Giovanni Longo, Libero 9/6/2009, 9 giugno 2009
CREDE DI AVER UCCISO LA MAMMA E S’AMMAZZA
Forse covava l’omicidio da tempo. Forse ha agito d’impeto in uno stato d’ira che non è riuscito a controllare. La certezza è che, dietro il folle gesto commesso ieri mattina nella zona nord di Trani, ci sono la solitudine e il disagio.
Questa, almeno, è la valutazione fatta dagli investigatori sul tentato omicidio-suicidio in cui una donna di 63 anni è rimasta gravemente ferita e suo figlio, 30 anni, autore del gesto, si è tolto la vita. I due vivevano insieme in un sottano. Una casa che gli agenti del commissariato di Trani hanno definito in pessime condizioni igienico sanitarie. I poliziotti hanno compiuto per tutta la giornata di ieri accertamenti. Lì, gli agenti hanno trovato un matterello di legno sporco di sangue. L’attrezzo, utilizzato in cucina, di forma cilindrica e lungo tra i 50 e i 70 centimetri, potrebbe essere stato utilizzato dall’uomo per stordire la madre. La donna, forse già priva di sensi, è stata poi colpita più volte con un coltello. La stessa arma che il 30enne, resosi conto del gesto e convinto di aver ucciso sua madre, ha rivolto contro di sé, togliendosi la vita. La donna lotta ora in ospedale tra la vita e la morte. Eppure, secondo i primi accertamenti, l’uomo non aveva con la mamma un rapporto conflittuale.
La loro vita viene descritta dai vicini come abbastanza tranquilla. Anche se si snodava in un contesto di solitudine e disagio. Sembra che sia stata la stessa donna a dare l’allarme chiedendo aiuto. Un negoziante, che l’ha sentita gridare, si è avvicinato alla saracinesca, che funge da porta del sottano e che era abbassata a metà per il caldo, e, constata la situazione, ha dato l’allarme mentre lei, pur essendo gravemente ferita, chiedeva notizie del figlio. Quando gli agenti sono entrati in casa hanno trovato l’uomo riverso per terra, con il coltello conficcato nel torace e la donna ferita. A quanto si è saputo, la donna, una ex infermiera che era separata da molti anni dal marito, ha anche un altro figlio che vive a Corato, un centro del nord barese.
Secondo quanto rende noto la Ausl dell’area Barletta-Andria-Trani, l’uomo non è mai stato in cura al Servizio di igiene mentale come inizialmente si era appreso. Per due volte, però, egli si era rivolto - nel 2005 e nel 2007 - al Sim per attestazioni riguardanti una sua richiesta per invalidità civile.
Da uno stato di malessere che forse si trascinava da tempo, a mettere in atto un tentato omicidio così efferato nei confronti di sua madre, però, il passo non appare breve, Per questo gli investigatori stanno raccogliendo informazioni utili a ricostruire la personalità dell’uomo. Convinto di aver ucciso la madre dopo le numerose coltellate che le aveva inferto, l’ha fatta finita puntando contro di sé quel coltello.