Vito Lops, ཿIl Sole-24 Ore 9/6/2009;, 9 giugno 2009
IL CAFF SI BEVE IN PANETTERIA
Prendere un caffé al panificio, dopo aver ordinato un panino ripieno e una francesina con un solo scontrino, ora si può. Prima c’è stata l’entrata in vigore della legge Bersani 248/2006 che ha permesso la somministrazione non assistita dei prodotti alimentari. Ora, sulla scia di quella legge, è arrivata una nuova svolta storica che ha liberalizzato il mercato dei consumi alimentari fuori casa. Con la sentenza numero 2808 del 5 maggio scorso il Consiglio di Stato ha, infatti, liberalizzato l’attività dei pubblici esercizi consentendo l’apertura di bar, ristoranti e locali adibiti alla ristorazione senza limitazioni territoriali. La sentenza- considerata dagli operatori come una pietra miliare per la deregolamentazione del settore - pone fine a una disputa giudiziaria avviata nel 2007 dalla Panet srl che ha fatto ricorso al Tar della Lombardia, dopo che il Comune di Milano le ha vietato l’apertura di un ristorante in via Broletto.
Il Comune del capoluogo lombardo si è basato su un’ordinanza del 2005 che correla il numero degli esercizi pubblici a quello dei residenti in ogni zona della città. E, secondo il Comune, l’area richiesta era già satura. Inoltre, Palazzo Marino ha argomentato il divieto sottolineando che il commercioè materia di competenza regionale. Ma il Consiglio di Stato ha dato ragione alla catena Panet, sostenendo che il commercio è sì materia regionale, ma la legge Bersani ha il primario obiettivo di garantire la concorrenza. E su questa materia lo Stato ha podestà legislativa esclusiva. In sostanza, da ora in poi ci saranno meno paletti: bar, pasticcerie, panetterie e ristoranti non saranno più trattati alla stregua delle farmacie. Resta da vedere, a questo punto, quale scenario si apre nel mondo della ristorazione e, in particolare, in quello delle panetterie, uno dei settori che ha risentito di più della crisi dei consumi e della mancanza di innovazione nell’offerta (secondo Databank tra il 2007 e il 2006 le vendite sono calate del 6%).
La sentenza non trova l’appoggio della Fipe, che non rinuncia a chiedere limiti alla concentrazione di pubblici esercizi. Ma soddisfa gli operatori. «Il mercato della panificazione – spiega Lino Pasquale, presidente di Agritech, azienda leader nel settore del pane – ha vissuto anni di stagnazione in Italia a differenza di quanto succedeva all’estero, dove lo sviluppo di nuove idee ha favorito una maggiore concorrenza, selezione dell’offerta e competitività nelle politiche dei prezzi». E secondo Paolo Pagani, amministratore delegato di Paillasse Italia, «questa sentenza offre alle panetterie l’opportunità di allargare il giro d’affari e competere con la Gdo ».