Franco La Cecla, la Repubblica 9/6/2009, 9 giugno 2009
L’ECONOMIA DAL VOLTO UMANO CHE SPAZZA VIA GLI EGOISMI
Le troc, el trueco, the barter, il baratto, la parola risuona in molte lingue e ritorna nelle occasioni difficili dell´economia. Ad esempio è tornata in auge dopo il crollo delle banche argentine, dove l´assoluta "desconfiança" nei confronti della moneta ha fatto riscoprire alla gente il valore dello scambio diretto di merci e servizi. La questione che è in ballo nel baratto è una forma "primitiva" di economia che implica però una coscienza abbastanza sviluppata dell´idea di "valore". Viziati come siamo da decenni di marxismo e post e - anti-marxismo non abbiamo mai letto Karl Polanyi, il genio ungherese dell´antropologia economica che insegnava negli anni 50 alla Columbia University e che ha rivoluzionato il nostro modo di vedere l´economia. Questa è una funzione del sociale e dipende da esso, non il contrario. L´economia esiste per definire i legami che le persone intrattengono attraverso i beni tra di loro. La moneta stessa è una forma di baratto, più semplice perché risolve le questioni riguardanti la corrispondenza tra il valore di una cosa ed il valore di un´altra.
@FI Firma Editoriale SX:Molte economie hanno portato avanti per secoli la compresenza del baratto e della moneta e spesso l´orzo o il grano o il sale venivano preferite alla moneta stessa perché implicavano un rapporto meno astratto tra il godimento della cosa ed un suo valore di scambio. Il baratto ricorda che sono le persone a decidere il valore di una cosa e questa decisione rimanda al "bargain", al contrattare tipico dei mercati all´aperto, dal souk alla palermitana Vucciria. Contrattare è inserire nella relazione economica il vis à vis del valore che le due parti attribuiscono alle stesse cose. C´è una pagina magnifica di Elias Canetti sul mercato di Marrakesh, dove lui descrive la delusione del venditore marocchino di fronte al cliente che non contratta. Perché l´economia è la costituzione di una relazione. Lo abbiamo dimenticato grazie alle dabbenaggine di gente come l´economista Milton Friedmann e alla dabbenaggine di chi dell´economia ha fatto una teologia, dai marxisti ai banchieri tremontiani.
La stupidità prima o poi si dichiara da sola, come ci insegna nel suo saggio fondamentale sulla "cretinaggine" uno storico dell´economia del calibro di Carlo Cipolla. Il cretino è colui che danneggia gli altri danneggiando se stesso, sembra quasi la descrizione del meccanismo del sub-prime. La gente si riappropria della dimensione umanistica dell´economia riscoprendo non solo il baratto, ma il dono, il prestito, il pegno, tutte forme di relazione tra persone attraverso le cose. In un saggio che ha fatto storia, Marcel Mauss descrive le molteplici funzioni e forme che il dono può assumere in varie culture. Il dono "deve circolare" cioè è concepito per non restare chiuso in una relazione unidirezionale, ma per espandersi ben oltre, diventa il legame che gli oggetti passati da una mano all´altra intessono in una comunità. Tale era la funzione del dono tra gli indiani ricchissimi della British Columbia, o tra i Polinesiani. Il dono "legava" in una logica di reciprocità, era insomma un vero e proprio obbligo sociale. Ma l´economia di oggi dimentica che alla base del prestito bancario, alla base di molte forme di economia "sviluppate" giace quel rapporto di fiducia che si crea nel dono. La moneta stessa è una sottospecie di baratto, una scorciatoia che serve a rendere più veloci gli scambi e più facili le transazioni. Ma è una invenzione dei naviganti che ad un certo punto, come i finanzieri di oggi, se ne approfittano. Ad esempio fino ai primi del 900 in tutta l´Africa Occidentale venivano usati i cauri, le cipree, le magnifiche conchiglie di venere, come moneta. Ed essa aveva un valore diverso paese per paese, fino a quando i mercanti navigatori indiani non ne portarono un quantitativo enorme dalle isole indiane facendo crollare il mercato e inflazionare la moneta. E pochi ricordano che la parola carato riferita alla purezza dell´oro deriva dal nome che hanno i semi del carrubo, chiamati appunto carati, che hanno la proprietà di avere sempre lo stesso peso e le stesse dimensioni. Quando una massaia oggi scambia la sua competenza in cucina con le lezioni di inglese per i figli, quando la gente si "adopera" per inventare un trasporto collettivo al posto di aspettare autobus che non arrivano mai, quando crea una economia parallela del riciclo - dai vestiti agli elettrodomestici - non fa che rinverdire la natura umanistica dell´economia, le sue vere ragioni, quello che Polanyi chiama il "link" tra la gente, il legame tra le persone. Gli economisti vogliono farci credere che la persona tipo è un individualista egoista ed arrogante, come se la gente normale non avesse bisogno di una rete di relazioni per sopravvivere e vivere. E Polanyi ci ha raccontato quanto il capitalismo sia una ideologia più che una realtà, un volerci menare per il naso dimostrandoci che la natura umana è pura avarizia. Shylock sembra aver vinto, con lo scambio tra una libbra di carne umana ed un debito, ma proprio nella natura carnale dello scambio sta la trappola. L´Imperatore, cioè l´economia imperiale in cui viviamo diventa nudo ogni qualvolta una crisi ne svela l´impalcatura assolutamente gratuita e approssimativa. La società esiste prima dell´economia, ce lo ricordano oggi non solo gli alter-mondialisti, ma gli scienziati del M. A. U. S. S, del gruppo internazionale che significa Movimento Antiutilitarista nelle Scienze Sociali. Oggi gli stessi neomarxisti americani sono diventati anti-utilitaristi, lasciando soli, poverini gli ultimi relitti del pensiero liberal mercantile, l´unico convinto ancora del primato dell ”economia sulle ragioni della gente.