Corriere della Sera 08/09/2010
Fini ha ammesso che il premier deve poter governare senza essere perseguitato dalle procure, ma i provvedimenti a sua tutela non possono essere presi a discapito dei cittadini che aspettano da anni di essere risarciti. Tradotto: vanno bene il Lodo Alfano e la legge sul legittimo impedimento, purché non siano anticostituzionali. Va bene il processo breve, basta che non sia retroattivo.
Fonte: Vanity Online - Pezzo n.2 di settembre 2010 "Governo"
Dal punto di vista del premier, è necessario che nessuno modifichi la norma transitoria, cucita su misura per far saltare i suoi processi. Se Fini ci sta, e pone la sua firma sotto il processo breve, la crisi può considerarsi virtualmente conclusa. Se invece non ci sta, «alle urne perché anche se la Lega va forte io vinco uguale...».
Fonte: UGO MAGRI, La Stampa 21/8/2010, pagina 3
Sono i diciotto deputati e senatori ex di Alleanza Nazionale, lombardi, piemontesi e liguri, riuniti ieri nello studio milanese del ministro della Difesa, Ignazio La Russa. In vista della direzione di giovedì prossimo, sottoscrivono un documento in cui prendono le distanze da Gianfranco Fini e dal gruppo degli scissionisti e lo propongono a tutta l’area dell’ex Alleanza Nazionale, in contrapposizione al documento dei quattordici senatori finiani, per sottrarre le ultime speranze di creare una nuova compagine di destra scissionista. […]
Fonte: Andrea Morigi, Libero 20/4/2010
Per provare che il presidente della Camera era ancora aggiornato sulle vicende della casa di Montecarlo, il Giornale di Feltri pubblica la fattura di acquisto a nome della Tulliani di una cucina Scavolini, modello Scenery bianca, datata gennaio 2010. Inoltre un ex dipendente del negozio di mobili che ha venduto la cucina sostiene che la coppia parlava apertamente di una casa a Montecarlo da arredare. Ma Fini smentisce: «La cucina è in una casa di Roma». E aggiunge sarcastico: «Sono preoccupato: se ora spuntasse fuori anche l’acquisto di un portaombrelli sarei davvero nei guai…».
Fonte: Massimo Murianni, Novella 2000, n. 34, 26/08/2010, pp. 37-40
In un’intervista la Carfagna è arrivata a proclamare successore naturale del Cavaliere proprio il più scomodo alleato di Berlusconi: «Stimo Fini da sempre e prima di aderire a Forza Italia ho votato Msi e An».
Fonte: Stefano Lorenzetto, il Giornale 25/7/2010
Berlusconi Giovedì 29 luglio, intorno alle sette di sera, l’ufficio di presidenza del Popolo della libertà – cioè Silvio Berlusconi – ha deferito ai probiviri del partito i finiani Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Fabio Granata ed espulso di fatto il presidente della Camera, e cofondatore del Pdl, Gianfranco Fini, a cui è stato intimato di lasciare al più presto la presidenza di Montecitorio. «Le posizioni dell’onorevole Fini sono assolutamente incompatibili con i princìpi ispiratori del Popolo della libertà, con gli impegni assunti con gli elettori e con l’attività politica del partito» si legge nel documento conclusivo scritto da Sandro Bondi. E nella successiva conferenza stampa Berlusconi ha aggiunto: «Non sono più disposto ad accettare il dissenso». […] Fini ha fatto subito sapere che non si sarebbe dimesso dalla presidenza della Camera («quella posizione non è nella disponibilità del presidente del Consiglio»), ha poi convocato una conferenza stampa (venerdì 30 luglio, ore 15, hotel Minerva di Roma) e letto alla folla di cronisti un documento di una paginetta e mezza, in cui si spiegava che proprio la richiesta di lasciare la presidenza di Montecitorio dimostrava la logica aziendalista con cui Berlusconi intende la politica. Il passaggio cruciale: «Ieri è stata scritta una brutta pagina per il centrodestra e più in generale per la politica italiana. Io mi sento particolarmente impegnato sul tema della legalità per onorare il patto con i nostri milioni di elettori onesti, grati alla magistratura e alle forze dell’ordine, che non capiscono perché nel nostro partito il garantismo significhi troppo spesso pretesa di impunità». Ha poi concluso: «Ringrazio i tantissimi cittadini che in queste ore mi hanno manifestato solidarietà e mi hanno invitato a continuare nel nome di princìpi come l’amor di patria, l’unità nazionale, la giustizia sociale, la legalità intesa nel senso più pieno del termine: cioè lotta al crimine come meritoriamente sta facendo il governo. Ma anche etica pubblica, senso dello Stato, rispetto delle regole».
Fonte: Anno VII – Trecentotrentatreesima settimana Dal 26 luglio al 2 agosto 2010
Nati sull’onda iper giovanile di tutto quanto ruota attorno allo stile hip-hop e in genere al rap, i pinocchietto hanno sfondato in modo democraticamente trasversale non soltanto su attori molto da spiaggia come Raz Degan ma anche su politici eleganti come Gianfranco Fini, […].
Fonte: Gian Luigi Paracchini, Corriere della Sera 19/8/2010
Francesco Cossiga. «Dopo la notizia che Gianfranco Fini anni fa si era fatto circoncidere da un chirurgo, non mi ha affatto sorpreso che egli abbia giorni orsono chiesto l’iscrizione all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia», febbraio 2009. «Naturalmente oggi, contrariamente a quello che possa pensare la gente, nel suo ultimo tratto il corteo della Cgil sarà guidato dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, con addosso un maglione nero ed un fazzoletto rosso...», aprile 2009. - «Io fossi Fini prenderei una decisione più chiara. Mi dimetterei da presidente della Camera, formerei un mio gruppo parlamentare e farei una battaglia a viso aperto», settembre 2009.
Fonte: Mattia Feltri, La Stampa 18/8/2010, pagina 8
[Aldo Busi] Però, ad essere rigorosi, anche Fini disse delle famosissime frasi contro i maestri omosessuali... Frasi orribili. Però in un altro secolo. Non le scuso e non le dimentico. Ma non intendo nemmeno inchiodare Fini al suo passato. No? Ma no! A me oggi interessa il presente e, se possibile, il futuro. E sa cosa le dico? Che conta il percorso di Fini negli ultimi anni: il viaggio in Israele, la rottura sulle legge razziali, le posizioni avanzate sulla bioetica e sui diritti civili che mi fanno intravedere la possibilità di una destra moderna e finalmente europea. Insomma, Fini la convince. Pensi: non pretende di pontificare sulla religione, sulla vita di Eluana Englaro, vuoi per calcolo o vuoi per astuzia, ha fatto un percorso inverso a quello dei dirigenti democratici. E poi... Cosa ancora? È stato l’unico dentro il Pdl a dare bacchettate al Vaticano ricordandogli che non deve intromettersi nelle vicende dello Stato italiano. Parole sacrosante. Lei sostiene che potrebbe addirittura votarlo. E perché no? Se Fini avrà un anno di tempo potrà addirittura raggiungere il 12%. […] Anche Fini si presenta come cattolico. Sì, ma con un tono di modernità per cui questo aspetto non è dirimente. Piace infatti alla piccola borghesia del Nord, agli imprenditori che hanno bisogno di legalità e di regole di mercato.
Fonte: Luca Telese, il Fatto Quotidiano 4/8/2010
[Roberto Maroni] Qual è il suo giudizio su Gianfranco Fini? «Sul piano personale lo stimo, ma faccio fatica a capire le sue mosse politiche. Cerca una strada che non so dove lo porterà e invece nel Pdl la sua presenza insieme a quella di Berlusconi poteva rivelarsi fondamentale. Ognuno aveva il suo ruolo e l’azione congiunta poteva rafforzare il partito». Fini in realtà ha posto una pregiudiziale in tema di legalità. «Lasciamo perdere. A prevalere sono stati i rancori personali. Per questo sono rammaricato. Credo che il centrodestra stia sperperando la sua forza straordinaria però non sono preoccupato perché la soluzione c’è, è limpida ed è coerente col sistema bipolare». Lei ritiene che Fini possa continuare a ricoprire il ruolo di presidente della Camera? «Sono convinto che non verrebbe mai meno al suo ruolo di garanzia».
Fonte: Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 4/8/2010
Stando alle cronache, il Cavaliere avrebbe detto nei giorni scorsi ai suoi collaboratori: «Fini da solo vale solo l’1,4%». Tesi confermata, a dispetto delle stime di Renato Mannheimer, da Alessandra Ghisleri, la sondaggista preferita: «Fini, da solo, può contare su una percentuale di voti che oscilla tra l’uno e il tre per cento dei voti. In alleanza col centrosinistra varrebbe tra l’uno e il due per cento».
Fonte: Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 3/8/2010
Francesco Storace, leader della Destra, cosa ha pensato quando ha letto la storia dell’appartamento donato ad An e ora di proprietà del «cognato» di Gianfranco Fini? «Se si dimostrerà vera è una vicenda turpe che fa a pugni con certe grida alla moralità». Quelle di Fini? «Certo, del resto Fini ci ha abituato a queste cose. Ora si proclama moralizzatore e campione di legalità, ma poco tempo fa difese il diritto di Cuffaro a rimanere governatore nonostante una condanna per vicende legate alla mafia».
Fonte: Antonio Signorini, il Giornale 29/7/2010, pagina 5
L’accordo iniziale era per 550 euro in meno al mese. Fini però si è imputato, la scorsa settimana, e ha preteso maggior rigore, ne voleva 1500, di euro in meno. Alla fine si è trovata la mediazione: il taglio allo stipendio dei parlamentari sarà di mille euro netti al mese. […]
Fonte: Alessandra Ricciardi, ItaliaOggi 28/7/2010
Spettacolare è la vicenda della Caffettiera ai cui tavolini - luglio 2005 - sono seduti Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa e Altero Matteoli. Siamo a Roma, piazza di Pietra. Li ascolta un giovane stagista del Tempo, Nicola Imberti. I tre parlano di Gianfranco Fini: «E’ malato, non vedete come è dimagrito, gli tremano le mani. Non possiamo farlo trattare con Berlusconi sul partito unico. Non è capace!». E ancora: «La vera questione è capire chi è Fini oggi. Dobbiamo andare da lui e dirgli: svegliati! Se serve prendiamolo a schiaffi, ma scuotiamolo». I giornali spettegolano su recenti delusioni d’amore di Fini, già separato da Daniela Di Sotto e non ancora congiunto a Elisabetta Tulliani. In un libro uscito da pochi mesi (La conversione di Fini, Vallecchi editore), Salvatore Merlo sostiene che Fini disse ai pochi rimasti al suo fianco: «Per coerenza dovrebbero dimettersi». Poi, ma questa è cronaca, sottrasse al trio le cariche nel partito e azzerò tutte le correnti, in quanto correnti distruttive, mentre la sua attuale è costruttiva. […]
Fonte: Mattia Feltri, La Stampa 26/7/2010, pagina 7
IL GIORNO DOPO le parole di Gianfranco Fini “nessun incarico nel partito agli indagati”, Silvio Berlusconi ha lanciato la sua controffensiva, sostenendo impunemente: “La legalità è la mia stella polare”.
Fonte: Caterina Perniconi, il Fatto Quotidiano 28/7/2010
C’avrete fatto caso: quando Fini parla di immigrazione, quando parla di integrazione, quando dice che chi nasce in Italia è italiano, quando si mostra di fronte all’opinione pubblica come fosse l’unico grande difensore dei più deboli e quando – così dolcemente, così delicatamente, così veltronianamente – parla in modo rattristato dei diritti negati della incompresa generazione Balotelli, ecco, viene proprio da pensare che laggiù a sinistra non si sono accorti che la progressiva inconsistenza del granaio elettorale del Pd non è più soltanto un problema di numeri.
Fonte: Claudio Cerasa, Il Foglio 17/07/2010
Letta è il più acceso sostenitore dell’incontro tra il premier e il presidente della Camera, a questo lavora, perciò l’altro ieri è andato a discuterne con Fini. E l’ex leader di An ha offerto la propria disponibilità, ritenendo nel giro di qualche giorno sarebbero stati «rimossi i due ostacoli» sulla strada del confronto: le dimissioni di Cosentino da sottosegretario sono puntualmente arrivate ieri; ora tocca verificare se si arriverà all’accordo sulle intercettazioni, tema sul quale peraltro il premier non può andare alla rottura, per non aprire un conflitto con il Quirinale.
Fonte: Francesco Verderami, Corriere della Sera 15/07/2010
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini ha alzato uno scudo civile simile a quello previsto dal lodo Alfano per il governo per proteggere la sua segretaria e altri 16 dipendenti della Camera dei deputati dalla procura generale della Corte dei Conti. Il 9 aprile scorso infatti il viceprocuratore generale della sezione giurisdizionale per il Lazio della Corte dei Conti aveva scritto al segretario generale della Camera, Ugo Zampetti, per ottenere informazioni dettagliate sui 17 furbetti di Montecitorio che avevano usato irregolarmente i propri badge risultando presenti al lavoro anche quando se ne stavano a casa o in vacanza. La procura della Corte dei Conti aveva infatti intenzione di aprire un fascicolo sui 17 per responsabilità amministrativa per danno erariale.
Fonte: Franco Bechis, Libero 15/7/2010
SLEPOJ Vera - Le nuove ferite degli uomini. Edizione riaggiornata e riveduta. Indice dei nomi e dei luoghi. Cairo, Milano 2010
Contiene Saggio sull’uomo e il suo ruolo oggi
Testimonianze di:
[altri] e Gianfranco Fini
Un ritmo lontano da quello immaginato dal presidente della Camera Gianfranco Fini, il quale all’inizio della legislatura aveva assicurato che avrebbe fatto lavorare i deputati dal lunedì al venerdì. Invece sempre più spesso le sedute vengono convocate il martedì e dal giovedì pomeriggio i parlamentari sono già pronti a tornare a casa.
Fonte: Paolo Zappittelli, Il Tempo 30/1/2010
Alemanno. “Fini e Berlusconi – osserva con un sorriso Alemanno – sono due persone che provengono da due latitudini molto differenti ed è normale che a volte non si capiscano. Il primo è un imprenditore concreto che si è calato in modo spettacolare nella politica. Il secondo è un politico puro che vive concentrato sulle dinamiche dei partiti e delle istituzioni. Questa differenza diametrale li porta spesso a trovare difficoltà di dialogo; ma in realtà, e mi stupisco che questo non venga notato, quando le cose vanno bene due opposti come Berlusconi e Fini possono integrarsi e arricchire un partito come il nostro. Spesso non se ne accorgono neanche loro, ma, pur essendo in molti casi simili alla materia e all’anti materia, il nostro premier e il nostro presidente della Camera potrebbero essere complementari tra di loro, e sono certo che prima o poi si decideranno a capirlo tutti e due, una volta per tutte”.
Fonte: Claudio Cerasa, Il Foglio 19/06/2010
[Silvio Berlusconi] Farà pace con Gianfranco Fini? «Per fare la pace, prima ci deve essere una guerra. Io non sono mai stato in guerra con nessuno, e litigare è cosa estranea al mio Dna. Anzi, dico sempre che mi faccio concavo o convesso a seconda dell’interlocutore, pur di far sempre prevalere il dialogo, il confronto amichevole. Questo vale anche per i rapporti con il Presidente della Camera. In un grande partito può anche accadere che vi siano opinioni diverse. Poi però si vota e alla fine la decisione che raccoglie il maggior numero di voti deve valere per tutti. Fini non ha mai contestato questa regola, che nel Pdl è in vigore fin dal primo giorno, tanto è vero che io stesso ho dovuto subirla in diverse occasioni. Se si stabilisce questo metodo democratico, in vigore in tutte le forze politiche democratiche, senza strappi, senza inutili provocazioni quotidiane, senza uno stillicidicio di polemiche continue, allora portemo portare a compimento con successo quella felice intuizione che oltre dieci anni fa discussi con l’indimenticabile Tatarella». Ma Fini resterà nel Pdl? «Credo che il traguardo del Pdl sia stato anche per lui un traguardo storico irreversibile, per il quale valeva e vale la pena spendere le nostre migliori energie politiche. Non posso perciò credere che si voglia mettere in discussione questo risultato. Sarebbe una enorme delusione innanzitutto per i nostri elettori. Il nostro popolo, il Popolo della Libertà non lo capirebbe».
Fonte: Umberto Brindani, Oggi, 30 giugno 2010, pag. 18
La seconda pensione, cumulabile al 100 per cento con quella di Montecitorio o Palazzo Madama, scatta per tutti i parlamentari che prima di essere eletti, avevano già aperto una posizione previdenziale. Tra i beneficiari: [altri] e Gianfranco Fini.
Fonte: Mauro Suttora, Oggi, 23 giugno 2010, pag. 18
[Roberto D’Agostino] Che cosa pensa di Fini? E’ finito. S’è montato la testa. Ha pubblicato Il futuro della libertà, un saggio che in realtà gli è stato suggerito da Alessandro Campi, direttore scientifico della Fondazione Farefuturo, e corretto da Paolo Mieli, presidente della Rcs Libri. Lo ha letto e ha creduto d’essere lui l’autore. […] Pare che scampanellino a festa quando il presidente entra in aula. Così Fini s’è convinto d’essere un semidio.
Fonte: Stefano Lorenzetto, Panorama 27/5/2010
LA POLEMICA DI FINI: «Ho dubbi sul testo al senato del ddl sulle intercettazioni, è opportuno che il Parlamento rifletta ancora su questo testo». «Mi inquieta un po’ - ha aggiunto Gianfranco Fini - anche il limite di tempo. Io non so se i 75 giorni sono un numero giusto o sbagliato: ma se si capisce che il giorno successivo al 75/o accade qualcosa non si può continuare?». Per il presidente della Camera «non si può perciò usare la mannaia». Per questo Fini auspica «che il dibattito affronti queste questioni che non sono state valutate bene specialmente dalla maggioranza. Se i deputati alla Camera lo riterranno necessario si potrà intervenire».
Fonte: Antonella Rampino, La Stampa 1/6/2010
[Gaucci] «Sono stato io a presentarli [scattò il colpo di fulmine tra Elisabetta e Gianfranco]- scrive Lucianone nel suo libro - stavo passeggiando con Elisabetta vicino Montecitorio per fare spese, a un certo punto incrociammo con lo sguardo Fini che stava uscendo dall’altra parte della strada (...) mi conosceva, senza curarsi del traffico attraversò con tutta la scorta, le macchine suonavano all’impazzata, venne incontro e salutò lei (...). Non sentiva i clacson della gente ma solo le campane degli angeli. Come dire, anche l’onorevole se stava a innamorà».
Fonte: Gian Marco Chiocci, il Giornale 4/5/2010, pagina 5
[Assunta Almirante]. Cos’ha Berlusconi che Fini non ha? Il primo si tira dietro la gente. Gianfranco invece è un freddo.
Fonte: Luca Telese, il Fatto Quotidiano 28/4/2010
Il presidente della camera, Gianfranco Fini, non ha fatto mistero di non gradire il testo votato dal senato, che vieta di sospendere la nutrizione forzata ai pazienti in stato vegetativo, e le frizioni che agitano il partito del premier potrebbero complicare il tentativo di alcuni finiani di far passare una soluzione più soft per le cure di fine vita.
Fonte: Eugenio Bruno, Celestina Dominelli, Il Sole-24 Ore 24/4/2010
La questione ha anche risvolti politici, come si è visto ieri durante la direzione del Pdl, quando il presidente della Camera, Gianfranco Fini, si è mostrato perplesso circa il modo in cui il Popolo della libertà si sta avvicinando ai 150 anni dell’Unità d’Italia e il capo del governo, Silvio Berlusconi, gli ha replicato con foga e fermezza, riaffermando il pieno impegno suo personale e del governo per una buona riuscita delle celebrazioni. Poi si è aperta la questione relativa al futuro del comitato.
Fonte: Antonio Carioti, Corriere della Sera 23/04/2010
Luciano Buonocore, sia gentile: finisca la frase. Fini cosa? «Cosa vuole Fini? venuto qui, a farci la lezioncina su come si gestisce un partito, sugli spazi di democrazia che debbono esserci al suo interno... solo che io me la ricordo com’era An ai tempi di Fini». Com’era? «Siamo stati cinque anni senza fare un congresso, perché Fini detestava la parola "congresso"... Io me ne andai da An proprio per questo: perché non era un partito, ma una caserma».
Fonte: Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 23/04/2010
A Villa Borghese. Ci vanno in bici: [altri] Gianfranco Fini con la compagna Elisabetta Tulliani.
Fonte: Chi, n. 17, 28/04/2010, pp. 72-74
Ma gli esperti cosa pensano? A giudicare dalle risposte, lo scenario non è poi così fosco. Perché un partito nuovo di zecca guidato da Fini riuscirebbe a racimolare il 7% di consensi.
Fonte: Celestina Dominelli, Il Sole-24 Ore 17/4/2010
Nelle pagine interne si ricorda bene cosa lo stesso Fini pochi anni fa pensava dei gay: non li voleva come maestri elementari. Oggi i suoi delfini li vedono premier. Sia detto senza infingimenti: perfetto.
Fonte: Nicola Porro, il Giornale 14/4/2010, pagina 1
[Piero Buscaroli] E che cosa pensa di Gianfranco Fini, presidente della Camera, secondo il quale il fascismo fu invece «il male assoluto»? «Si può usare il pensiero per Gianfranco Fini? L’ho sempre spregiato. La gente non sa quant’è stupido. Però io mi considero più stupido di lui, perché insieme con l’ammiraglio Gino Birindelli volevo rovesciare Almirante, al quale scrissi che reputavo la sua presenza il massimo infortunio che potesse toccare al popolo disperso dei fascisti dopo Mussolini. Fini è il vero figlio di Almirante».
Fonte: Stefano Lorenzetto, il Giornale, 11/4/2010
Bisogna tuttavia dare atto a Gianfranco Fini di aver rotto un tabù sul quale il centrodestra aveva sempre glissato. Il tabù della legge elettorale. […] Il presidente della Camera, parlando ieri in un seminario di «Farefuturo», ha detto una semplice verità: va bene discutere di una repubblica semi-presidenziale «alla francese», ma è ovvio che a un tale mutamento istituzionale deve accompagnarsi un modello elettorale adeguato. […] Al contrario, Fini ha stabilito un nesso diretto fra il rinnovamento costituzionale e la legge elettorale.
Fonte: Stefano Folli, Il Sole-24 Ore 9/4/2010
Gianfranco Fini, un interlocutore dal quale la Santa Sede si è sentita trascurata, se non tradita.
Fonte: Massimo Franco, Corriere della Sera 02/04/2010
Bossi ha più volte voluto manifestare anche in privato simpatia per Fini (’fa bene il suo lavoro” e “credo abbia imparato molto da Tatarella”). D’altra parte non è passato inosservato dalle parti della Lega l’impegno di Fini affinché i lavori della bicameralina sul federalismo fiscale iniziassero prima delle regionali (mercoledì si è tenuta la prima riunione). Così come non è un dettaglio che il cofondatore del Pdl, ieri, abbia definito ancora una volta ”irrinunciabile” la riforma carissima al partito nordista. Un atteggiamento di reciproco interesse confermato dal cauto riavvicinamento di Giulio Tremonti a Fini: saranno insieme il 20 aprile a un seminario sull’immigrazione organizzato dalle rispettive fondazioni.
Fonte: Il Foglio 19/03/2010
[dichiarazione Irpef del 2009] Non entra nella top ten il presidente della Camera, Gianfranco Fini, con 142.243 euro.
Fonte: Francesca Angeli, il Giornale 16/3/2010
[Sergio Romano] Gianfranco Fini? “Sulla cosidetta conversione di Fini non mi esprimo, sono cose che attengono alla coscienza e alla psicologia di una persona. Vedo però che sta tentando un’operazione politicamente intrigante. Prima ha reso "utlizzabile" per il sistema un partito che non lo era. Poi ha visto nell’anomalia Berlusconi una possibilità per se stesso, e ha cominciato a costruire il personaggio del principe ereditario. Tentativo interessante. Ma uno può fare la cosa giusta sbagliando i tempi. Puntava alla fine della legislatura, ma Berlusconi è entrato in crisi prima. E tuttavia, come si fa a essere certi che il monumento sia traballante? Così Fini, spiazzato, è rimasto fermo. Forse non è il momento giusto, si sarà detto: il punto è che rischia di perderlo, il momento giusto".
Fonte: Umberto Brindani, Oggi, 10 marzo 2010, pag. 32
Il primo a cominciare è stato Fini con Fare Futuro, diventata oggetto degli strali di coloro che ritengono il presidente della Camera e la sua fondazione tanti Bruto in attesa delle idi di marzo. Fini non ha mai nascosto il fastidio per il «cesarismo » del Cavaliere. Ma a differenza di altri l’ex leader di An è trasparente nelle sue critiche. Il cosiddetto «dualismo» è, come dire, sotto gli occhi di tutti. Per alcuni – a partire da Il Giornale di Feltri – le posizioni di Fini sarebbero la principale ragione delle attuali difficoltà del Pdl. […] Ma è davvero così? Cosa c’entra Fini con la guerra in atto dentro al Pdl in Sicilia, che riguarda soprattutto l’area di ex Fi? Oppure con lo scontro tra Formigoni e la Moratti a Milano? E davvero qualcuno pensa che l’ascesa della Lega ai danni del Pdl in tutto il Centro-Nord sia frutto delle posizioni di Fini sull’immigrazione? La competizione con il partito di Bossi, il rischio del sorpasso nelle principali regioni e province del Nord è dietro l’angolo.
Fonte: Barbara Fiammeri, Il Sole-24 Ore 4/3/2010
[Marcello De Angelis] Con Gianfranco Fini vi conoscevate negli anni ‘70? «Lo conobbi nel 1975 a Sommacampagna, ma c’era molta differenza d’età. Mi colpì per il suo fortissimo accento bolognese e per il suo completo grigio con la cravatta. Andai con lui ad attaccare i manifesti di un comizio di Almirante, assieme a un mio compagno di liceo, al capolinea degli autobus vicino la stazione Termini. Trovammo un capannello di autisti nerboruti di sinistra che iniziarono a prenderci in giro». I nemici di Fini dicono che in questi casi non si facesse notare per il suo coraggio. «E invece Fini fece il duro. Davanti a loro disse al mio compagno: ”Lasciali perdere altrimenti qui bisogna finire a cazzotti”. E ci portò via. Quegli autisti erano degli armadi. Ma Fini, che avrà pesato sì e no 60 chili con tutto il vestito grigio e la cravatta, gli aveva tenuto testa». Oggi lei è considerato un finiano doc. Come giudica le sue posizioni su bioetica e immigrazione? «Sul biotestamento io sono andato più avanti di lui, perché considero la morte non la fine della vita, ma l’inizio della vita eterna. Religiosamente ritengo inaccettabile estendere contro la volontà divina un’esistenza vegetativa, negando tra l’altro agli esseri umani l’esercizio del libero arbitrio. Sugli immigrati condivido con lui molte cose, anche se penso che quella della cittadinanza a cinque anni sia più che altro una provocazione». Per Fini, mica tanto. «Ad ogni modo, quando non mi convince, vado a bussare alla sua porta. E ogni volta che mi ha dato una spiegazione ho trovato ragionevole tutto quello che ha fatto».
Fonte: Barbara Romano, Libero 14/2/2010
Era stata una delle cause della quasi-rottura tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini nel 2007: la messa in onda, da parte di Striscia la Notizia, di un vecchio video in cui la neo-compagna di Fini Elisabetta Tulliani passeggiava con il suo ex compagno Luciano Gaucci.
Fonte: Dagospia 8/2/2010
Domani arriva in libreria un pamphlet che già qualcuno nell’esecutivo definisce ”il manifesto liberale e liberista per il Mezzogiorno”. C’è già chi si sbizzarisce in ipotesi politiche visto che il saggio sarà presentato il 15 febbraio dal presidente della Camera, Gianfranco Fini.
Fonte: Michele Arnese, Il Foglio 2/02/2010
Giorgio Bocca. All’alba dei novant’anni l’arzillo catastrofista cuneese ha pubblicato un saggio dal titolo molto giorgiobocchesco - Annus Horribilis (Feltrinelli) - scritto in una lingua limpida e densa come i torrenti delle sue valli. Prima pagina del libro e subito un cittadino per terra: Gianfranco Fini. La sinistra lo adotta e lei gli spara addosso? «E’ il tipico carrierista che difende le forme della democrazia, ma nella sostanza permette al sultano di continuare a governare».
Fonte: Massimo Gramellini, La Stampa 30/1/2010
Il 14 gennaio Berlusconi e Fini hanno pranzato insieme nello studio del presidente della Camera a Montecitorio. Presenti anche Gianni Letta, Ignazio La Russa e Italo Bocchino. Il premier, ancora alle prese con problemi di masticazione, ha mangiato soltanto uova strapazzate. Durante il pranzo il premier e il presidente della Camera hanno parlato dei loro rapporti politici (Fini: «Io non lavoro per te, ma con te. Ti voglio bene, sono leale. Ma non confondere mai la lealtà con la gratitudine o con la fedeltà incondizionata. Perché se si pensa di prescindere da me, le nostre strade si separano». Berlusconi: «Mai nessuno ha pensato di fare a meno di te, Gianfranco»); di Udc (Berlusconi: «E’ intollerabile che vadano dove gli fa comodo, che si alleino con noi solo dove si vince». Fini: «D’accordo Silvio, Casini si serve di noi. Però sarebbe da matti mandare tutto all’aria a poche settimane dal voto, ormai non si torna indietro»); della conduzione del governo (Fini: «Silvio, non puoi andare avanti così, il partito lo convochi a cose fatte, al governo decidi da solo o insieme alla Lega. così su tutto»); di giustizia (Berlusconi: «Sul processo breve, così com’è, dobbiamo andare avanti: non ci sono alternative, né per me ma nemmeno per te. Perché è chiaro che, se ci vado di mezzo io, dietro a me cadi anche tu») ecc. Commento del premier dopo l’incontro, durato due ore: «Non lo so neanch’io com’è andata».
Fonte: Il Foglio dei Fogli 18/1/2010
2009
E’ stata ancora Repubblica a rivelare un fuorionda di Gianfranco Fini, il più fidato alleato, durante un dibattito pubblico: «Berlusconi confonde il consenso popolare con una sorta d’immunità nei confronti di qualsiasi altra autorità di garanzia e di controllo. Confonde la leadership con la monarchia assoluta».
Fonte: Silvia Grilli, Panorama, 22 dicembre 2009
[Sofia Ventura] "Gianfranco Fini ha fatto un percorso sincero, sarebbe bello che ci raccontasse di sé, i perché, le riflessioni e gli incontri che lo hanno portato a certe posizioni". C’entra una donna giovane accanto? "Un po’ sì, e c’entra la figlia che dice, papà sei bacchettone. Le donne c’entrano sempre con le scelte degli uomini. Fini dovrebbe raccontarsi, anche per rispondere a chi lo accusa di opportunismo. Svelare l’anima è d’obbligo per i leader di oggi, col rapporto così diretto con gli elettori: sono personaggi, devono raccontarsi. Come Obama".
Fonte: Valeria Palermi, L’Espresso, 16 dicembre 2009
Al Senato c’è il processo breve: nessuno pensa che sarà davvero approvato, nel caso ci ha pensato il presidente della Camera Gianfranco Fini a depennare dalla lista dei reati esclusi dal provvedimento quelli legati all’immigrazione clandestina che stavano a cuore alla Lega. […] Come il co-fondatore del Pdl Fini che, in onda o fuorionda, non perde occasione per mollare qualche calcetto al premier.
Fonte: Marco Damilano, L’Espresso, 16 dicembre 2009
A mali estremi, estremi rimedi. Così ieri Gianfranco Fini ha presentato il sistema antipianisti, cioè il voto con impronta digitale (tecnicamente non impronte ma «minuzie », cioè solo alcuni dettagli della mano) che martedì prossimo alle 18 verrà inaugurato dai deputati.
Fonte: Gianni Fregonara, Corriere della Sera 05/03/2009
Leggi ad personam che vengono lanciate nelle aule parlamentari come automobiline in pista. Al Senato c’è il processo breve: nessuno pensa che sarà davvero approvato, nel caso ci ha pensato il presidente della Camera Gianfranco Fini a depennare dalla lista dei reati esclusi dal provvedimento quelli legati all’immigrazione clandestina che stavano a cuore alla Lega.
Fonte: Marco Damilano, L’Espresso, 16 dicembre 2009
Fini leale sul vero snodo della legislatura, la giustizia. Esempi? Il sì al processo breve, la proposta di un lodo Alfano costituzionale, la disponibilità sul legittimo impedimento.
Fonte: Salvatore Merlo, Il foglio 3/12/2009
«Giorgio Almirante - come ricorda un amico di gioventù come Teodoro Buontempo - cercava un ragazzo dalla faccia pulita, che sapesse parlare ma non fosse un chiacchierone, in grado di tenere i rapporti con la nobiltà nera e con ambienti cattolici. Fu scelto Fini, che svolse quell’incarico in modo distaccato, senza clericalismi».
Fonte: Fabio Martini, La Stampa 28/8/2009
Gianfranco Fini e Mara Carfagna chiedono sermoni in italiano invece che in arabo. Si tratta di una misura di sicurezza, hanno spiegato i due esponenti politici.
Fonte: Flavia Amabile, La stampa 30/11/2009
Nemmeno il clamore di iniziative come quella di Gianfranco Fini che, in polemica con il governo, ha bloccato per una settimana i lavori della Camera causa mancanza di materia prima (le leggi) e delle coperture finanziarie, dà il senso della crisi di ruolo del Parlamento quanto il fenomeno sia pure laterale del trasloco dei lobbysti nell’altrove ministeriale.
Fonte: Alessandra Sardoni, Il foglio 18/11/2009
[Francesco Cossiga] Mai fidarsi, neppure degli alleati. «Berlusconi credeva che il Pdl fosse un partito, non una sommatoria di storie diverse. Senza contare che su di esso poi incombe la ferma e decisa volontà del co-fondatore di operare per abolire questo brutto nome composto, per diventare "fondatore massimo e unico"». Non mi dirà che si riferisce al presidente Fini. «Un uomo dotato di una facoltà negata persino al Dio Onnipotente, far sì che ciò che è stato non sia. Uno che se avesse avuto l’età, si sarebbe arruolato con i torturatori della Rsi. E invece, a leggere il suo libro, neppure è mai stato fascista, bensì ammirato frequentatore delle sale cinematografiche che proiettavano un film sulle gesta dei reparti speciali Usa in Vietnam, Berretti verdi».
Fonte: Roberto Scafuri, Il Giornale 13/11/2009
Il look di Gianfranco Fini ha subìto una notevole trasformazione. ”Ingessato” quando era pupillo del leader del Msi Giorgio Almirante, si è ”ammorbidito” dopo il matrimonio con Daniela Di Sotto e ha cominciato a prediligere completi grigi con cravatte rosa (che colleziona).
Fonte: Novella 2000, n. 9, 26/02/2009, pp. 36-39
Un’importante novità, auspicata dal presidente della Camera Gianfranco Fini, è la reintroduzione del giuramento per i dipendenti pubblici. Era stato abolito 15 anni fa e adesso ritorna per «il grande significato simbolico che ha – sottolinea il ministro”.
Fonte: Mariolina Iossa, Corriere della sera 13/11/2009
Domenica sera, facendo zapping con il telecomando, mi sono imbattuto nel presidente della Camera, Gianfranco Fini. Stava duettando con Fabio Fazio, il re di ”Che tempo che fa”. Anzi, più che duettare, facevano cicì e ciciò. Si dice così nell’italiano nazional-popolare. Per indicare due madame che se la contano amabilmente, talora sbaciucchiandosi. Mi è venuto da ridere. E ho pensato che non mai riuscito a presentare un libro nel teatrino di Fazio, per una colpa imperdonabile: il presunto anti-antifascismo, attestato dai miei libracci sulla guerra civile. Invece ecco Fazio accogliere con il tappeto rosso quel collaudato fascistone di Fini. Con il pretesto di un libro firmato dal presidente della Camera e scritto da chissà chi.
Fonte: Gianpaolo Pansa, Libero 10/11/2009
Accade al presidente della Camera, Gianfranco Fini, minacciato di «uno scandalo a luci rosse» perché responsabile di un civile dissenso politico.
Fonte: Giuseppe D’Avanzo, la Repubblica, 31/10/2009
Il fenomeno è circoscritto ma importante. Intendo parlare dell´emergere dall´interno della destra moderata di un filone di pensiero liberal democratico, implicitamente destinato a contrapporsi al populismo demagogico e autoritario, impersonato da Berlusconi. Sul piano politico questo filone è rappresentato da Gianfranco Fini e dalla fondazione FareFuturo, mentre sul terreno più specificamente culturale è identificabile nell´opera, pressoché solitaria, di Domenico Fisichella.
Fonte: Mario Pirani, la Repubblica 26/10/09
Se Gianfranco Fini, dopotutto abbastanza improvvisamente, dichiara che il fascismo è il male assoluto, che clandestino è bello, che gay è magnifico, che autoritario è brutto, e presidenziale può essere terribile, laddove costituzionale è senz’altro fantastico.
Fonte: Andrea Mercenaro, Panorama, 29 ottobre 2009, pag. 68
Il capo-drappello di questi nemici [di Berlusconi] è Gianfranco Fini, presidente della Camera, già grande capo del Msi-Dn e di Alleanza Nazionale, e da qualche tempo sorprendentemente in sintonia – e pubblicamente in sintonia, attraverso dichiarazioni sempre più clamorose – con l’opposizione. Fini ha parlato contro il testamento biologico in nome della laicità dello Stato, contro la politica dei respingimenti in nome dei diritti dei migranti, contro la dittatura che Berlusconi esercita sul centro-destra in nome di un partito dove le opinioni si confrontino democraticamente e le decisioni si prendano collegialmente, ecc. Feltri, con i suoi editoriali, l’ha beccato e anche questa serie di articoli del Giornale è stata vissuta come una manovra dettata direttamente da Berlusconi, che ne ha preso però le distanze. Alla fine s’è arrivati a uno scambio molto violento con Bossi, dato che Fini ha sostanzialmente accusato Berlusconi di essersi consegnato mani e piedi alla Lega e di essersi fatto dettare dal Carroccio linea politica e calendario degli interventi. La faccenda delle ”elezioni anticipate”, perno di tanti scenari giornalistici, è stata tirata fuori ufficialmente proprio da Bossi nel corso di questi batti e ribatti (tutti avvenuti sui giornali), con una dichiarazione il cui senso era: se non si fa come diciamo noi, la Lega ritira la delegazione e si va a votare.
Fonte: Anno VI - Duecentoottantottesima settimana Dal 7 al 14 settembre 2009
Cittadini a undici anni. Gianfranco Fini torna a occuparsi di "nuovi italiani" e chiede di facilitare la concessione della cittadinanza ai figli degli immigrati: non più al compimento dei 18 anni, ma già a 11.
Fonte: Vladimiro Polchi, la Repubblica 9/10/2009
[Vittorio Feltri] Fini. «Su molte cose, dal testamento biologico in giù, ero più d’accordo con lui che con Berlusconi. Nel processo di formazione del Popolo delle libertà ho sostenuto le sue ragioni più di quelle di Berlusconi, e l’ho scritto. Se di amicizia si potesse parlare, ero più amico suo che di Berlusconi». Finché l’editore non le ha chiesto un favorino. «Cretinate. Finché Fini non ha dettato alle agenzie di stampa che ero un killer politico». Ha parlato di "killeraggio politico in voga", non si è riferito direttamente a lei. «Già. E qui siamo tutti fessi. Repubblica linciava il premier da mesi e neanche una parola. Io attacco Dino Boffo con una sentenza pubblica, e il giorno stesso il presidente della Camera spara sul killeraggio politico. Be’, killer lo vada a dire a sua sorella. Ho difeso il mio e reagito a una slealtà». Che abbia reagito non si può negare. «E cosa c’entra il favorino all’editore?». C’entra col fatto che Berlusconi e Fini non erano culo e camicia. «Non lo erano da mesi, forse da anni, e che Fini cercasse una visibilità politica a prescindere dai patti elettorali, e dalla stessa linea del Pdl, non era una novità». Appunto, la brutalità dell’accelerazione antifiniana si spiega con il suo passaggio al Giornale, e coincide con le aspettative dell’editore, il quale l’ha chiamata per togliersi alcuni sassoloni dalle scarpe. «No. Decisivo è stato quello che le ho detto. Quanto a ciò che ho scritto di Fini, l’ha confermato lui stesso con le prese di posizione successive. E non credo di aver fatto un favore a Berlusconi. Che poi io consideri Fini una specie di Follini, destinato a rompere i coglioni sempre, per nulla concludere mai, questo è un fatto e un libero convincimento, non è il precipitato di un complotto».
Fonte: Andrea Marcenaro, First ottobre 2009
A Gubbio, al seminario del Pdl, Gianfranco Fini ha accusato governo e maggioranza di aver solo evocato il cambiamento dell’Italia ma di non averlo realizzato.
Fonte: Carlo Fusi, Il Messaggero 24/10/2009
Per capirlo, basta seguire la «catena» degli attacchi forsennati che il Cavaliere sta menando in queste ore. Nel centrodestra il primo «anello» è Gianfranco Fini. Il presidente della Camera è in costante movimento. Indicativo l´incontro di ieri sera con Rutelli, insieme a lui destinatario dell´offerta di Casini, lanciata agli stati generali dell´Udc di domenica scorsa, a «sapersi prendere per mano nella diversità e guardare al futuro del Paese». Chi gli ha parlato, in questi giorni, lo descrive più determinato che mai a combattere la battaglia politica contro il premier, e quella giudiziaria contro il suo «Giornale». «Stavolta Gianfranco non arretrerà...», ripete da giorni l´amico e ministro Andrea Ronchi. Se rispondesse solo al suo istinto, dopo il killeraggio di Feltri se ne sarebbe già andato via dal Pdl. Ma capisce che, come la vecchia talpa, è ancora in quel campo che deve «ben scavare». E sta scavando. Ciascuno dei temi sui quali affonda il colpo è un potenziale destabilizzante, che mette in mora il Cavaliere e in sofferenza la Lega. «Il Secolo» lo spalleggia. «Farefuturo» non cede di un millimetro sui temi sensibili. Anche la lettera dei «50 riservisti» è servita allo scopo. Ha confermato che Fini è minoritario, dentro il Pdl. Ma ha dimostrato che è in campo, e che al momento opportuno le sue «divisioni» degli ex di An le possiede, e le può schierare. […] Con Fini il rapporto [con D’Alema] è sempre più stretto. Due giorni fa si sono parlati a lungo, perfino della comune querela contro il «Giornale». Intanto «Italianieuropei» e «Farefuturo» preparano un grande convegno sull´immigrazione, in una città leghista come Asolo.
Fonte: Massimo Giannini, la Repubblica 17/09/2009
Il giorno dopo il trionfo di Gianfranco Fini alla Festa del Pd di Genova scoppia il caso del testamento biologico e dilania il centrodestra. Con uno scontro politico di grande violenza, in un crescendo che porta i capigruppo del Pdl al Senato all’attacco del presidente della Camera. […] Fini, che in un carteggio con il direttore del Mulino Piero Ignazi pubblicato dall’ Espresso rilancia sul Pdl e spiega che «non può essere strutturalmente populista» e che dovrà essere «sintesi» di diverse anime e non una coalizione, aveva annunciato un impegno personale per cambiare la legge approvata al Senato perché, «decide il Paramento e non il Vaticano».
Fonte: Gianna Fregonara, Corriere della Sera 28/8/200
Si rafforza l’asse tra il presidente della Camera Gianfranco Fini e l’ex premier Massimo D’Alema. Il 9 settembre i due rispettivi centri studi, il finiano Farefuturo e il dalemiano Italianieuropei, presenteranno "Transatlantic trends", edizione 2009 del rapporto preparato dall’Iai, dal German Marshall Fund e dalla Compagnia di San Paolo. Fonte: Panorama, 27 agosto 2009
«Le smentite non hanno scadenza» disse qualche anno fa Gianfranco Fini negando a distanza quasi di un decennio di aver mai detto alle Iene non solo che «Mussolini è stato il più grande statista del secolo» ma anche che Berlusconi «per eguagliare il Duce dovrà pedalare parecchio...».
Fonte: Gian Antonio Stella, corriere.it, 24 giugno 2009
Involontariamente buffa, con il senno di poi, la citazione fatta da Gianfranco Fini, nel suo discorso davanti alla platea del Pdl a congresso. «Gli anni a venire - disse allora il presidente della Camera - potranno e dovranno essere il tempo dell´Italia-farfalla». Ma Fini citava Galbraith e la necessità di chiudere «il tempo dell´Italia-calabrone e dell´Italia-crisalide» per passare a far «volare» il Paese con le ali leggere della farfalla.
Fonte: Alessandra Longo per "la Repubblica", rilanciato da dagospia [22-06-2009]
Il distacco di settori consistenti del suo elettorato è anch´esso palese e lo ha certificato due giorni fa Gianfranco Fini quando ha detto che il governo è stabile ma cresce l´indifferenza e la sfiducia del corpo elettorale nei confronti della politica, aggiungendo che questo fenomeno rappresenta un pericolo molto serio per la democrazia.
Fonte: Eugenio Scalfari, la Repubblica 21/6/2009
L’hanno aspettato per due ore, poi il presidente Gianfranco Fini ha deciso di annullare l’incontro. L’ennesimo ritardo del leader libico Muammar Gheddafi, che nel corso della sua visita in Italia non ha mai rispettato gli orari previsti dai cerimoniali, ha rischiato di creare un incidente diplomatico. Una nota (tardiva) dell’ambasciata libica afferma che Gheddafi era in ritardo «per la preghiera islamica del venerdì».
Fonte: corriere.it, dagospia 13.6.09
Come Gianfranco Fini e Daniela Di Sotto, 25 anni insieme, icone della destra italiana, storia d’amore e politica: si conobbero nel 1971 in una sezione del Msi (’La prima cosa che mi ha colpito di lui è stato il lungo e brutto cappottone di pelle, e il suo strano modo di parlare. Lo chiamavano Tortellino, era appena arrivato da Bologna”) e sembravano inossidabili. Poi la loro traiettoria si è divisa e l’avvocato Giulia Bongiorno il 16 giugno 2007 comunicò che ”percorsi di vita differenti hanno determinato un progressivo allontanamento che, se non ha minimamente intaccato i sentimenti di stima e affetto reciproci, rende tuttavia impossibile continuare il rapporto coniugale con la serenità e lo spirito di condivisione necessari”. Fine dell’unione a destra, comparsa sulla scena pochi mesi dopo di un’altra lei, Elisabetta Tulliani, un po’ showgirl, un po’ avvocato, bella donna. […] Il 2 dicembre 2007 Fini diventa padre per la seconda volta, nasce Carolina e gli italiano scoprono che il leader di An ”è un papà moderno” che aiuta la sua nuova compagna. I due vengono paparazzati e gossippati, Fini bellamente e giustamente se ne infischia, tira dritto, cambia pannolini di notte e fa il presidente della Camera dei deputati di giorno.
Fonte: Mario Secchi, Panorama, 14 maggio 2009
Alleanza nazionale. Il fatto della settimana è la scomparsa di Alleanza Nazionale, il partito che un tempo si chiamava Msi (Movimento Sociale Italiano), poi Msi-Destra Nazionale, quindi, a Fiuggi nel 1995, Alleanza Nazionale. A Fiuggi si mise una pietra sul passato post-fascista e ci si impegnò a costruire, su quella pietra, l’edificio della cosiddetta ”destra moderna”. Il percorso si è chiuso sabato e domenica scorsi nel padiglione della Fiera di Roma: prima un discorso del reggente La Russa (sabato), poi, domenica, un’orazione del vero capo, Gianfranco Fini, oggi presidente della Camera, che tra le lacrime ha messo in guardia dal culto della personalità e ha esaltato la laicità dello Stato e del Parlamento. Tutte allusioni a Berlusconi: gli uomini della disciolta Alleanza Nazionale – Fini compreso – confluiranno infatti sabato e domenica prossimi nel Popolo della Libertà, non più per far cartello elettorale, come nelle elezioni dell’anno scorso, ma per dar vita a un partito nuovo, che ha al momento circa il 40% dei consensi e si propone quindi come la vera forza di governo del Paese, non solo per il presente ma anche per il futuro. Le frecciatine a Berlusconi confermano che Fini ha adesso il problema di ritagliarsi uno spazio di autonomia e di visibilità propri, non solo per obiettivi di carriera personale, ma anche in vista del momento in cui Berlusconi, per una ragione o per l’altra, dovrà passare la mano. Allora gli uomini della vecchia An, se avranno saputo conservare un minimo di identità, potranno candidarsi seriamente alla guida del partito: hanno più storia politica dei forzisti, sono più radicati sul territorio e vengono dalla dura esperienza della discriminazione a destra, i lunghi anni dell’esilio sanzionato dalle forze del cosiddetto arco costituzionale, che resero inutilizzabile per quarant’anni la loro presenza in Parlamento. In memoria di quei tempi eroici ci sono stati, anche nelle assise di sabato e domenica scorsi, mugugni, dissensi e distinguo. Ma di scarse conseguenze: la platea dei delegati, non troppo commossa, sembrava non veder l’ora di correre sotto le ali di Berlusconi, capo unico e indiscutibile della nuova formazione.
Fonte: Anno VI - Duecentosessantatreesima settimana Dal 16 al 23 marzo 2009
Fini, con la moglie Daniela, passava molti fine settimana a Subiaco, da Checchino [Proietti Cosimi] e signora. Proietti fu testimone di nozze di Daniela alle nozze con Gianfranco, nel settembre 1988.
Fonte: A. Gar., Corriere della Sera 16/9/2009
An era invece un classico partito del Novecento con un’ideologia che si è progressivamente appannata grazie alla strategia di Gianfranco Fini, ma sopravvive come sentimento nostalgico di un passato inutilizzabile e tuttavia ancora presente nelle viscere degli aderenti. Ha tesserati, militanti, sezioni, correnti, liturgie, ”colonnelli”. Romano: «Ha cambiato pelle sotto la spinta degli avvenimenti e ha dimostrato di potere essere una forza di governo. Ha un leader, Fini, di cui il Paese riconosce le qualità. Ma è per molti aspetti l’opposto di Fi. Rinuncerà a se stesso per identificarsi con il partito nuovo?». [12] Berlusconi e Fini hanno una diversa visione del ruolo delle istituzioni, del governo e della politica di cui dovrà farsi portatore il PdL. […] Fini, che invece insiste sul ruolo insostituibile del Parlamento e sulla difesa di questa Carta costituzionale, che ha dato regole e comportamenti all’Italia uscita dalla guerra, e, al momento, è sempre valida e va rispettata in ogni sua articolazione». [13] Il 18% degli elettori del PdL vorrebbe Fini leader del nuovo partito e il 24% lo indica, comunque, come seconda scelta.
[12] Sergio Romano, Corriere della Sera 27/3; [13] Claudia Terracina, Il Messaggero 28/3 2009
Da lunedì 2 marzo nel palazzo di Montecitorio è in vigore il ’mese corto’. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha infatti concesso ai deputati di dedicare una settimana, ogni mese, al popolo sovrano.
Fonte: Guido Quaranta, L’Espresso, 26 marzo 2009
Torniamo così a Fini. Il presidente della Camera non può non sapere queste cose. Per questo ha riproposto un partito con «dialettica interna», che non si appiattisca sul «pensiero unico», né sul «culto della personalità», né su un presidenzialismo «che emargini il Parlamento». Ma la sua è una concezione normale, terrena potremmo dire, del lavoro politico.
Fonte: Lucia Annunziata, la Stampa 23/03/2009
[Giuseppe Ciarrapico] Ma faranno anche l’esaltazione di Almirante... «Dettaglio che trovo strano, perché Fini si esercita sempre più nell’antifascismo non richiesto: è una delle sue quaranta svolte. Lui, che non è mai stato fascista». Dice così perché avete litigato. «Non ci parliamo da anni. Quando disse: ”Ciarrapico io non l’avrei mai candidato”, chiusi con lui per sempre. E’ evidente che presentargli Almirante fu da parte mia uno sbaglio madornale».
Fonte: Susanna Turco, l’Unità, 21/3/2009
«Io di sinistra? Niente male» (Gianfranco Fini in risposta alla critiche piovutegli addosso dal sito di Fi, 12/3).
Fonte: ABSTRACTS USCITI SU IL FOGLIO 16-03-2009-
Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha appena varato un sistema di voto elettronico che utilizza le impronte digitali dei deputati. Costato più o meno mezzo milione di euro.
Fonte: Marco Galluzzo, Corriere della sera 11/3/2009
C’è poi l’incarico da ritagliare per Gianfranco Fini. L’altro ieri La Russa aveva sostenuto la destinazione europea del presidente della Camera. Ma l’incarico di vicepresidente del Ppe potrebbe scontrarsi con la volontà di Forza Italia di piazzare un proprio uomo alla presidenza dell’Europarlamento.
Fonte: il Giornale 5/3/2009
Facebook. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha 24.969 supporters, […].
Fonte: Corriere della Sera 3/3/2009, pagina 15
[Francesco Cossiga]. Se è così, non potevano scegliere un altro? «L’unica valida alternativa sarebbe stato il prossimo presidente della Repubblica... Gianfranco Fini, come avete scritto voi. Ha già preso anche la tessera dell’Anpi, e pare che in Israele abbia fatto quell’operazione che lo rende autenticamente vicino al popolo ebreo. Ci sarebbe voluto un colpo di fantasia».
Fonte: Roberto Scafuri, il Giornale 23/02/2009
[Giuseppe Ciarrapico] Il centrosinistra... «Ma quale centrosinistra. Parlo di quel personaggio, l’islamico sionista. Si è comportato peggio dell’opposizione». Scusi ma di chi parla? «Non lo nomino. Non capisce che c’è un prima e un dopo predellino. Senza predellino sarebbe a capo di un partito al 3%, come l’Udc». Ce l’ha con Gianfranco Fini. «Oggi ha commemorato Pinuccio Tatarella». Il presidente della Camera lo ha definito «l’uomo del bipolarismo compiuto». «Ero fra i suoi amici più stretti. Mi chiedo se non ha voglia di scendere dal cielo e prenderlo per il bavero». Non ha gradito che abbia difeso il capo dello Stato, par di capire. «Lo troveremo alla manifestazione del Pd in difesa di Napolitano, vedrà». E dire che fu proprio lei a presentarlo a Giorgio Almirante. «Sì, mi sento colpevole». Fini cerca di ritagliarsi un ruolo di moderato per accreditarsi come leader del Pdl? «Ma de che? Alla nostra gente dà solo fastidio. Provi a fare un comizio: se ci vanno è per fischiarlo».
Fonte: Paola Setti, il Giornale 12/2/2009
Gianfranco Fini, l’unico che ha messo in discussione nel centrodestra lo strapotere berlusconiano: fino a questo momento è stato l’indiscusso numero due nel Pdl, ma sul decreto impropriamente definito salva-Eluana si è consumata la spaccatura più drammatica tra Fini e i ministri di An. Costretti a scegliere tra la fedeltà a Berlusconi e quella al presidente della Camera che appoggia Napolitano e che sul caso Englaro ha difeso il diritto del padre a dire l’ultima parola, gli uomini di An nel governo non hanno avuto dubbi. Tutti con Silvio: compreso Altero Matteoli, sempre vicino al leader, o la giovane Giorgia Meloni. Anche
Fonte: Marco Damilano, L’Espresso, 19 febbraio 2009
Federico Guiglia. Giornalista. Autore di Cronaca di un leader (ed. Le lettere), sul presidente della Camera Gianfranco Fini.
Fonte: Mariano Sabatini, Novella 2000, n. 8, 19/02/2009, pp. 26 27
[Buffon] Il politico che le piace di più? «Gianfranco Fini, da sempre.
Fonte: Giancarlo Perna, il Giornale 5/1/2009, pagina 17
2008
GLI ELETTI DI CAMERA E SENATO NELLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2008 (prima delle opzioni):
CAMERA
Lombardia 1
PDL (17): Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini, Ignazio La Russa, Stefania Craxi, Gabriella Anastasia, [altri]
Fonte: Fonte: La Stampa 16/4/2008
Ecco cosa scrisse Gianfranco Fini al procuratore Saverio Borrelli, all’indomani del «salvataggio» di Craxi: «Lo sdegno e l’amarezza che pervadono la Nazione di fronte allo scandaloso verdetto di autoassoluzione che il regime si è confezionato sono da noi interamente condivisi».
Fonte: Francesco La Licata, La Stampa 17/7/2008, pagina 2
il 4 agosto 2010 la Camera respinse il voto di sfiducia per il suo coinvolgimento nell’inchiesta sulla cosiddetta P3 (vedi CARBONI Flavio, LOMBARDI Pasquale, MARTINO Arcangelo) con 299 no, 229, sì, 75 astenuti (fu il primo voto del gruppo Futuro e Libertà fondato da Gianfranco Fini)
Fonte: SCH. 158580 [CALIENDO Giacomo]
Il giorno dopo [30 APRILE], superato lo scoglio delle maggioranze qualificate previste per i primi tre turni, la Camera ha eletto a suo presidente Gianfranco Fini, 56 anni, capo di Alleanza Nazionale. Tra applausi bipartisan (i democratici hanno votato scheda bianca in tutt’e due le assemblee), Fini ha riconosciuto come date unificanti sia il 25 aprile che il 1° maggio, e poi, anche qui, pari diritti garantiti a tutti, stagione costituente, «non siamo una casta», «promuovere il merito», «valorizzare il lavoro», «la sicurezza», «l’autorevolezza dello Stato» e via discorrendo. Scalfari - protagonista assoluto delle pagine culturali della settimana per via di un altro libro in cui tratta dell’unica cosa che gli interessa (cioè il suo io) - s’è fatto beffe di questa melassa neobuonista, scrivendo nel suo editoriale di domenica scorsa che è tornato il tempo delle ideologie, dato che i due discorsi, e soprattutto quello di Fini, si basano «sulle radici cristiane, anzi cattoliche, sulla condanna del relativismo, sull’esistenza di una verità assoluta e sulla morale che ne deriva. Sulla tolleranza (relativa) delle altre culture a discrezione del Principe». Il quale Principe è naturalmente Berlusconi, principe di ubiquità «leghista, statalista, liberista per naturale e plurima vocazione».
Anno V - Duecentodiciottesima settimana Dal 28 aprile al 5 maggio 2008
Gianfranco Fini sarà presidente della Camera, probabilmente. A vederlo in tv, non sembra entusiasta. Forse avrebbe voluto continuare a fare politica attiva, cosa che un presidente super partes dovrebbe evitare. Forse ci sono altri motivi. Fini sarebbe il primo ex missino a diventare la terza carica dello Stato; un definitivo sdoganamento ma anche un distacco dal governo, stavolta. Sarebbe la seconda Terza Carica dello Stato a convivere e fare figli fuori dal matrimonio (con Elisabetta Tulliani, da poco mamma di Carolina); un successo delle famiglie di fatto, che a lui magari non importa più di tanto. Sarebbe anche – e forse è questo che lo preoccupa – il quarto presidente della Camera a rischiare la maledizione della seconda repubblica. Colpisce chi viene eletto a ricoprire altissimi ruoli istituzionali, Senato incluso. Che fa il suo lavoro più o meno bene; poi, in qualche modo, viene messo da parte.
Fonte: Corriere della Sera 16 aprile 2008, MARIA LAURA RODOTA’
[Umberto Pizzi] Gianfranco Fini. «Mi ha dato del rompicoglioni perché l’ho fotografato con la sua Barbie. Non ha mai attaccato così. Le ultime tre volte che l’ho seguito ho notato che si è un po’ incoattito anche nel suo abbigliamento. Così ho deciso di «gnammizzarlo», ossia di riprenderlo mentre mangia, mentre si gratta... finché continuerà a dare dei rompi... ai fotografi».
Fonte: Franco Adriano, ItaliaOggi 3/4/2008, pagina 7.
Il cannolo nel frattempo è diventato simbolo di un modo di governare, il confine ideale fra i due schieramenti, centrodestra e centrosinistra, che nell´Isola restano in vita. Gianfranco Fini, domenica a Palermo, non ha avuto remore nell´addentarne uno, in piazza, davanti ai fotografi.
Fonte: La Repubblica 1 aprile 2008, EMANUELE LAURIA
L’Associazione Donne e Qualità della Vita ha chiesto alle universitarie italiane chi è il più sexy del Parlamento. […] Gianfranco Fini è poi indicato come modello di uomo forte e virile, la cui parte del corpo preferita dalle donne pare siano le mani.
Fonte: Tgcom 21/3/2008
Stravince Walter Veltroni: è lui il personaggio più citato e interpellato nei telegiornali della seconda quindicina di febbraio. In un rapidissimo lasso di tempo la situazione del Gianfranco Fini (30 minuti).
Corriere della Sera 3 marzo 2008, Aldo Grasso
Ieri il presidente di An, Gianfranco Fini, ha commentato così: «Credo se un magistrato rimette in cattedra un insegnante condannato per pedofilia, si ha la riprova che tra la giustizia italiana e il buonsenso c´è un corto circuito. Mi rifiuto di pensare che non ci fosse un modo per impedire una vergogna del genere». Poi ha rilanciato la proposta della castrazione chimica: «Che non è una pena ma una cura».
Fonte: La Repubblica 24 febbraio 2008, NICCOLO´ ZANCAN
Gianfranco Fini, prima della crisi di governo e delle elezioni, ha dichiarato che non è credente. Ma lunedì, con l’incombere delle elezioni, ha rivelato sul Corriere (18/2) che il suo schieramento "difende con intensità valori e programmi cari ai cattolici". Cosa non si fa per prendere i voti. Però i referendum non gli fanno lo stesso effetto religioso. Infatti alla consultazione sulla legge 40 si schierò vigorosamente contro i cattolici. Ora si dice molto perplesso sulla lista di Giuliano Ferrara, anche lui non-credente che difende i valori cattolici.
Fonte: Libero 19 febbraio 2008, ANTONIO SOCCI
«E a noi non è riconosciuta un’eccezione valoriale», si lamenta Daniela Santanché, sodale di Storace, che illustra il suo entusiasmo mentre parla di Gianfranco Fini: «Quel paio di palle di velluto». Gli addebita la colpa di aver messo in giro la voce che Storace è antisemita.
Fonte: Mattia Feltri, La Stampa 9/2/2008, pagina 7
Con Gianfranco Fini, Berlusconi ha firmato anche una proposta di legge per imporre un terzo di candidature al parlamento italiano alle donne.
Fonte: ItaliaOggi 8 febbraio 2008, Franco Adriano
[Strage di Acca Larentia] Tutti i militanti della destra romana erano accorsi davanti alla sezione dell’Appio latino. La tensione si tagliava con il coltello, c’erano tutti i futuri dirigenti del partito, compreso un giovanissimo Gianfranco Fini, ancora riconoscibile, in un’istantanea dell’epoca con un lungo impermeabile bianco. Fini si sta accendendo una sigaretta insieme ad un ragazzo più basso di lui. Il ragazzo è Stefano Recchioni, e alla loro sinistra c’è la pozza di sangue dove poco prima è stato ferito a morte Franco. Sopra c’è un mazzo di fiori. Cinque minuti dopo quello scatto, i due destini che sono stati uniti da quella sigaretta fumata insieme con inquietudine si dividono per sempre: Stefano cammina verso il fondo della piazza, dove, anche per via della rabbia e della tensione per i due morti, sta esplodendo una rissa per un ragazzo che è stato appena fermato. Fini resta dov’è. Quando Sivori spara, Stefano viene colpito alla fronte, e la pallottola lo trapassa da parte a parte. Proveranno a dire, gli avvocati del carabiniere, che è un colpo di rimbalzo, che proveniva dalle stesse fila di Stefano. Ma non ci vuole un perito balistico per dimostrare che è una follia.
Fonte: Il Giornale 07/01/2008, Luca Telese
2007
Domenica 2 dicembre è nata Carolina, figlia di Elisabetta Tulliani e del leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini. Fini ha già una figlia - Giuliana, di 21 anni - nata dal matrimonio con Daniela Di Sotto, concluso con la separazione lo scorso giugno.
Fonte: Anno IV - Centonovantasettesima settimana Dal 26 novembre al 3 dicembre 2007
[Daniela Santanchè] "Fini è una persona deludente dal punto di vista umano, non ha sangue nelle vene, non ha reazioni. E’ uno che non sa farsi amare". Ma con la Tulliani c’è riuscito, tanto che hanno fatto una bambina. "E allora mi aspetto di vederli mano nella mano che passeggiano per Villa Borghese guardandosi negli occhi". Sta insinuando che non si tratta di vero amore? "Le ho detto: aspetto di vederli che si baciano teneramente passeggiando con la carrozzina per Villa Borghese, ovviamente davanti ai fotografi. Più chiaro di così...".
Fonte: Mario Prignano, A 12/12/2007
[diffidenza verso gli alleati] «Come possiamo andare avanti con chi ci ha fatto perdere le elezioni nel 1996?», si domanda Berlusconi aggiungendo che gli stessi alleati «ci hanno condizionato mentre eravamo al governo». L’allusione al ’96 riguarda Gianfranco Fini, che allora pose il veto alla formazione del governo di larghe intese guidato da Antonio Maccanico – visto invece con favore da Berlusconi – preferendo andare al voto, che, si sa, vide prevalere Romano Prodi sullo stesso Berlusconi anche perché la Lega Nord escluse di allearsi con il Polo.
Fonte: Lorenzo Fuccaro, Corriere della Sera 26/11/2007
Che l’operazione sia in corso lo dimostra anche il nervosismo che serpeggia tra gli ex-alleati. Ieri Gianfranco Fini nel Transatlantico di Montecitorio ha ostentato di avere buoni rapporti con Casini, ha confermato che con lui «Berlusconi ha chiuso», e, inviando un messaggio per nulla subliminale a chi tra i suoi sta meditando il gran passo ha sottolineato: «Berlusconi deve sapere che se vuole fare il premier deve fare i conti con me e poi io ho vent’anni di meno... Mica crede di essere eterno». Frase poi smentita, ma senza convincere troppo.
Fonte: Augusto MInzolini, La Stampa 21/11/2007
Avanti c’è posto» e nella folta schiera di aspiranti first lady è apparsa subito lei, Elisabetta Tulliani, trentacinquenne, bionda (molto aiutata dal parrucchiere) e fisico da velina, nuova compagna di Gianfranco Fini, futura madre del suo secondo figlio. Chi pensava che dopo Daniela lui avrebbe scelto una donna di tutt’altro tipo, magari un genere «bon ton», da filo di perle, la classica moglie dell’uomo in carriera, perfetta per cene ufficiali, è rimasto deluso. Ed è rimasto deluso anche chi aveva creduto alla sempre smentita storia con Stefania Prestigiacomo. […] Una storia iniziata quando il matrimonio tra Gianfranco e Daniela era già compromesso, lui si sentiva solo, lei si sentiva incompresa nella sua voglia di diventare una spregiudicata manager nella sanità laziale.
Fonte: Maria Corbi, La Stampa 10/11/2007
Per gli Angelucci l’ideale è andare d’accordo con tutti. Anche le loro amicizie politiche sono trasversali. Con Gianfranco Fini esiste un legame storico cementato dall’incarico di direttore sanitario del gruppo per il fratello Massimo, medico. E da una piccola partecipazione nella Panigea che fa capo all’ex moglie di Fini, Daniela Di Sotto, e al segretario particolare del leader di An Francesco Proietti.
Fonte: AAVV, Il Sole 24 Ore, 29/10/2007
Il leader di AN Gianfranco Fini e la moglie Daniela Di Sotto hanno deciso di rompere il matrimonio. Ne ha dato notizia ieri, con un comunicato ufficiale l’avvocato di entrambi: Giulia Bongiorno.
Fonte: Virginia Piccolillo, Corriere della Sera 17/6/2007
Il punto di incontro sarà la legge elettorale. Veltroni e Fini hanno un interesse in comune. Entrambi necessitano di una buona riforma elettorale che premi le grandi aggregazioni (i grandi partiti), e dovranno faticare per imporla ai rispettivi partner. In mancanza di ciò, a tutti e due conviene il referendum e il sistema elettorale che ne scaturirebbe. […] Sia Fini che Veltroni avrebbero tutto da perdere se passasse la riforma che, al momento, incontra i favori di tanti (Udc, Udeur, Rifondazione e molti altri): la proporzionale con lo sbarramento del cinque per cento, il sistema pseudo-tedesco. […] In più, lo pseudo-tedesco avrebbe l’effetto di disincentivare le grandi aggregazioni. Né Fini né Veltroni possono permetterselo. […] Nel caso di Fini la ragione è semplice: egli ha da tempo compreso che An, da sola, non può più condurlo da nessuna parte. Ha una vitale necessità di fondere An con Forza Italia, di dare vita a un grande partito del centrodestra nel quale partecipare, a tempo debito, alla gara per la successione a Berlusconi. Lo pseudo-tedesco non serve allo scopo. Come la maggior parte dei sistemi proporzionali esso disincentiva, anziché favorire, le grandi aggregazioni.
Fonte: Angelo Panebianco, Corriere della Sera 22/10/2007
Di destra e di sinistra, Di Pietro mantiene l’alleanza con Fini. Il loro patto è un detonatore ad alto grado tenuto fermo sullo scacchiere politico nel frattempo che Di Pietro, tiratosi fuori dai disastri del governo di cui è esponente di primo piano, giorno dopo giorno aggiusta la propria posizione.
Fonte: Pietrangelo Buttafuoco, Panorama 25/10/2007
il presidente di An Gianfranco Fini, che in aprile è tornato a Roma dal Kenya con due giorni di ritardo per colpa di un guasto all’aereo.
Fonte: Alessandra Farkas, Corriere della Sera 5/8/2007
[Alessandra Mussolini] Benito Mussolini, secondo lei, che ne penserebbe di Gianfranco Fini? «Non lo so, io non voglio mettere parole in bocca a mio nonno. Che riposi in pace». Lei considera Fini un uomo di destra? «Credo che Fini sia una persona attenta ai mutamenti, penso che ne abbia fatti». Ora ne parla come se niente fosse, ma nel 2003 lei se ne andò da An sbattendo la porta quando Fini definì il fascismo «male assoluto». «Se io sono in Azione sociale è perché qualcosa è successo, altrimenti sarei ancora in An. Però la lettera molto intima che lui mi scrisse un anno e mezzo fa, in occasione della morte di mio padre, è la lettera di un Fini che non conoscevo, nonostante la militanza di 12 anni in An». Cosa ha scoperto di lui? «Dei lati privati, personali, il suo sentimento, le sue riflessioni più profonde. E il Fini di adesso si avvicina molto alla linea Sarkozy, che mi piace assai di più rispetto alle sue posizioni passate. E poi in politica non devi essere amico, la politica è l’odio organizzato». «[…] Io e Fini, inoltre, siamo sulla stessa lunghezza d’onda sulle priorità da dare alla politica. Entrambi siamo convinti che la gente sia stanca delle diatribe interne perché vuole un fronte compatto contro il "governo Frodi"». Pace fatta, quindi? «Abbiamo avuto un colloquio molto sereno, diverso certamente da come poteva essere prima. Ma ricordiamo che alle Politiche eravamo insieme e che alle Amministrative io a Latina ho appoggiato Zaccheo di An. E non era neanche la prima volta che ci rivedevamo, io e Fini». Sta dicendo che vi eravate già rivisti prima? «Ricordiamoci che quando io salii sul palco del 2 dicembre c’era anche Fini e già allora avemmo modo di scambiare le nostre idee sulle Amministrative». Oggi come sono i rapporti tra voi? «Oggi con lui sono in un rapporto cordiale e molto più maturo di prima, anche perché so cosa vuol dire avere la responsabilità di un partito, seppur piccolo».
Fonte: Barbara Romano, Libero 26/7/2007, pagina 1.
L’obiettivo di Fini è quello di scongiurare un accordo su una nuova legge elettorale di stampo proporzionale come chiedono, nella Cdl, Udc e Lega. Per questo l’ex ministro degli Esteri spiega che una riforma si può anche fare, ma a tre condizioni: «Che il sistema bipolare venga rafforzato, che le alleanze si facciano prima e non dopo le elezioni e con uno sbarramento degno di questo nome». Tre condizioni che escludono di fatto proprio il modello tedesco tanto caro all’Udc di Pierferdinando Casini e alla Lega.
Fonte: Fabrizio Rondolino, La Stampa 21/7/2007
Sergio Mariani. Questo Mariani, camerata, detto "Folgorino", negli Anni Settanta s’era sposato con Daniela Di Sotto. Quando lei aveva preso flirtare con Gianfranco Fini e aveva annunciato di volerlo mollare, lui s’era sparato senza riuscire ad ammazzarsi. Qualche anno più tardi Daniela Di Sotto aveva sposato Gianfranco Fini.
Fonte: Fabio Martini, La Stampa 18/1/2007, pagina 10
«Forse ero il più giovane, tra gli invitati del partito al matrimonio di Daniela e Sergio Mariani». Al matrimonio non fu invitato Gianfranco Fini – «no, non so perché» – però Fini era comunque un emergente. «Veniva da Bologna e parlava bene, scriveva bene, e in quegli anni – racconta Gasparri – c’era bisogno di gente che sapesse scrivere sulle mille pubblicazioni che stampavamo». Mariani aggiunge che «Fini vestiva sempre in trench chiaro o con un cappotto di pelle nera, ma era un po’ troppo distaccato, per i nostri gusti »: e, per questo, fu persino sospettato d’essere un infiltrato. «Una sera decidono di dargli una lezione, bastonarlo – prosegue Mariani ”. Lui si accorge del pedinamento, scappa, si infila in un palazzo. Io lo seguo e lo trovo rannicchiato in un sottoscala. Mi prende le gambe: "Sergio, che colpa ne ho se non ho il vostro coraggio?"».
Fonte: Fabrizio Roncone 7/7/2007
17.48 Da Roma, la sfida di Fini Con la nascita del Partito democratico e con la discesa in campo di Walter Veltroni la Cdl ha l’obbligo di «rinnovarsi», e per questo «deve tentare uno sforzo di analisi e di aggregazione». E’ da questa considerazione che Gianfranco Fini sembra rispondere all’intervento che il sindaco di Roma pronuncia dal palco del Lingotto di Torino. Il leader di An intensifica gli sforzi per il referendum elettorale e accelera per un nuovo partito unico di centrodestra.
Fonte: Così il sito della Stampa, il 27/6/2007, ha dato conto del discorso di Veltroni al Lingotto (minuto per minuto)
Gianfranco Fini da mesi cerca di stabilire un rapporto con Veltroni, per esempio sul referendum per il bipartitismo. ”La simmetria c’è, i due discendono dalla fine delle tradizioni totalitarie fascista e comunista. Tuttavia – obietta Campi – messi l’uno di fronte all’altro, Fini sembrerebbe un Prodi di destra paludato e istituzionale, e Veltroni un politico più immaginifico”.
Fonte: Il Foglio 21/6/2007
Ecco Gianfranco Fini (che pochi anni prima definiva il Duce "il più grande statista del secolo") dichiarare che "Salò fu una pagina vergognosa" e insieme proporre coi suoi parlamentari il riconoscimento ai combattenti della Rsi di "militari belligeranti, equiparati a quanti prestarono servizio nei diversi eserciti".
Fonte: Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 30/5/2007, pagina 39.
Gianfranco Fini che si fa fotografare nell’hotel-igloo finlandese, o ai tropici subito dopo un’immersione, o sotto la neve fra i grattacieli di New York, appartiene invece ad un’altra categoria, più casereccia e innocua, e somiglia piuttosto a Totò e Peppino in gita a Milano.
Fonte: La Stampa 10/05/2007, pag.9 Fabrizio Rondolino
L’approvazione della legge-delega sull’immigrazione viene salutata comunque con grande favore dal nuovo partito, anche se nessuno dimentica che «il leader di An Gianfranco Fini è stato tra i primi a proporre anni fa la concessione del voto amministrativo agli immigrati».
Fonte: Il Sole 24 Ore 30/04/2007, pag.15 Andrea Gagliardi
Su Gianfranco Fini e Giulio Tremonti, due dei più quotati pretendenti alla successione di Berlusconi, Tabacci racconta: «Nell’estate 2005 Tremonti non fu dimissionato da Fini, come apparve pubblicamente» per la questione della cabina di regia. Certo, il governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio «aveva stretto un patto di ferro con il leader di An», ma «nella notte del 3 luglio 2005 apparve chiaro che Tremonti era finito stritolato nella morsa del governatore, delle Fondazioni e delle banche».
Fonte: Fabio Martini, La Stampa 3/5/2007
Tra i politici alcuni amministrano le loro ricchezze attraverso società dai nomi buffi, ad esempio Antonio Di Pietro possiede il 100 per cento della "AnToCri" e il 50 per cento della bulgara "Suco-Varna", mentre Gianfranco Fini denuncia il 90 per cento della società a responsabilità limitata "DaVir", intestata alla moglie Daniela di Sotto.
Fonte: La Stampa 18/4/2007, pagine 6 e 7
Cellulari. Gianfranco Fini ha sul display una sua foto tra gli squali.
Fonte: Vanity Fair, 15.3.07 pagina 48.
ZACCHERA Marco. «Succede una volta e uno pensa a un caso, succede due volte e assomiglia a un indizio. Ricordate quando Gianfranco Fini decise definitivamente di diventare missino nella rossa Bologna? Quando gli impedirono, lo racconta lui, di entrare nel cinema che dava Berretti Verdi con John Wayne.
Fonte: SCH. 132699 (ZACCHERA Marco)
2006
Revisionisti. Gianfranco Fini. Dai dintorni di Fiuggi, è andato alle Fosse Ardeatine, ad Auschwitz e a Gerusalemme. Ha proclamato «il male assoluto» le leggi razziali promulgate sotto il fascismo. La frase ha fatto arrabbiare Storace e soprattutto Alessandra Mussolini, che lasciò Alleanza nazionale. Sta cercando di creare una destra che non sia più «la spada dell’Islam».
Fonte: Mattia Feltri, La Stampa 27/1/2007
2006
[Usa braccialetti]
Fonte: Il Foglio 25/03/2006, pag.III Marianna Rizzino
[Pressione bassa] Così come Gianfranco Fini e Alessandra Mussolini, che si attiva solo dopo il secondo cappuccino.
Fonte: M. Virgili, Anna, 21/2/2006
INDICE DEI NOMI DEL VOLUME: La Navicella "I Deputati e Senatori del quindicesimo Parlamento Repubblicano" Editoriale Italiana 2000 (Annuario 2006)
Fini gianfranco 18, 27. 37. 42. 50. 60. 238. 887. 1006. 1015. 1025. 1040. 1052. 1056. 1064. 1076. 1083. 1089. 1098. 1113. 1122. 1126. 1136. 1147. 1153. 1156. 1163. 1176. 1191. 1202. 1207. 1217. 1228. 1237
2005
La delusione a destra risparmia uno solo dei leader: Gianfranco Fini. Barbareschi gli riconosce il coraggio «è una speranza, è un vero capo, uno che non si fa condizionare dai sondaggi o dall’utilità del momento».
Fonte: Corriere della Sera 24/09/2005, pag.43 Barbara Palombelli
Secondo le dichiarazioni dei redditi dei parlamentari relative al 2003, il più ricco è Berlusconi con un reddito di 12.762.234 euro. Guadagna più di tutti in Parlamento, ma non è il primo in assoluto in Italia: nel 2003 è stato superato da Davide Croff, ex amministratore delegato Bnl, che ha dichiarato 16,322 milioni. Il secondo nella lista dei politici è il senatore Giuseppe Consolo di Alleanza Nazionale (3.235.000 euro). Segue Eugenio Viale di Forza Italia, proprietario dell’azienda dolciaria Bistefani, che dichiara 2.158.908 euro. Gianfranco Fini guadagna 176 mila euro, Follini 110 mila. Nell’opposizione il più ricco è
("Il Sole - 24 Ore" 13/4/2005; M.S., "Corriere della Sera" 13/4/2005; g.c., "la Repubblica" 13/4/2005; Giacomo Galeazzi, "La Stampa" 13/4/2005).
2003
[Fini] al Secolo conosce Daniela Di Sotto, allora come oggi fascistissima, la sposa.
Fonte: Concita De Gregorio, ”la Repubblica” 3/12/2003
Donna Assunta Almirante ritiene che Fini sia eccessivamente educato: "Di fronte a gente come Bossi, che l’educazione non sa dove stia di casa, bisognerebbe essere meno educati".
Fonte: Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” 20/11/2003, pagina 92.
2002
Padre Pellegrino Santucci. Gianfranco Fini ha dichiarato che Mussolini è stato condannato dalla storia. «E allora perché a Londra, da dove Fini ha detto questa stupidaggine, Churchill un giorno affermò: “E’ stato il più grande statista della nostra epoca. Se fossi italiano, anch’io sarei fascista”? Ero intimo di Giorgio Almirante. Una cosa simile non gli sarebbe mai uscita di bocca. Ma capisco che sono le esigenze della politica. Fini è un pragmatico. Senza di lui la destra sarebbe un cimitero». Vi conoscete? «Hai voglia! Suo papà lo portava da piccolo a sentire le mie prediche. Sono stato suo grandissimo amico. Vorrei esserlo ancora. Ma dopo quell’uscita... Non doveva condannare chi non deve essere condannato».
Fonte: Stefano Lorenzetto Il Giornale, 08/12/2002
2001
STELLA Gian Antonio - Tribù. Foto di gruppo con cavaliere. Bibliografia. Indice dei nomi. Mondadori, Milano 2001.
Contiene:
vizi e vanità di: [altri] e Gianfranco Fini
In cima alla classifica dei Parlamentari più assenteisti della legislatura appena conclusa c’è Umberto Bossi, presente solo allo 0.93 per cento delle sedute del Senato. Il leader della Lega è seguito da Silvio Berlusconi (1.62 per cento); al terzo e quarto posto Rocco Buttiglione e Gianfranco Fini (rispettivamente 2.92 e 3.47 per cento), al quinto Vittorio Sgarbi (4.52 per cento).
Fonte: M.Cal. su la Repubblica del 9/3/2001
1999
"Fini non ha niente da dire, ma lo dice benissimo".
Fonte: Giano Accame sul ”Corriere della Sera” di venerdì 25 giugno 1999