Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Berlusconi non solo non ha sfondato quota 40%, ma ha preso meno voti che alle Politiche: fra il 35 e il 35,6% – secondo la proiezione Digis-Sky Tg24 dell’una di notte – contro il 37,4% del 2008. L’altro dato di rilievo è il successo delle due forze minori dei due schieramenti, la Lega e l’Italia dei Valori.
• Quanto hanno preso?
Bossi avrebbe avuto fra il 9,2% e il 9,5%, cioè sarebbe vicino al massimo consenso ipotizzato, che gli stessi leghisti avevano messo al 10%. Di Pietro viaggia fra l’8% e l’8,6%. Per capire la portata di queste percentuali si deve fare il raffronto più corretto, cioè quello con le precedenti Europee: la Lega aveva avuto il 5%, e questo significa che il suo elettorato in cinque anni è quasi raddoppiato. E rispetto alle Politiche del 2008 è ancora aumentato di un 15%. Quanto a Di Pietro, nel 2004 si presentava con Occhetto, e i due insieme avevano preso uno striminzito 2,1. Significa che la fronda al Pd e l’opposizione a Berlusconi tutta giocata sulla questione morale hanno funzionato: i consensi sono praticamente quadruplicati. Il raffronto con il voto delle politiche conferma: l’Italia dei Valori nel 2008 avevano preso il 4,4%, in un anno i suoi voti sono raddoppiati.
• A spese del Partito democratico, però.
Le proiezioni danno la formazione di Franceschini tra il 26,3 e il 26,8. un brutto risultato, che potrebbe persino mettere a rischio la segreteria di Franceschini. In un certo senso peggiorato dalla sconfitta del Pdl: il consenso a Berlusconi è sceso, ma il Partito Democratico non ne ha tratto alcun giovamento, anzi la sua perdita di consensi è dell’ordine di 6-7 punti. Il Pd si consola col risultato sfavorevole che le forze progressiste hanno ottenuto in Europa (cioè: il vento generale è contrario). Per avvicinarsi maggiormente alla percentuale del 2008 aggiungono poi i due punti e mezzo conquistati dai radicali (ma se i radicali, adesso, non stanno nel Pd, una ragione deve esserci). Infine non sanno bene a chi porteranno i loro 22 seggi dato che sono spaccati sulla collocazione europea.
• Parliamo della sconfitta di Berlusconi?
E’ una sconfitta tanto più amara perché questo voto doveva anche regolare gli equilibri all’interno della coalizione di centro-destra e qui la Lega cresce molto di peso. Se fossero giusti i dati massimi (35,6% al Pdl e 9,5% a Bossi) i partiti di governo avrebbero perso rispetto alle Politiche lo 0,8%. Vale per Berlusconi lo stesso ragionamento fatto per Franceschini: la caduta del Pd non gli ha portato vantaggi, anzi. Non so che tipo di ragionamenti farà il Cavaliere. Ieri sera ho già sentito la giustificazione ufficiale: il forte astensionismo al Sud ha penalizzato soprattutto il Popolo delle Libertà. possibile. Però i dati potrebbero essere anche peggiori di quelli delle proiezioni dell’una: il dato reale su un quarto delle sezioni effettivamente scrutinate (15 mila su 61 mila) vede il Pdl al 33%, il Pd al 29,4% (in questo caso sarebbe un risultato buono), la Lega al 10%, l’Idv al 7,8% e l’Udc al 5,9%.
• In nessun caso, perciò, i partitini – a destra o a sinistra – avrebbero superato lo sbarramento.
Per i partitini non c’è stato niente da fare. Nessuno ha raggiunto la soglia del 4% e non avranno perciò rappresentanti in Europa. Si tratta di una decina di punti percentuali sprecati. I piccoli partiti di sinistra, che non sono stati capaci di presentarsi uniti neanche stavolta, dovrebbero prendere una qualche decisione storica se vogliono sopravvivere.
• Nel resto d’Europa com’è andata?
Segnaliamo intanto un calo generale dell’afflusso alle urne, sceso al 43,55% dal 45,4% del 2004. il minimo storico. In Italia, l’affluenza è calata per tutt’e tre le competizioni (si votava anche per una sessantina di province e per la metà dei comuni): 66,46% contro 73,09% alle Europee, 70,51% contro 74,38% alle Provinciali, 76,92% contro 79,37% alle Comunali. Quanto al voto negli altri Paesi, va registrata una perdita generalizzata dei socialisti, tranne che in Grecia. In Francia Sarkozy ha avuto un aumento di voti del 12%, ma ha fatto boom soprattutto il consenso per i Verdi di Cohn-Bendit: +14%, un progresso che porta questa formazione quasi alla pari con il Ps, che ha invece perso l’11% ed è in una crisi che sembra senza uscita. In Germania la Merkel è sempre prima col 38% (-6%), secondi i socialdemocratici col 20,9% (-0,5%) e bel risultato dei Verdi col 12%. Bene anche la Linke (estrema sinistra) col 7,7%. Clamoroso il risultato spagnolo: i socialisti di Zapatero hanno pagato la crisi diventando il secondo partito col 38,6% (-3%). Primi sono i Popolari col 42% (+2). Ma qui, diversamente dall’Inghilterra dove la batosta di Gordon Brown non è ancora stata ufficializzata, non si andrà alle elezioni anticipate. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 8/6/2009]
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