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 2009  giugno 09 Martedì calendario

L’ANNO PEGGIORE DI TUTTI I TEMPI: LE COMPAGNIE PERDONO 9 MILIARDI


«E anche l’aumento delle videoconferenze fa diminuire i clienti»

ROMA – Non potrebbe andar peg­gio per le compagnie aeree nel mon­do. Il 2009 sarà l’anno del peggiore ri­sultato di tutti i tempi, avviandosi a chiudere con perdite per 9 miliardi di dollari. Ci mancavano solo le video­conferenze, che le aziende ormai pre­feriscono alle riunioni, per fare crolla­re la clientela business: «Oggi sono un concorrente più forte», ha sottoli­neato Giovanni Bisignani, presidente della Iata (associazione internaziona­le del trasporto aereo), ieri a Kuala Lumpur (Malaysia) nell’assemblea an­nuale dei vettori di tutto il mondo. Il dato sulle perdite è doppio rispetto a quello stimato appena tre mesi fa e proprio questo fa preoccupare. «Non esistono precedenti recenti che possa­no essere paragonati alla crisi econo­mica attuale» ha detto Bisignani, ri­cordando che dopo l’11 settembre 2001 gli utili erano scesi del 7%, tor­nando però a crescere «quasi subito sulla scia di una forte economia globa­le ».

Il problema oggi è che ci troviamo in una fase di «recessione a livello mondiale», con un calo degli utili del 15%, pari a 80 miliardi di dollari. «Il nostro futuro - ha affermato il presi­dente di Iata - dipende dalla necessità di effettuare drastici ridimensiona­menti e ampi rimodellamenti». Il rife­rimento è alla capacità delle compa­gnie di fare economie e alla possibili­tà che ci siano integrazioni tra grandi vettori, un po’ come quello che è avve­nuto in Italia dove Air France-Klm ha acquistato il 25% di Alitalia.

Per ora la situazione resta dramma­tica: proprio ieri Air France, che già vi­ve un dramma tutto suo per la perdi­ta dell’A330 sulla rotta tra Rio e Pari­gi, ha comunicato i dati di maggio. Il traffico è sceso dell’8,1% a fronte di una riduzione dell’offerta del 5,7%. Questo vuol dire che il riempimento degli aerei è calato del 2%, portandosi al 77,3%.

Ognuno si aiuta come può, magari affidandosi a nuove politiche com­merciali. Ieri però l’amministratore delegato di British Airways, Willie Walsh, a margine dell’assemblea del­la Iata, ha smentito la notizia circolata nei giorni scorsi di un taglio dei servi­zi di «prima classe». I due nuovi aerei a lungo raggio senza una cabina di «prima classe» sono stati ordinati già due anni fa e non sono «la conseguen­za di alcuna nuova scelta strategica».

Le conseguenze della crisi non si fa­ranno sentire nella stessa misura in tutto il mondo. I risultati peggiori so­no attesi nell’area Asia-Pacifico, do­ve si riscontreranno perdite per 3,3 miliardi di dollari. Il Giappone, il più grande mercato di quest’area, sta af­frontando una profonda recessione. I mercati in sviluppo di Cina e India perdono colpi per il rallentamento dell’export.

A seguire ci sono le compagnie eu­ropee (1,8 miliardi di dollari) tradite dal crollo del traffico d’affari e di lus­so. Subito dopo c’è il Medio Oriente che perderà 1,5 miliardi di dollari a causa della recessione d’Europa e Asia che fungevano da mercati sor­gente. Più contenuto il calo dei vetto­ri del Nord America (1 miliardo di dollari). In coda c’è l’America Latina con 900 milioni di perdite e l’Africa con 500 milioni.

In questo momento difficile c’è un unico dato positivo: il ribasso del prezzo del petrolio che costituisce il 23% dei costi delle compagnie. Gli esborsi relativi scenderanno di 59 mi­liardi di dollari, tenuto conto di un prezzo medio a barile di 56 dollari. Solo per fare un paragone, nel 2008 lo stesso brent costava 99 dollari al barile. «Il rischio cui abbiamo assisti­to in queste recenti settimane - ha commentato Bisignani - è che anche il minimo bagliore di speranza di ri­presa economica serve a fare aumen­tare nuovamente i prezzi».

Un grosso pericolo lo corre anche l’industria aeronautica: i 4 mila veli­voli che dovevano entrare nella flot­ta mondiale nel corso dei prossimi tre anni «costituiscono un’impresa ardua i cui risvolti finali saranno tut­ti da scoprire».

Intanto ieri nelle Borse mondiali le previsioni Iata hanno pesato nega­tivamente: Air France ha perso il -3,41%, Lufthansa l’1,32% e British Ai­rways il 3,67%.