Mario Platero, ཿIl Sole-24 Ore 9/6/2009;, 9 giugno 2009
SE POLIZIOTTI E INSEGNANTI METTONO ALLA PROVA IL SISTEMA
L’improvvisa decisione di ieri della Corte Suprema americana di bloccare l’accordo Fiat Chrysler non sorprende: la separazione dei poteri in America resta il pilastro di questa democrazia. E se c’è anche solo il sospetto che il Tesoro e l’amministrazione Obama possano aver aggirato la legge a danno del comune cittadino, è dovere della Corte metterci il naso: per capire fino in fondo come sono davvero andate le cose. I fondi pensione dell’Indiana,fondi di insegnanti, poliziotti, vigili urbani e altri dipendenti pubblici hanno sollevato questo dubbio. Sostengono che il loro diritto di prelazione è stato ignorato. Di più, che questo precedente può minare alla base la credibilità del sistema legale americano. Era la stessa posizione di alcune delle grandi banche, anche loro creditori chirografari, come Jp Morgan Chase o Citi o Joe Perella. Poi abbozzarono. La differenza è che questi "grandi" di New York "lavorano" con Washington. Hanno preso soldi dal Tesoro americano quando ne hanno avuto bisogno. E avranno prima o poi dei ritorni: un’emissione di azioni? una fusione? un collocamento di debito? Sanno che il Tesoro potrà ricordarsi o dimenticarsi di loro. E dunque, " they play ball", "stanno al gioco". I poliziotti e gli insegnati dell’Indiana invece non hanno nulla da perdere. Nè capiscono perché devono sacrificarsi a vantaggio dei loro vicini del Nord, gli operai della Chrysler nello stato del Michigan. Tutto normale: la Corte deciderà.
Alla fine, se questa vicenda si risolverà presto e bene per Michigan (e Piemonte) l’accordo Fiat-Chrysler approvato dal giudice Gonzalez avrà molta più credibilità: l’ombra di una legge "flessibile" sarà spazzata via. Anche perché, per ora non vi sono sospetti di manipolazione politica: la decisione di ieri è di Ruth Bader Ginsburg, uno dei quattro giudici della minoranza di sinistra della Corte, grande ammiratrice di Barack Obama. Ma da ieri parte anche battaglia contro il tempo: quanto ci vorrà? Perché se l’intera corte, a maggioranza repubblicana, dirà la sua allora l’ideologia potrà giocare un ruolo. Quando si trattò di giudicare certe misure del New Deal giuridicamente ambigue in nome dell’eccezionalità delle cose, la corte conservatrice di allora le bocciò. Poi il New Deal andò avanti lo stesso. La domanda dunque diventa un’altra: quanto potranno aspettare Fiat e Chrysler? Giorni sì, mesi no.