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 2009  giugno 08 Lunedì calendario

LE SCUOLE DOVE L’ITALIANO IN MINORANZA

L’annuncio di un corso di economia aziendale in lingua cinese. Insieme a lezioni gratuite di italiano per genitori stranieri.
Basta aprire la homepage del sito internet del Marignoni- Polo, istituto professionale per il commercio e il turismo di Milano ( www.marignonipolo. it), per rendersi conto di come questa non sia una scuola come tutte le altre. Le attività dell’istituto sono presentate anche in inglese e in spagnolo e tutto sembra essere tagliato su misura per i "nuovi italiani" e per le loro famiglie.
Il Marignoni-Polo di Milano è una delle cinque scuole secondarie superiori (le altre sono a Cremona, a Piacenza, a Novellara, in provincia di Reggio Emilia e ancora a Milano) dove gli studenti italiani sono meno numerosi degli stranieri. Qui il futuro è arrivato con 40 anni di anticipo, rispetto a previsioni demografiche che indicano nel 2050 l’anno in cui, sui banchi, si raggiungerà il pareggio tra italiani e stranieri. Anzi, qui gli alunni immigrati hanno già compiuto il sorpasso e sfiorano ora il 60% delle circa 700 presenze totali.
«Non ce ne siamo neanche accorti», commentano gli studenti dell’ultimo anno, concentrati più sul toto-tracce per la maturità che non sulle etnie dei propri compagni.
«Bisogna distinguere - dice la preside Concetta Graziano - i nuovi arrivati da quelli che sono in Italia da molti anni e che spesso sono addirittura nati qui. Le seconde generazioni hanno meno problemi, mentre chi arriva in Italia adesso deve affrontare il problema della lingua».
Se nelle superiori fa notizia, nelle scuole dell’infanzia la multiculturalità è una realtà quotidiana già consolidata: il numero di poli in cui la percentuale di bambini stranieri oscilla tra il 50 e il 60% è salito a 46.
Ma ci sono addirittura 22 scuole dove gli stranieri sono il 60- 70% degli iscritti, nove in cui si raggiunge una percentuale dell’80% e una che supera questa soglia. Nelle primarie e nelle medie l’incidenza degli stranieri cala progressivamente, fino a raggiungere la media nazionale del 6,4 per cento

• SCUOLA, 120MILA STRANIERI FREQUENTANO LE SUPERIORI - Per notarlo basta guardare le foto di classe. Solo nove anni fa, l’unico straniero (quando c’era) saltava agli occhi. Oggi, invece, nel gruppo, sorridenti e integrati, compaiono cinesi, africani, sudamericani e macedoni. Un perfetto mix di culture, tradizioni e lingue che convivono gomito a gomito sui banchi di scuola. Gli ultimi dati messi a disposizione dal ministero dell’Istruzione lo confermano: la scuola è il motore dell’integrazione. Nell’anno scolastico 2007-2008 gli alunni con cittadinanza non italiana sono stati in totale 574.133, quasi sette volte di più rispetto al 1998-99. La maggioranza degli stranieri in età scolare frequenta la scuola primaria (217.716) e la scuola media (126.396). Gli altri si dividono quasi equamente tra asili (111.044) e istituti superiori (118.977). Nelle scuole di II grado, nel 1998/99 gli stranieri erano solo 8.910 (esclusi gli iscritti alle scuole non statali), mentre nel 2007/08 se ne contava uno ogni 23 alunni.Nell’89,7%dei casi gli stranieri sono iscritti a una scuola statale. Tre su dieci sono nati in Italia, gli altri ci sono arrivati insieme ai genitori.
In totale, gli immigrati rappresentano il 6,4% degli alunni iscritti alle scuole italiane. Le previsioni demografiche stimano che nel 2050 si raggiungerà il pareggio e un banco su due sarà occupato da uno straniero. Eppure in cinque scuole superiori il futuro è arrivato con 40 anni di anticipo. accaduto a Piacenza all’istituto professionale per l’industria e l’artigianato "Leonardo Da Vinci"; a Cremona,all’Ipia "A.Stradivari"; all’istituto professionale per i servizi sociali "Don Zefirino Jodi" di Novellara, in provincia di Reggio Emilia; in due istituti professionali di Milano, il "Bertarelli" e il "Marignoni".
Cinque scuole che hanno in comune l’area geografica (il Nord), l’indirizzo professionale (il preferito dagli stranieri) e la presenza di moltissimi studenti di origine extracomunitaria: più di un banco su due è occupato da un alunno proveniente da un altro paese. Qui, infatti, gli immigrati sono il 50-60% del totale iscritti. Un dato rilevante, soprattutto se si considera che non tutti gli immigrati completano gli studi.
«Stranieri? Noi neanche ce ne accorgiamo, gli studenti sono tutti uguali». Rachele Capristo, vicepreside dell’istituto per i servizi commerciali e turistici " Bertarelli" di Milano, ci tiene a dire le cose come stanno: «Qui i ragazzi vengono volentieri, sia gli italiani che gli extracomunitari. La scuola è un’oasi di integrazione, qui si sentono protetti». Lo confermano le attività extrascolastiche che si svolgono il sabato e che sono sempre affollatissime.
A Piacenza l’Ipsia "Leonardo Da Vinci" conta 310 iscritti, di cui il 60% straniero. «Per il prossimo anno – spiega il vicepreside Stefano Angelillo – prevediamo che la percentuale di immigrati salga al 75%». La maggior parte viene dall’Ecuador e dalla Macedonia, ma in totale le nazionalità presenti sono 23.
Diversa è, invece, l’immigrazione all’istituto "Stradivari" di Cremona, unico in Italia per il suo indirizzo di liuteria. «Vengono da tutto il mondo per apprendere questa tecnica», afferma la dirigente scolastica Mirelva Mondini. L’istituto è davvero multietnico: ci sono coreani, australiani, giapponesi, francesi, finlandesi, americani.
Se nelle superiori fa notizia, nelle scuole dell’infanzia la multiculturalità è una realtà quotidiana già consolidata: il numero di scuole in cui la percentuale di bambini stranieri oscilla tra il 50 e il 60% è salito a 46. Ma ci sono addirittura 22 scuole dove gli stranieri sono il 60-70% degli iscritti, nove in cui si raggiunge una percentuale dell’80% e una che supera questa soglia. Nelle primarie e nelle medie l’incidenza degli stranieri cala progressivamente, fino a raggiungere la media nazionale del 6,4 per cento.
I dati relativi al 2007-2008 forniscono altre due sorprese. La prima riguarda il comune capoluogo con l’incidenza più elevata di studenti stranieri: Milano viene scalzata da Prato, con il 15,2% di alunni immigrati. La seconda, invece, riguarda la nazionalità che detiene il primato nelle scuole: gli albanesi lasciano il posto ai rumeni, che sono il 16,2% degli iscritti totali.
Negli altri paesi europei presi in esame dal dossier del ministerola percentuale di alunni immigrati è quasi sempre più alta rispetto all’Italia. Fanno eccezione il Portogallo, dove rappresentano il 5% della popolazione sco-lastica, e la Francia, dove il basso tasso (3,9%) è dovuto alle regole differenti: è "francese di nascita" ogni bambino nato nel paese da almeno un genitore nato in Francia, mentre è "francese per filiazione" qualsiasi bambino nato da almeno un genitore francese.
In Inghilterra (dove il tasso è pari al 22,6%), invece, il censimento non è legato alla nazionalità, ma al grado di appartenenza a un gruppo che si riconosce come la " propria" comunità • NELLE ISOLE BOCCIATI ALLA PARI - A lunni stranieri meno bravi degli italiani? Non dappertutto. Secondo i dati del ministero dell’Istruzione, infatti, nelle Isole il tasso di studenti ripetenti di origini extracomunitarie è pari a quello degli allievi italiani: in Sicilia e in Sardegna gli stranieri bocciati sono il 5,1%, contro il 5% degli italiani ripetenti.
Nelle altre aree d’Italia, invece, il distacco tra italiani ed extracomunitari è più ampio: nel complesso, gli stranieri ripetenti sono il 4,5%, mentre gli italiani bocciati rappresentano il 3,4% della popolazione scolastica con cittadinanza italiana. Il tasso è più elevato alle superiori, dove gli studenti bocciati sono, rispettivamente, il 9,3 (degli immigrati) e il 6,9% (degli alunni italiani).
Fr.Mi. • LA MATURIT NON SI GIOCA SULLA LINGUA - «M acché integrazione, il nostro problema più grande è l’esame di maturità!».
I ragazzi dell’ultimo anno dell’istituto professionale per i servizi commerciali e turistici "Daniele Marignoni-Marco Polo" di Milano sono alle prese con la ripetizione del programma di italiano. Dopo cinque anni passati gomitoa gomito sui banchi di scuola, stanno per lasciare il "nido".
«L’esperienza in questo istituto multietnico gli sarà utile anche in futuro – afferma la preside Concetta Graziano ”, loro rappresentano la nuova Italia». Lo dice sorridendo, e poi aggiunge: «Sa, tra queste mura sono nate moltissime storie d’amore "miste"».
La cosa non stupisce, se si pensa che su quasi 700 iscritti ce ne sono 350 di origini straniere. «Bisogna distinguere i nuovi arrivati da quelli che sono in Italia da molti anni o che spesso sono addirittura nati qui – sottolinea ”. Le seconde generazioni hanno meno problemi, mentre chi arriva in Italia adesso deve affrontare il problema della lingua».
Per loro – e per i loro genitori – la scuola organizza nell’orario serale i corsi di italiano. «Soprattutto per i cinesi – spiega la preside – l’italiano è un problema. In casa parlano solo la loro lingua e le ore di lezione in cui sono "costretti" ad allenarsi con l’italiano sono troppo poche».
Eppure l’anno scorso al "Marignoni" due ragazze cinesi si sono diplomate con 100 e 97 e adesso studiano economia all’università.
«Se hanno il permesso di soggiorno? Non lo so, non gliel’ho chiesto, e non ho intenzione di farlo – risponde la preside Graziano ”. L’unico monitoraggio sui documenti dei ragazzi viene fatto quando si organizzano le gite scolastiche, solo in quel caso mi accorgo che a qualcuno manca o è scaduto il documento».
Proprio in questi giorni molti studenti del "Marignoni" si stanno organizzando per le learning week: in 75 partiranno per Marina di Massa e in 25 andranno all’isola d’Elba. I corridoi del vecchio edificio in via Melzi D’Eril sono quasi deserti. Restano solo i professori alle prese con gli scrutini. «La valutazione non è centrata sulla lingua, cerchiamo di considerare il percorso degli studenti e il loro orientamento all’interno delle singole discipline». Non si sa ancora se ci saranno bocciatio se qualcuno non sarà ammesso all’esame. Nell’attesa, i ragazzi si torturano con il toto-tracce.
Potrebbe uscire il tema su Obama, dice qualcuno.
Un grande esempio di integrazione, e una speranza per loro.
Fr.Mi.