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 2009  giugno 08 Lunedì calendario

Berlusconi non solo non ha sfon­dato quota 40%, ma ha preso meno voti che alle Politiche: fra il 35 e il 35,6% – secondo la pro­iezione Digis-Sky Tg24 dell’una di notte – contro il 37,4% del 2008

Berlusconi non solo non ha sfon­dato quota 40%, ma ha preso meno voti che alle Politiche: fra il 35 e il 35,6% – secondo la pro­iezione Digis-Sky Tg24 dell’una di notte – contro il 37,4% del 2008. L’altro dato di rilievo è il successo delle due forze minori dei due schieramenti, la Lega e l’Italia dei Valori.

Quanto hanno preso?
Bossi avrebbe avuto fra il 9,2% e il 9,5%, cioè sarebbe vicino al massimo consenso ipotizzato, che gli stessi leghisti avevano messo al 10%. Di Pietro viaggia fra l’8% e l’8,6%. Per capire la portata di queste percentuali si deve fare il raffronto più corret­to, cioè quello con le preceden­ti Europee: la Lega aveva avuto il 5%, e questo significa che il suo elettorato in cinque anni è quasi raddoppiato. E rispetto alle Politiche del 2008 è ancora aumentato di un 15%. Quanto a Di Pietro, nel 2004 si presen­tava con Occhetto, e i due insie­me avevano preso uno strimin­zito 2,1. Significa che la fronda al Pd e l’opposizione a Berlusco­ni tutta giocata sulla questione morale hanno funzionato: i consensi sono praticamente quadruplicati. Il raffronto con il voto delle politiche confer­ma: l’Italia dei Valori nel 2008 avevano preso il 4,4%, in un an­no i suoi voti sono raddoppiati.

A spese del Partito democrati­co, però.
Le proiezioni danno la forma­zione di Franceschini tra il 26,3 e il 26,8. un brutto risultato, che potrebbe persino mettere a rischio la segreteria di France­schini. In un certo senso peggio­rato dalla sconfitta del Pdl: il consenso a Berlusconi è sceso, ma il Partito Democratico non ne ha tratto alcun giovamento, anzi la sua perdita di consensi è dell’ordine di 6-7 punti. Il Pd si consola col risultato sfavore­vole che le forze progressiste hanno ottenuto in Europa (cioè: il vento generale è con­trario). Per avvicinarsi mag­giormente alla percentuale del 2008 aggiungono poi i due pun­ti e mezzo conquistati dai radi­cali (ma se i radicali, adesso, non stanno nel Pd, una ragione deve esserci). Infine non sanno bene a chi porteranno i loro 22 seggi dato che sono spaccati sulla collocazione europea.

Parliamo della sconfitta di Ber­lusconi?
E’ una sconfitta tanto più ama­ra perché questo voto doveva anche regolare gli equilibri al­l’interno della coalizione di centro-destra e qui la Lega cre­sce molto di peso. Se fossero giusti i dati massimi (35,6% al Pdl e 9,5% a Bossi) i partiti di governo avrebbero perso ri­spetto alle Politiche lo 0,8%. Vale per Berlusconi lo stesso ra­gionamento fatto per France­schini: la caduta del Pd non gli ha portato vantaggi, anzi. Non so che tipo di ragionamenti fa­rà il Cavaliere. Ieri sera ho già sentito la giustificazione uffi­ciale: il forte astensionismo al Sud ha penalizzato soprattutto il Popolo delle Libertà. possi­bile. Però i dati potrebbero es­sere anche peggiori di quelli delle proiezioni dell’una: il da­to reale su un quarto delle se­zioni effettivamente scrutinate (15 mila su 61 mila) vede il Pdl al 33%, il Pd al 29,4% (in que­sto caso sarebbe un risultato buono), la Lega al 10%, l’Idv al 7,8% e l’Udc al 5,9%.

In nessun caso, perciò, i partiti­ni – a destra o a sinistra – avrebbero superato lo sbarra­mento.
Per i partitini non c’è stato nien­te da fare. Nessuno ha raggiun­to la soglia del 4% e non avran­no perciò rappresentanti in Eu­ropa. Si tratta di una decina di punti percentuali sprecati. I pic­coli partiti di sinistra, che non sono stati capaci di presentarsi uniti neanche stavolta, dovreb­bero prendere una qualche de­cisione storica se vogliono so­pravvivere.

Nel resto d’Europa com’è anda­ta?
Segnaliamo intanto un calo ge­nerale dell’afflusso alle urne, sceso al 43,55% dal 45,4% del 2004. il minimo storico. In Ita­lia, l’affluenza è calata per tut­t’e tre le competizioni (si vota­va anche per una sessantina di province e per la metà dei co­muni): 66,46% contro 73,09% alle Europee, 70,51% contro 74,38% alle Provinciali, 76,92% contro 79,37% alle Co­munali. Quanto al voto negli al­tri Paesi, va registrata una per­dita generalizzata dei sociali­sti, tranne che in Grecia. In Francia Sarkozy ha avuto un aumento di voti del 12%, ma ha fatto boom soprattutto il con­senso per i Verdi di Cohn-Ben­dit: +14%, un progresso che porta questa formazione quasi alla pari con il Ps, che ha invece perso l’11% ed è in una crisi che sembra senza uscita. In Germa­nia la Merkel è sempre prima col 38% (-6%), secondi i social­democratici col 20,9% (-0,5%) e bel risultato dei Verdi col 12%. Bene anche la Linke (estrema sinistra) col 7,7%. Cla­moroso il risultato spagnolo: i socialisti di Zapatero hanno pa­gato la crisi diventando il se­condo partito col 38,6% (-3%). Primi sono i Popolari col 42% (+2). Ma qui, diversamente dall’Inghilterra dove la batosta di Gordon Brown non è ancora stata ufficializzata, non si an­drà alle elezioni anticipate. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 8/6/2009]