Paola Mammarella, www.edilportale.com, 8/6/2009, 8 giugno 2009
Piano Casa, attesa riapertura dialogo Governo-Regioni - Ambientalisti: disposizioni nazionali già superate da norme regionali e regolamenti urbanistici dei Comuni - Potrebbe essere riaperto questa settimana il dialogo sul Piano Casa
Piano Casa, attesa riapertura dialogo Governo-Regioni - Ambientalisti: disposizioni nazionali già superate da norme regionali e regolamenti urbanistici dei Comuni - Potrebbe essere riaperto questa settimana il dialogo sul Piano Casa. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha annunciato nuovi incontri preparatori con il Ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, che potrebbero sfociare in un confronto con gli enti locali. Sono molte le Regioni che, in virtù della competenza legislativa esclusiva in materia di edilizia e urbanistica, stanno discutendo progetti di leggi regionali. Dopo la Toscana, prima regione ad aver già approvato una norma ad-hoc, il confronto prosegue a macchia di leopardo. In Friuli Venezia Giulia il Pdl ha lanciato una proposta ambiziosa, con ampliamenti volumetrici di 200 metri cubi nei centri storici, pari a circa 60 metri quadri, e aumenti fino al 35% nelle periferie. Più contenuto l’accordo di maggioranza spiegato dall’Assessore all’Urbanistica Seganti, che nel nuovo codice dell’edilizia prevede ampliamenti non superiori al 20%. Il provvedimento sarà in Giunta Regionale da questa settimana, corredato da studi di impatto per la valutazione degli effetti derivanti dall’aumento delle cubature. Il Piano Casa regionale prevede anche la costruzione di nuove case popolari e la vendita degli alloggi Ater. Avanzata inoltre la proposta di vendere le case popolari a tutti i cittadini e non solo agli assegnatari. Stretta a tutela dell’ambiente in Puglia, dove il via libera agli aumenti sarà concesso solo a fronte di un alleggerimento del carico ambientale degli edifici. I criteri da rispettare per procedere agli interventi sono infatti qualità del sito, consumo di risorse, carichi ambientali, qualità degli interni e dei servizi. La bozza, sottoposta dall’Assessore all’Urbanistica Barbanente a un partenariato socioeconomico formato da associazioni di categoria, associazioni ambientaliste e ordini professionali, prevede ampliamenti volumetrici in linea con le percentuali dell’accordo Stato-Regioni, da effettuare solo su opere con titolo edilizio, escludendo quelle abusive. Gli interventi non potranno essere realizzati nei centri storici e nelle aree sotto tutela. Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge i Comuni potranno limitarne l’applicazione, escludendo altre parti del territorio. Sulla stessa falsariga della Sardegna, si discute la possibilità di concedere premi di cubatura a quanti demoliscono gli immobili situati nelle lame o in altre zone protette per edificare altrove. Posizioni divergenti sono finora state registrate in merito ad altezze massime e procedure di accatastamento. Il partenariato socioeconomico ha proposto l’accorpamento delle leggi 21/2008 per la rigenerazione urbana e 13/2008 per l’abitare sostenibile. Accese le critiche di Fai, Fondo ambientale italiano, e Wwf, che hanno criticato vari ddl, tra cui quello della Lombardia, recentemente approvato dalla Giunta Regionale, tacciando i provvedimenti di pericolosità per la tutela del paesaggio e dei beni architettonici. Secondo gli ambientalisti il Piano Casa del Governo, seguito dalla corsa alle leggi regionali, sarebbe inutile per l’approvazione di norme urbanistiche con incentivi agli interventi sul costruito. In Toscana le Leggi Regionali 1/2005 e 5/1995 prevedevano già la ristrutturazione dell’esistente e interventi nelle aree urbanizzate prima di procedere a nuove occupazioni. Considerazioni simili per le misure contenute nei regolamenti urbanistici dei Comuni.