Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Berlusconi è infelice, Berlusconi è furibondo, Berlusconi si rifiuta di parlare, Berlusconi dice «se non ci fossi stato io»…
• Ha ragione?
Ha ragione. Non è andata come prevedeva e sperava. Non ha preso il 43%, non ha sfondato soglia 40, non ha neanche mantenuto i voti delle politiche 2008. Invano ieri i luogotenenti – La Russa, Verdini, Gasparri, Quagliarello – si sono sgolati a spiegare che il governo esce più forte dalla consultazione, che è tutta colpa dell’astensionismo, un fenomeno momentaneo… Niente, Silvio Berlusconi se n’è rimasto chiuso a casa sua e, pare, s’è limitato a ricevere Umberto Bossi, ieri sera, per la solita cena-confronto del lunedì. Bossi d’altra parte era stato prudentissimo alla vigilia («prenderemo poco ») ed è stato assai sobrio nei commenti del giorno dopo. Il capo leghista è uno che gioca di fino e sbraita solo quando non è sicuro di avere il controllo della partita. Adesso deve ottenere almeno il Veneto e piglierà Berlusconi – che a quanto si dice è molto arrabbiato con i suoi – con le buone. Noti che la Lega cresce piano e con pazienza. Per la prima volta ha eletto un parlamentare europeo a sud del Po, il toscano Claudio Morganti. A Bologna pare che stia raccogliendo un 8%. Insomma, non c’è bisogno di forzare. Il partito cresce, ha una politica, tiene le vele al vento che soffia in tutta Europa.
• Invece il Pdl…
Non bisogna neanche esagerare con la sconfitta di Berlusconi. La bega siciliana ha effettivamente provocato qualcosa ed è vero che in qualche modo adesso sarà risolta. La distrazione del Sud potrebbe valere due punti? Sì, potrebbe. Resta, tuttavia, che il Cavaliere è stato fermato, che non è invincibile, che ha un limite, che una parte dell’elettorato cattolico è rimasta colpita dal libertinaggio esibito, vero o presunto che sia. Anche sul piano dei voti ricevuti personalmente qualcosa s’è inceppato. Ne ha presi 2.706.791, ne aveva avuti di più sia nel ”94 che nel ”99. In termini assoluti avrebbe battuto il risultato del 2004, quando ne prese 2.350.751. Ma allora questa era la metà di tutti i consensi ottenuti da Forza Italia. Adesso il rapporto è di uno a quattro, avendo il Pdl raccolto 10.807.327 suffragi. Inoltre la ragazzina Serracchiani, nel Friuli Venezia Giulia, ha avuto più preferenze di lui. Insomma, l’irresistibile ascesa del Cavaliere è stata fermata.
• Sono discorsi strani. Berlusconi, la cui maggioranza ha in definitiva mantenuto i voti che aveva, sembra lo sconfitto di turno. Il Pd, che ha perso sette punti, ha l’aria di averla scampata…
Il Pd è stato sconfitto, e nettamente, e non solo per i sette punti percentuali in meno rispetto alle politiche del 2008. Calcoli dell’Istituto Cattaneo di Bologna mostrano che i democratici hanno perso 2,1 milioni di voti rispetto alle Europee del 2004 e addirittura 4,1 milioni di voti rispetto alle Politiche dell’anno scorso. La perdita di Berlusconi rispetto al 2008 è più contenuta (-2,9 milioni di voti) e rispetto al 2004 c’è addirittura stato un guadagno di 213 mila voti. Brutte notizie per Franceschini stanno poi arrivando dal voto locale. Il centro-sinistra governava in una cinquantina delle province adesso al voto, e pare che questo numero sia destinato a dimezzarsi. Il centro-destra è primo (voto europeo) in due regioni storicamente rosse come le Marche e l’Umbria. Il centro-sinistra sta andando sotto nelle provinciali di Milano, di Venezia, di Napoli dove era maggioranza. So che c’è preoccupazione – forte – per le Comunali.
• Ci sono scissioni alle viste? Di Pietro…?
Quel 26 per cento che non è né carne né pesce impedisce spaccature drammatiche e vieta anche di cantar vittoria. Sembra evidente che bisogna lavorare per tornare maggioranza, perché tutto sommato il vecchio Polo delle Libertà, cioè il centro- destra con Casini, sta intorno al 52%, quindi la sinistra, al di là di tutti i discorsi, sta ancora sotto. Il Partito democratico che vuole fare? Perché a questo punto si tratta di decidere se si vuole almeno tentare di uscire dall’opposizione o no.
• Tirar dentro gli spezzoni della sinistra?
Intanto Franceschini dovrà lavorare per portare al congresso di ottobre un partito meno dilaniato. Perciò: direzione collegiale, ascoltare tutti, tener conto dei vari punti di vista, eccetera. Un compito che gli riesce facile e che potrebbe permettergli di restare segretario. Certo ci vorrà poi anche una politica delle alleanze. Parlare con Casini – che non può sperare in un cambiamento della legge elettorale e restare a vita nel mezzo –, parlare con Di Pietro, parlare con Vendola, Ferrero e con il duo Pannella- Bonino. Lo so che facendo questi discorsi il vero vincitore, almeno nel centro-sinistra, sembra Prodi… [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 9/6/2009]
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