Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri ci sono stati altri massacri di cristiani in Africa. In particolare, a Kano, nel nord della Nigeria, un commando è entrato in un campus dell’università di Bayero, ha lanciato bombe e sparato per mezz’ora. I morti dovrebbero essere venti (è il numero fatto dall’Afp), ma ci sono molti feriti, alcuni dei quali gravissimi. I terroristi sono intervenuti mentre nell’Auditorium del campo si stava celebrando la messa. Maria Jatau, una studentessa cristiana, ha detto: «Stavamo recitando le preghiere quando c’è stata un’esplosione, a questo punto io non posso dire se vi fossero attentatori kamikaze». Abel Onoja, altro testimone: «Ho visto corpi ovunque». A Nairobi, in Kenia, è stato messo un ordigno sotto l’altare della chiesa “Maison de Dieu du miracle”, nel quartiere popolare di Ngara. Il sacerdote che stava celebrando è sicuramente morto, le agenzie parlano di quattro feriti molto gravi portati nell’ospedale nazionale Kenyatta (altri sei feriti stanno nel Guru Nanak), il portavoce della Croce rossa locale, Daniel Mutinda, ha detto: «Le sedie sono sparse in giro e il pavimento è ricoperto di sangue». Di questo pavimento ricoperto di sangue sono arrivate, qui in Occidente, anche delle fotografie. A piazzare l’ordigno dovrebbe essere stato un chierichetto.
• Sono i soliti terroristi islamici?
Fino a questo momento non è arrivata nessuna rivendicazione. L’opinione generale è che sia anche questa un’operazione del Boko Haram, i qaedisti africani che operano in tutta l’area, a cui sono stati attribuiti il sequestro e la morte del nostro Franco Lamolinara (accusa che hanno respinto) e che a gennaio hanno ammazzato almeno 150 persone.
• Che senso ha ammazzare i cristiani, questo orrore di cui ci dobbiamo ciclicamente occupare e che riguarda a quanto pare tutti i paesi dell’area, dalla Turchia alla Somalia, dalla Nigeria al Kenia al Camerun…
Boko Haram vuole imporre la sharia nell’Africa settentrionale, e specialmente in Nigeria. S’è però scissa in due: un’ala moderata sarebbe disponibile a trattare con i governi, un’ala oltranzista non è disposta a nessun compromesso. Queste divisioni sono in genere foriere di ulteriori violenze, perché i gruppi, uccidendo e sequestrando, mandano messaggi ai loro seguaci, li spingono a schierarsi. Ora, effettivamente, queste bande islamiche si muovono da un paese all’altro e affermano, con il loro comportamento, di non essere un fenomeno locale, ma di far parte di un movimento complessivo che vuole la conquista di tutta l’Africa a nord dell’Equatore. E quindi: talebani somali, Maghreb, cellule in Sinai, terroristi nigeriani, segnalazioni anche in Ciad e Camerun dove sono stati impiantati campi di addestramento. Il capo del Boko Haram, Mohammed Abubakar Shakau, ha detto: «Qualunque gruppo con la nostra stessa matrice o ideologia è un nostro fratello».
• Quanti sono?
Dovrebbero essere in tutto 15 mila e sono incattiviti dal fatto che il Kenia ha mandato truppe in Somalia per stanarli. Altre truppe anti-terrorismo vengono dall’Uganda. È però difficile neutralizzare gente tanto determinata. Quelli che tormentano l’Algeria sono in tutto 800 e hanno cellule in Mali, Mauritania, Tunisia, Marocco, Niger, Ciad, Libia. Naturalmente la primavera araba e le elezioni dànno a questi combattenti la possibilità di pigliarsi il potere per vie legali. Abu Musab Abdel Wadoud, emiro dei terroristi del Sahara, ha tentato di cavalcare la rivolta tunisina e ha incitato alla rivoluzione in Algeria. In Egitto assistiamo allo strano fenomeno dei Fratelli Musulmani moderati, una mascheratura alla quale è sempre più difficile prestare fede.
• Chi li finanzia?
Teheran manda dei soldi e un paio d’anni fa si scoprì che forniva cocaina da smerciare in Occidente. C’è poi, naturalmente, il traffico d’armi e il mercato dei clandestini. I sequestri sono molto redditizi (non creda a una sola parola dei ministri che giurano di non aver pagato). Spingendo lo sguardo solo di poco più in là vediamo l’intreccio con la pirateria, la stessa che ha provocato l’incidente del Kerala dove stanno rinchiusi i nostri due marò.
• In che modo il massacro dei cristiani può aiutare questo loro disegno?
I cristiani sono i loro nemici per definizione. E il loro numero aumenta. Tutte le ricerche dicono che l’asse della cristianità si sta spostando verso il sud del mondo. Il Pew Forum on Religion & Public Life – autorevole centro studi americano – ha documentato che nel Subsahara un africano su quattro è cristiano. Una rivoluzione, se pensa che all’inizio dell’altro secolo la percentuale dei cristiani era appena dell’1,4%.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 30 aprile 2012]